Sono i giorni di VeeamOn 2022, a Las Vegas. L’evento raggiunge l’ottava edizione, e per la prima volta, è proposto in modalità ibrida. Circa 15mila i partecipanti in presenza da 150 Paesi, (45mila in tutto) per oltre 85 sessioni disponibili in streaming ed in presenza nel cuore della Strip, presso l’Aria Resort Conference Center.

Un segnale di ripresa e di ritorno alla vita “reale”, per clienti, partner e sviluppatori che tornano in contatto con i professionisti e gli esperti IT di Veeam per scoprire le novità nella proposta di Modern Data Protection. Caratterizza l’offerta Veeam come piattaforma  strutturata per consentire alle aziende di evolvere la propria strategia di backup, e di ripristino, così come di pari passo evolvono le tecnologie e le architetture disponibili (cloud/multicloud e ambienti containerizzati).
Negli ultimi due anni, lo scenario è evoluto a ritmo sostenuto rispetto al passato, le modalità di lavoro “ibrido” hanno contributo ad incrementare il consumo di dati, anche per la massiccia adozione dei tool di collaboration e del cloud ibrido, in crescita a doppia cifra. Ma allo stesso tempo si sono moltiplicati i rischi e le sfide legate alla cybersecurity.

Anand Eswaran, Ceo di Veeam
Anand Eswaran, Ceo di Veeam Software, durante il suo keynote in occasione di VeeamOn 2022

Ora, dopo l’ultimo VeeamOn “reale”, a Miami, nel 2019, spetta a Danny Allan, Cto e Svp Veeam Software, e al Ceo Anand Eswaran (di fresca nomina a dicembre dello scorso anno) fare gli onori di casa, proponendo da subito una chiave di lettura dei trend in atto: “Modernizzare architetture, infrastruttura, processi e workload richiede inevitabilmente di cambiare l’approccio alla protezione del dato… E lavorare sulla capacità effettiva di orchestrare e governare il recupero ed il ripristino delle informazioni. Indipendentemente dalle scelte multicloud compiute, eliminando data loss e downtime”. E’ il messaggio che ritorna nei brief di Allan prima del keynote e nelle parole del Ceo sul palco.

Una vera sfida che Veeam si impegna ad indirizzare on-prem, come per i carichi su Aws, Azure, Google Cloud, quando si utilizzano le app containerizzate (su Kubernetes) ed ovviamente negli scenari ibridi e SaaS, con una proposta che anno su anno ha consentito a Veeam di crescere del 25% (ricavi ricorrenti annuali), grazie a circa 450mila clienti (il 52% dei quali enterprise) e con una percentuale di business basato su sottoscrizioni ricorrenti in crescita del 78%. La Modern Data Protection secondo Veeam si basa oggi su tre pilastri: la capacità di proteggere dai danni del ransomware, di assecondare l’accelerazione cloud, di modernizzare il backup. 

Riuscire non tanto a scongiurare, quanto piuttosto a rendere “inoffensivo per il business” il pericolo ransomware è centrale nella strategia di Veeam. E allora andiamo per ordine partendo proprio dai dati.
I numeri di Veeam, relativi ai Cloud e Data Protection Trends (2021 e 2022) e soprattutto all’analisi sui Ransomware Trends 2022 svelano una serie di evidenze preoccupanti: in media il 47% dei dati di un’azienda è criptato e solo il 69% di questi dati è recuperabile.

Ransomware Insights Report 2022
Ransomware Insights Report 2022 (dati presentati in occasione di VeeamOn 2022)

Appena il 19% delle organizzazioni riesce a recuperare i dati colpiti dal ransomware senza pagare e anche il pagamento del riscatto non assicura il recupero. Ma soprattutto il 94% degli aggressori punta a distruggere gli archivi di backup che quindi vanno protetti come risorsa critica per tornare operativi. Il 76% delle organizzazioni paga per porre fine agli attacchi e recuperare i dati, ma solo il 52% di chi paga riesce a recuperare i dati, il 24% no. Allo stesso tempo oltre la metà delle aziende ammette che i protocolli di cybersecurity richiedono una revisione completa o un miglioramento significativo per proteggersi dalle crescenti minacce. Solo il 25% delle aziende, infatti, dispone di workflow orchestrati per la business continuity ed il disaster recovery ed, ancora meno – solo il 16% – testa le proprie capacità di ripristino dei backup ed il ritorno alla capacità operativa in seguito ad un attacco.

