In uno scenario, come quello attuale, in cui i modelli di sanità digitale rispondono principalmente più alle esigenze di chi eroga i servizi, rispetto a quelle del paziente, è fondamentale, invece, lavorare per riportare quest’ultimo al centro. Applicazioni, tecnologie, device medicali devono essere effettivamente “usabili”, alla portata di tutte le fasce di utenti ed in sicurezza. Sfide da indirizzare. Ne parliamo con Paolo Galfione, direttore della business unit Zucchetti Healthcare Solutions. 

I fondi del Pnrr dedicati alla Missione Salute rappresentano un’opportunità anche per la transizione digitale della Sanità. A che punto siamo con la trasformazione digitale della sanità e quali sono i passi più urgenti da fare per accelerare nuovi modelli digitali per la sanità?

L’opportunità offerta dal Pnrr non è da intendersi solamente in termini di rinnovamento di tecnologie e strumentazioni digitali, bensì nel ripensare e nel valorizzare il ruolo del paziente come parte attiva del suo percorso clinico ed assistenziale, e cioè in un’ottica patient driven, trainata dal paziente, al fine di delineare dei nuovi percorsi e processi che facilitino il passaggio tra le varie organizzazioni di cura, ovvero la patient journey.

In questo senso molto è ancora da fare: gli attuali modelli di sanità digitale rispondono nella maggioranza dei casi più alle esigenze delle istituzioni che erogano i servizi di cura ed assistenza, che a quelle del paziente, il quale incontra spesso molte difficoltà fin dalle fasi più semplici, come la prenotazione o la refertazione, con perdite di tempo, ripetizione di dati e scarsa sicurezza nella trasmissione di informazioni. Tra i paradigmi e i modelli che possono accelerare il processo ci sono ad esempio le applicazioni delle metodologie “lean”, che aiutano a riprogettare i processi focalizzandosi su ciò che crea realmente “valore” per il paziente e tralasciando tutto ciò che invece non ne crea, in un’ottica di miglioramento continuo. Solo con la creazione di un nuovo mindset si potranno allora implementare con successo degli strumenti che coprano tutti i processi, garantiscano l’interoperabilità del dato, mantengano adeguati livelli di sicurezza e abbiano come fine ultimo l’empowerment del paziente: tutti elementi chiave per accelerare la trasformazione digitale della sanità e creare un vero e proprio ecosistema informatico.

Le competenze sulle tecnologie digitali sono fattori indispensabili per la trasformazione digitale della sanità: quali sono gli ambiti tecnologici in cui servono maggiori competenze per sviluppare la sanità digitale?

Paolo Galfione, Direttore Business Unit Zucchetti Healthcare Solutions
Paolo Galfione, Direttore Business Unit Zucchetti Healthcare Solutions

L’ultimo rapporto Desi, che misura i progressi dei Paesi europei in termini di digitalizzazione dell’economia e della società, mostra che l’Italia ha fatto molto per migliorare la sua posizione, ma si colloca solamente al 18esimo posto tra i 27 stati membri dell’UE. Nonostante siano stati messi in campo importanti programmi strategici, anche grazie alla spinta della pandemia, ancora oggi la metà dei cittadini non dispone di competenze digitali di base. Il nuovo paradigma della riforma territoriale che si focalizza sulla casa come primo luogo di cura, anche attraverso l’impiego di tecnologie come la telemedicina, per realizzarsi avrà bisogno innanzitutto di colmare questo divario. Dall’altra parte app e medical device in uso al cittadino e agli operatori dovranno garantire un’adeguata user experience e garantire una facilità di apprendimento tale da essere utilizzabili agevolmente anche da quelle fasce di utenti che non hanno una preparazione specifica.
I recenti avvenimenti sul fronte dei cyberattacchi ci pongono poi nuove sfide sul fronte della sicurezza informatica. Oggi il settore sanitario è quello più colpito sia per la sensibilità dei dati che raccoglie e tratta, ma anche per l’apertura di nuove vie dovute alla diffusione di dispositivi medici e IoT, che, se non adeguatamente messi in sicurezza, aprono nuove porte di accesso ai cybercriminali. Anche su questo fronte le tecnologie ci sono, ma richiedono consapevolezza ed interventi concreti.
Infine, ma non meno importante, l’interoperabilità: implementare tecnologie che impieghino gli standard di interoperabilità è il passo necessario per una sanità che voglia puntare su un approccio olistico, anche sul fronte della gestione dei dati.

Come sta evolvendo la strategia e l’offerta per la sanità della vostra azienda in questo scenario di trasformazione?

L’offerta Zucchetti per il mondo Healthcare è stata concepita by design come un insieme di soluzioni integrate e scalabili, verticalizzate per i vari comparti della sanità, anche grazie al contributo e al know how delle aziende del gruppo che vantano una notevole esperienza in questo settore come Afea, Softwareuno, CBA e Zucchetti Centro Sistemi. In particolare, in Zucchetti abbiamo colto la sfida posta dalla riforma territoriale, sviluppando delle soluzioni gestionali specifiche per la gestione della presa in carico del cittadino sul territorio, per supportare attori ed organizzazioni che erogano i servizi sociosanitari attraverso piattaforme desktop ed app per gli operatori che si recano a domicilio. Il progetto che abbiamo sviluppato in regione Friuli Venezia Giulia, con la digitalizzazione dei distretti e dei servizi di assistenza domiciliare, rientra in questo ambito.

Quali sono i principali progetti in corso per il 2022-2023?

Zucchetti ha potenziato la sua offerta nel mondo sanità ampliando la business unit dedicata a questo settore con l’ingresso nel gruppo nel 2021 di due importanti aziende: Afea e CBA. Afea offre soluzioni integrate per la gestione di ospedali, case di cura, centri riabilitativi e poliambulatori, mentre CBA si rivolge al mercato sociosanitario e offre soluzioni gestionali per la copertura dei processi sanitari, amministrativi e di governance, ed è andata ad arricchire la proposta software per il mondo socioassistenziale già presente nel gruppo.
Scegliere Zucchetti significa avere a disposizione una gamma completa di software e servizi digitali in grado di gestire i vari aspetti dell’organizzazione, non solo quelli amministrativi e sanitari; mi riferisco ad esempio alla gestione dell’edificio, delle manutenzioni e all’energy management, tema, quest’ultimo, molto attuale. Centrale, in questa strategia, sono le risorse umane: le organizzazioni sanitarie sono fatte di persone che lavorano per altre persone: i pazienti. Mettere a disposizione strumenti digitali che facilitino, snelliscano e rendano più sicuro il lavoro dei professionisti e degli operatori significa per noi dare un contributo alla salute dei cittadini.

Leggi tutti i contributi dello speciale Digital Health Summit

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