La realizzazione dei progetti di trasformazione digitale è frenata dalla mancanza di personale competente, soprattutto quando si tratta di implementare le tecnologie più innovative, quelle legate all’utilizzo del cloud per valorizzare i big data, con gli analytics, l’AI e le pratiche DevOps/low-code. 
In particolare, mancano le competenze Ict specialistiche, tanto da rappresentare un importante elemento di ritardo per il Paese. Una situazione per comprendere la quale Anitec-Assinform si è attivata sulla scorta di un positioning paper elaborato in collaborazione con la professoressa Rossella Cappetta e il professor Maurizio Del Conte dell’Università Bocconi di Milano. La ricerca analizza l’attuale sistema di formazione per le professioni Ict ma formula anche proposte per realizzare un modello di “scuola diffusa” a partire dalla collaborazione pubblicato-privato, con suggerimenti specifici per la progettazione e l’attuazione di un sistema di formazione diffusa al lavoro in ambito Ict ed indicazioni di policy a supporto della fattibilità del sistema. Sulla scorta dei dati del paper – La Formazione delle Competenze Avanzate Ict: Linee Guida per una Scuola Diffusa, questo è il suo titolo – nasce il progetto per individuare le professioni Ict più richieste e le competenze a esse associate.

Rossella Cappetta
Rossella Cappetta, professore associato dipartimento di Management e Tecnologia

I dati sono quelli dell’Osservatorio delle Competenze Digitali che fa riferimento alla tassonomia delle professioni Ict e-CF 4.0 realizzata a livello europeo ed utilizzata in Italia per certificare le professioni Ict stesse attraverso le norme Uni (in particolare Uni 11506). La tassonomia è stata quindi affinata, considerando anche le certificazioni sulle specifiche tecnologie che emergono nel tempo e ne fanno parte 37 figure professionali Ict ben definite, per le quali sono state raccolte le web vacancy.

L’ufficio studi Anitec-Assinform ha quindi integrato la base di dati con l’analisi degli annunci dai portali del lavoro per le professioni Ict fino a giugno 2022 e ha selezionato gli ambiti professionali “accessibili” per i quali si stima una elevata domanda di lavoro attuale e a breve termine e sarebbe anche possibile predisporre percorsi di formazione ad hoc tra i sei ed i dodici mesi anche dopo il diploma di scuola secondaria superiore, ma anche come riqualificazione o come aggiornamento per competenze Ict acquisite.

I numeri: per 89mila web vacancy Ict, 57mila sono accessibili anche senza laurea o con “formazione informale”, e di queste 32mila fanno riferimento alla professione di sviluppatore. Invece, 25mila sono distribuite tra le altre professioni tra cui mobile application developer, digital media specialist, systems analyst, cloud specialist, enterprise architect, test specialist, data specialist, information security specialist, database administrator, DevOps expert, network specialist, data scientist, web data scientist, information security manager, big data specialist.

Maurizio Del Conte
Maurizio Del Conte, professore ordinario dipartimento di Studi Giuridici

A fronte di una mancanza importante servirebbe fornire un punto di raccordo e accesso alle risorse e ai percorsi, scalare e integrare i progetti virtuosi, facilitare il rapporto con il mondo della scuola e dell’università ed a tutti l’accesso ad un catalogo formativo Ict completo. Esigenze che incontrano i presupposti alla base del progetto Scuola Diffusa di Anitec-Assinform: la formazione al lavoro, continua e trasversale utile alla produttività e a rendere sostenibile il sistema economico ed a consentire di sostenere la sfida dell’innovazione e soddisfarne il fabbisogno di professionisti qualificati. Ed insieme alla formazione anche la definizione di strategie e azioni per mettere a sistema, su scala, le iniziative di formazione delle competenze specialistiche Ict. 

Tra le criticità più “immediate” vi è il bisogno di far incontrare la rilevante offerta di lavoro con una domanda non omogenea né da parte di professionisti con esperienza né dei giovani in ingresso nel mercato lavorativo. Serve fare leva su quanto di buono è stato fatto dalle scuole di impresa nelle aziende Ict dotate di un sistema di formazione aziendale professionalizzato e scalabile, internalizzato o in partnership stabile con altri soggetti, ma anche andare oltre superandone la frammentazione e promuovendone il coordinamento. Con Cappetta e Del Conte, Anitec-Assinform legge due livelli di “sistematizzazione” della formazione Ict avanzata: formalizzazione e convergenza dei percorsi nei sistemi aziendali, e fra sistemi aziendali di formazione e sistema di istruzione tecnica nei programmi diffusi di istruzione/formazione tecnica superiore, permanente e continua.

Le linee guida Anitec-Assinform

Su queste basi, declinando i fattori di successo di tali best practice sulla realtà nazionale, Anitec-Assinform vuole offrire gli elementi per potere definire delle linee guida di progettazione e implementazione di un ‘sistema’ di formazione diffusa al lavoro Ict che abbia impatto trasversale e sia efficace.

Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform
Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform

“Grazie alla crescita del mercato digitale in corso e alla sua più naturale convergenza verso lavori e percorsi formativi condivisi, l’ambito Ict può rappresentare davvero un grande laboratorio per la costruzione nel Paese di quel sistema di formazione diffusa al lavoro che garantirebbe percorsi di apprendimento continui, permanenti e coerenti con la crescita sostenibile della comunità – commenta Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform -. Ed il bando di un miliardo di euro appena annunciato in attuazione della missione 5 del Pnrr per la formazione delle competenze digitali di base e specialistiche e per la transizione ecologica può diventare una leva efficace alla tempestiva implementazione di questo sistema per la formazione diffusa di specialisti Ict , se potrà agire come catalizzatore di progetti e attori della formazione convergenti su progetti di formazione coerenti con l’evoluzione tecnologica globale e le necessità delle nostre imprese”.

Cinque quindi gli elementi distintivi di un sistema formativo diffuso adeguato: struttura dinamica e modulare con durata triennale, attraverso un programma strutturato per step chiari (attività di condivisione della metodologia, comunicazione, round pilota, round a regime – formazione, accompagnamento al lavoro, monitoraggio) e tempi e metodi di valutazione del raggiungimento degli obiettivi, per le imprese, persone e comunità (1); criteri chiari di identificazione della popolazione coinvolta (2); criteri chiari di identificazione di luoghi e attori formativi che possono essere imprese sia Ict, ma anche non Ict, enti e fondazioni Its (3);  governance congiunta e steering committee per la co-progettazione (attore pubblico, parti sociali, fondazioni Its) e il monitoraggio (4); risorse e misure di policy definite attraverso criteri oggettivi per favorire convergenza degli attori e raggiungimento dei risultati (5).

Il ruolo di associazioni, fondazioni Its e imprese, si capisce, è fondamentale, nella definizione dei percorsi e nella condivisione degli stessi, fino alla certificazione formalizzata in modo coerente con le esigenze in evoluzione del mercato. C’è da lavorare poi sulla capacità di veicolare le opportunità aperte anche attraverso la rete dei centri per l’impiego per consentire alle persone di accedere a un lavoro di qualità ed alle imprese di disporre di personale qualificato per migliorare i propri risultati.

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