Modern Data Protection 2022
Data Protection Trends Report 2022

Numeri che preoccupano ma che fotografano realtà che spesso restano sotto traccia, dove invece la certezza è che, se è quasi impossibile “recuperare” i dati finiti sotto attacco, è invece possibile farsi trovare pronti con una strategia in grado di tornare operativi con i dati “più recenti disponibili” appena prima dell’attacco, con capacità di reazione se non realtime, certo in linea con le esigenze del business.

Danny Allan, Cto Veeam Software
Danny Allan, Cto Veeam Software

Allan: “L’idea che le aziende siano impotenti di fronte al ransomware non è sempre vera. Serve educare i dipendenti e assicurarsi che pratichino un'”igiene digitale impeccabile”; eseguire regolarmente test rigorosi delle soluzioni e dei protocolli di protezione dei dati; creare piani dettagliati per la continuità aziendale”.
Nel suo keynote, Anand Eswaran è poi perentorio: “I dati sono l’asset numero uno per qualsiasi azienda e gli sforzi di detection non possono comunque garantire l’invulnerabilità, per questo serve assicurarsi la protezione e la disponibilità dei dati “fino al momento appena prima””. 

Tre quindi le parole chiave che tornano nel corso della general session: orchestrazione, allineamento aziendale, diversificazione dei repository. Sul primo punto si deve lavorare su automazione e convalida e sul recovery dei backup per assicurare che i server siano subito ripristinabili; sul secondo all’allineamento tra obiettivi di business e di sicurezza; e per il terzo punto Veeam parla di “immutabilità del dato” come di un layer “isolato” all’interno del framework cui poter sempre attingere per il ripristino, anche attraverso l’utilizzo di diversi supporti/architetture (nastri, dischi, cloud). 

VeeamOn 22, gli annunci tecnologici

La proposizione tecnologica, che solo nell’ultimo anno ha visto circa 30 aggiornamenti, ha contribuito senza dubbio alla crescita del business. Soprattutto è cresciuta l’offerta Veeam Backup for Microsoft 365 (+73% su base annua)e, a conferma dei trend delineati relativi all’attenzione delle aziende per la protezione dei dati nel cloud sui tre hyperscaler principali è cresciuta l’adozione di Veeam Backup & Replication v11a che include le soluzioni cloud-native. Ancora in questa direzione anche gli aggiornamenti previsti per il secondo semestre 2022, con l’evoluzione dell’offerta SaaS per Microsoft 365 e Salesforce. Veeam inoltre lavora ad una migliore integrazione di Kasten by Veeam K10 per Kubernetes e alla nuova versione della proposta Backup & Replication (la versione 12).

Modern Data Protection secondo Veeam
Modern Data Protection secondo Veeam

Proprio a partire dall’ultima soluzione, già durante l’evento l’azienda anticipa una serie di funzionalità relative per esempio alla possibilità di scrittura diretta sullo storage ad oggetti e gli agent basati sul cloud, i tool per indirizzare il tema dell’“immutabilità” come lo abbiamo già declinato, l’estensione di supporto per le applicazioni aziendali e migliori visibilità e possibilità di gestione dei dati Kubernetes grazie ad uno specifico plugin. 

La soluzione di backup per Microsoft 365 arriva invece alla versione 7. Monitoraggio e reportistica avanzati sono migliorati grazie all’integrazione con Veeam One. Veeam Backup for Microsoft 365 guadagna un’unica vista su tutti i componenti e l’architettura di backup, e strumenti per la gestione proattiva, grazie agli avvisi in tempo reale per risolvere la vulnerabilità dei dati, con sistemi di reporting dettagliato.

Per quanto riguarda invece la proposta backup per Salesforce, e la richiesta delle aziende di poter eseguire il backup dei dati sia nel cloud che on-premise, Veeam ha sviluppato una soluzione di backup e ripristino nativa per Salesforce utilizzando Api native, così da poter ripristinare record, gerarchie, campi, file e metadati di Salesforce, mentre per il recupero dei dati persi ha studiato la soluzione per garantire protezione dagli errori umani e dai problemi di integrazione. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Condividi l'articolo: