Gli investimenti sui tre pilastri della trasformazione in ambito “future of work”, ovvero l’esperienza ‘aumentata’, la cultura del lavoro ibrido e i cambiamenti nella gestione degli spazi, sono alla base di qualsiasi trasformazione volta ad incrementare l’efficienza dei dipendenti e dell’ambiente di lavoro, ed il focus dello studio di Idc che analizza  opportunità e trend di investimento con alcune informazioni chiave relative a un mercato che è in rapida crescita e destinato a svilupparsi ulteriormente nei prossimi cinque anni.

Il lavoro ibrido non è più ritenuto una modalità temporanea per consentire il proseguimento delle attività ma caratterizzerà invece il mondo del lavoro per i prossimi anni. Si tratta di “abilitarne” le potenzialità, e le organizzazioni, lo abbiamo visto in diversi contributi, sono chiamate a mettere in campo tecnologie, servizi e processi nuovi, investendo, per incrementare effettivamente la produttività delle persone. Lo evidenzia la ricerca di Idc Worldwide: Future of Work – Spending Guide. In particolare la ricerca mostra che le organizzazioni sono pronte a spendere poco meno di un miliardo di dollari in questo ambito con un incremento del 18,8% rispetto al 2022

Holly Muscolino
Holly Muscolino, VP Idc,Content Strategies and The Future of Work

Importante è delineare con precisione l’area di riferimento. Gli analisti definiscono Future of Work come “cambiamento radicale dei modelli di lavoro che promuove la collaborazione uomo-macchina, facilita la maturazione delle competenze anche sulla base di esperienze costruttive attraverso luoghi di lavoro fisico ‘ri-immaginati’ da cui è possibile accedere ad ambienti di lavoro digitali estesi”.
Per Idc è importante che le organizzazioni ridefiniscano quindi le strategie di trasformazione del lavoro e riescano a definire le iniziative necessarie. Spiega Holly Muscolino, VP Idc, Content Strategies and The Future of Work: “I modelli di lavoro remoto e ibrido saranno parte integrante delle diverse pratiche supportate dal passaggio al cloud e dall’utilizzo di strumenti fisici sempre più interconnessi per operare in spazi di lavoro digitali intelligenti. Ed è già così per il 37% dei decision maker. Ora si tratta di investire nelle tecnologie anche per attrarre nuovi talenti, con meno vincoli “geografici” per esempio, a vantaggio dell’efficienza operativa e della crescita di valore. 

La “riorganizzazione” dello spazio di lavoro, da sola, concentrerà circa il 60% della spesa complessiva per il Future of Work nel 2023. Sicurezza, connettività estesa, sostenibilità e risparmio energetico, intelligenza nell’organizzazione dell’occupazione delle risorse in termini di spazio sono i punti cardine degli investimenti. Lo spazio di lavoro deve avere caratteristiche di efficienza indipendentemente che sia un luogo fisico o digitale ed indipendentemente dal momento specifico in cui viene “vissuto”. Deve quindi essere consentito sempre l’accesso alle risorse aziendali ed alla collaboration sia a chi lavora part-time come a tempo pieno, presso le sedi, come da remoto, anche quando l’impegno è temporaneo e persino considerando l’interazione con le “macchine”.

Future of Work, la spesa nei prossimi anni pilastro per pilastro (fonte: Idc)
Future of Work, la spesa nei prossimi anni pilastro per pilastro (fonte: Idc)

E’ interessante a questo proposito la lettura di Karen Massey, direttore della ricerca, Customer Insights & Analysis che evidenzia: “La produzione discreta, la produzione di processo e i servizi professionali sono i settori più ampi, che controllano poco più del 40% della spesa IT Fow. Esaminando i 26 casi d’uso nella Worldwide Future of Work Spending Guide di Idc, la robotica collaborativa, la gestione automatizzata dei clienti e l’interconnessione delle aree di lavoro collaborative è in cima alla lista”.

Karen Massey
Karen Massey, direttrice della ricerca, Customer Insights & Analysis, Idc

Dopo le voci di spesa per la gestione degli spazi di lavoro sono però abilitazione e adozione dei sistemi di collaborazione digitale a rappresentare il secondo pilastro di spesa per il Future of Work per circa il 33% delle risorse disponibili ripartite tra sistemi hardware e software per la produttività. Sono incluse le tecnologie come l’AI, la robotica, l’automazione dei processi e la realtà aumentata e virtuale (AR/VR) e proprio in questo ambito si registra la crescita più rapida di spesa nel periodo 2021-2026 con un tasso di crescita annuo composto del 23,1%.

Nel dettaglio, la più grande area di investimento nel 2023 sarà l’hardware; le aziende dovrebbero acquistare più di 300 miliardi di dollari in dispositivi endpoint, hardware, risorse IaaS, robotica e droni. Il software sarà la seconda maggiore area di spesa quest’anno con oltre 276 miliardi di dollari. Si parla quindi di applicazioni aziendali, per la gestione dei content e la collaborazione, analytics e AI, applicazioni per le risorse umane, la sicurezza, lo sviluppo e la distribuzione di software. Addirittura del 21,7% è la crescita prevista della spesa software sui cinque anni con servizi IT e servizi aziendali a sostegno degli sforzi FoW che supereranno i 185 miliardi di dollari nel 2023. Per far crescere la “cultura” del lavoro ibrido le aziende destineranno invece circa il 5% su servizi IT e aziendali necessarie ad indirizzare l’agilità organizzativa e l’innovazione. 

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