Al via Never stop innovating. La rubrica nasce dalla collaborazione editoriale tra Inno3 e Cefriel. L’obiettivo di Cefriel è promuovere la collaborazione e la condivisione di conoscenze tra mondo della ricerca, realtà produttive e sistema economico. E’ necessario accompagnare le imprese nel loro percorso di innovazione digitale e Cefriel si propone in questo percorso come abilitatore e scientific trusted advisor. Ne parliamo con Alfonso Fuggetta, AD e direttore scientifico.
La variabile tempo, quasi più preziosa delle risorse finanziarie. Qual è l’approccio che le imprese devono avere rispetto al tema dell’innovazione, considerando che le classifiche europee ci vedono ancora in fondo alla classifica per grado di digitalizzazione?
Bisogna eliminare in primo luogo tutte le fonti di manualità in processi che non hanno alcun valore aggiunto. Pensiamo per esempio alla raccolta ed analisi dei dati: l’azienda deve operare in “real-time” nel senso che quando un dato viene generato in una qualunque forma deve entrare nei sistemi informativi aziendali ed essere subito disponibile. L’azienda deve essere in grado di sapere che sta succedendo in un determinato momento, senza ritardi o approssimazioni.
Un altro esempio è legato alle metodologie di lavoro agili che in molti casi possono servire ad accelerare e rendere più flessibile l’attività delle persone.
Quali sono le difficoltà che incontrano le imprese nei progetti di trasformazione digitale, e quale percorso devono impostare?
Un primo tema è quelle delle competenze e le imprese devono realmente aprirsi con l’open innovation, che è innanzitutto disponibilità ad accogliere contributi ed esperienze esterne all’azienda. Non è possibile illudersi che l’azienda sia sufficiente a se stessa. Non è più così, forse non lo è mai stato. In secondo luogo – specialmente le piccole imprese – si devono trovare modalità reali (e non formali) di collaborazione ed integrazione con altri attori della filiera, per essere così capaci di affrontare investimenti ed iniziative sul fronte dell’innovazione.
Una delle caratteristiche distintive di Cefriel è quella di garantire il trasferimento di conoscenza alle imprese, facendo da ponte con la ricerca e quindi con l’università. Quanto è importante questo legame per trasferire competenze aggiornate?
È vitale in quanto è necessario creare e alimentare un canale organico, continuo e sistematico che “sposti” informazioni, conoscenze, know-how tra i luoghi dove esse sono create verso tutti i beneficiari. È un processo bidirezionale che vede come protagonisti sia i centri di ricerca che le imprese, ciascuno per le proprie specificità e caratteristiche.
Cosa possono fare le imprese e le pubbliche amministrazioni per costruire posti di lavoro inclusivi, che offrano opportunità di crescita e che siano quindi attrattivi per i talenti? Il never stop innovating vale anche per il lavoro?
Sono molte le dimensioni che vanno a costituire un bel lavoro. Nel saggio pubblicato di recente da Egea ne indico una decina quali: significato e valore del lavoro, modo secondo cui viene svolto, sicurezza, flessibilità, remunerazione, possibilità di imparare e crescere. Certamente, non tutti i posti di lavoro possono avere la stessa combinazione di caratteristiche e con la stessa intensità, ma è vitale che da un lato le imprese lavorino nel massimizzare queste dimensioni e che, dall’altro, i lavoratori possano sviluppare professionalità e competenze che mettano loro in grado di qualificarsi per posti di lavoro di qualità e quindi vivere al meglio queste dimensioni importanti della propria esistenza.
Perché Never stop innovating?
Non si finisce mai di innovare. Una innovazione di oggi sarà domani superata da nuove scoperte, idee, proposte. Per cui è una dimensione permanente ed essenziale della nostra vita di singoli e delle imprese.
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