I percorsi di trasformazione delle aziende, anche nel nostro Paese, proseguono e crescono, in modo pervasivo. Pur con diversi gradi di maturità e “intensità” nella realizzazione dei programmi, non vi sono di fatto verticali o aree dimensionali aziendali che non stiano almeno valutando il cloud come elemento chiave mentre, allo stesso tempo, si riconosce che per soddisfare le diverse esigenze infrastrutturali ed applicative sia necessario aprirsi ad un approccio dinamico, valutare “tutti i cloud” tenendo come riferimento l’idea di hybrid cloud by design.
E’ il punto di avvio del confronto con Benjamin Jolivet, da poco nominato nuovo country manager di Nutanix Italia e Marco Del PlatoSystems Engineer manager di Nutanix Italia, in occasione dell’incontro con Roberto Filipelli, direttore della divisione Cloud & Enterprise di Microsoft Italia. La presenza di Microsoft è d’obbligo in relazione all’annuncio della disponibilità di Nutanix Cloud Clusters sulla piattaforma cloud Microsoft Azure per consentire alle aziende di sfruttare ambienti cloud ibridi e dotarsi di servizi cloud scalabili.

Lo scenario cloud in Italia

Uno sguardo di scenario, a partire dai dati di Nutanix Enterprise Cloud Index (giunto alla quinta edizione): “Il numero di nuove applicazioni nei data center da qui al 2026 toccherà i 750 milioni, con oltre il 50% dei dati generato all’edge (fonte: Idc), 181 gli Zettabyte di dati consumati ogni giorno (fonte: Statista) – esordisce Jolivet, ma soprattutto, l’85% di come sono configurati oggi i workload non sarà più la modalità ottimale da qui al 2027 (fonte: Gartner)”.

Benjamin Jolivet
Benjamin Jolivet, country manager di Nutanix Italia

Oggi – i dati si riferiscono ad un sondaggio che ha coinvolto 1.450 decision maker IT a livello globale tra dicembre 2022 e gennaio 2023, con l’Italia ben rappresentata – il 99% delle imprese è impegnata in attività di spostamento dei carichi su infrastrutture nuove, il 96% vorrebbe un unico ‘luogo’ per gestire applicazioni e dati distribuiti nei diversi cloud ed il 91% ritiene che la sostenibilità rappresenti una sfidaMa il 67% delle realtà riconosce anche che spostare le applicazioni è complesso e costoso ed oltre la metà del campione è preoccupata dai costi cloud”.

Tuttavia, “mentre il 92% considera la sicurezza una sfida, solo il 35% ha piena visibilità su dove risiedano i dati”. Per questo serve allineare l’infrastruttura alle esigenze (il 72% delle aziende italiane dispone di un’infrastruttura IT mista). Ed in Italia è più ampia la percezione di inadeguatezza degli ambienti infrastrutturali rispetto al resto del mondo”. Così il 97% delle imprese è convinto che spostare applicazioni e dati sia importante, “ma appena il 54% ritiene l’ambiente creato davvero ‘interoperabile’ e l’iperconvergenza è ritenuta la risposta pertinente per superare le difficoltà”.

Tendenze Infrastrutture IT e cloud in Italia
Tendenze Infrastrutture IT e cloud in Italia (fonte: Nutanix Enterprise Cloud Index)

I costi, certo, restano una sfida: “il 44% del campione italiano chiede maggiore visibilità; il 67% è convinto che la migrazione dei workload in cloud sia costosa e dispendiosa ed il 43% considera i costi legati allo storage dei dati come la principale sfida”. E la sostenibilità acquista importanza: “Rappresenta una sfida per l’89% dei rispondenti italiani, con la supply chain (48%) a rappresentare un fattore trainante”, chiude Jolivet.

Nutanix NC2 su Azure

“E’ lo scenario entro cui viene proposto Nutanix Cloud Clusters (NC2) su Microsoft Azure come risposta pertinente – si attiva Marco Del Plato – che inquadra quindi “la possibilità di arrivare a disporre di un vero cloud ibrido, multicloud, per posizionare i workload nel modo più corretto nel modo più semplice”. Dalla scelta tra un data center di prossimità e l’hyperscaler – funzionale però solo in relazione ad un ambiente monolitico costituito da “applicazione-sistema operativo-server” – oggi l’applicazione stessa può vivere in parte on-prem, sulle risorse offerte dall’hyperscaler o presso il service provider.

Marco Del Plato
Marco Del Plato, Systems Engineer manager, Nutanix

“Ed i team IT hanno bisogno di poter gestire in modo standardizzato il posizionamento del dato e dell’applicazione e in un ambiente sicuro, abbattendo i costi e mantenendo il controllo”. Ecco che il punto di partenza allora è per Nutanix rappresentato dalla possibilità di rendere invisibile/trasparente il concetto di DC, semplificando le operazioni complesse”. Lo step attuale vede ora l’azienda aprire la possibilità di “estendere questa idea di data center anche verso Azure – mentre la stessa possibilità è già stata abilitata su cloud Aws dal 2020 (Ndr.). E’ possibile quindi beneficiare delle possibilità offerte dal public cloud, in poco tempo, e con le competenze già “a bordo”, perché “dalla  stessa piattaforma con cui si gestisce il DC on-prem si gestisce anche la risorsa presso l’hyperscaler.

I “passaggi” richiedono di modernizzare il DC on-prem, certo, quindi decidere quali siano i punti (le applicazioni) da gestire in modo prioritario e dove, con la componente iperconvergente di Nutanix che continua a rivelarsi abilitante proprio per questo obiettivo. Ora è possibile approdare su Azure utilizzato per estendere su queste risorse in cloud il DC e portare all’interno di Azure tutte le capabilities di Nutanix. “Una volta ‘approdati’ nel DC Azure, è quindi possibile sfruttare i servizi Azure per la preparazione dell’ambiente e disporre da gestire in modo uniforme anche la componente on-prem, con diversi nodi che ‘dialogano’ tra loro e con la componente di networking estesa su Azure”.

Nutanix NC2 su Azure
Nutanix NC2 su Azure

Nutanix Cloud Clusters (NC2) sulla piattaforma cloud Microsoft Azure, si qualifica quindi come proposta di cloud ibrido per guadagnare piena mobilità delle applicazioni, e una gestione unificata, attraverso Nutanix Cloud Platform e i servizi di cloud pubblico Microsoft Azure, con i relativi strumenti di sicurezza (per esempio anche quelli di disaster recovery), riconoscimento di identità e analisi, oltre alla possibilità di ottimizzare i costi delle licenze esistenti per la distribuzione su Azure. Soprattutto le aziende “guadagnano in elasticità per quanto riguarda la gestione delle risorse attive/attivabili”. Rapidità nell’accesso alle risorse e flessibilità sono abilitate grazie ad una gestione seamless tra cloud privati e cloud Azure senza bisogno di riprogettare le applicazioni – e quindi senza dover ricorrere a costose e lunghe operazioni di refactoring o retooling – ma anche scalando in modo veloce i carichi di lavoro migrando e modernizzando i propri data center e spostando facilmente le applicazioni e i dati esistenti.

Roberto Filipelli
Roberto Filipelli, direttore divisione Cloud & Enterprise, Microsoft Italia

Le risorse Nutanix in cloud sono quindi accessibili direttamente dal portale Azure e l’offerta è già attivabile nei DC di Londra, e a breve anche nei DC Azure di Amsterdam e di Francoforte, con i clienti quindi che mantengono un rapporto diretto con l’hyperscaler.

Roberto Filipelli, direttore della divisione Cloud & Enterprise di Microsoft Italia
: “Sempre più clienti stanno abbracciando i vantaggi del passaggio al cloud per sostenere la propria crescita e trasformazione digitale. La collaborazione con aziende come Nutanix consente di espandere la capacità di Microsoft di supportare le diverse esigenze dei nostri clienti indirizzando i temi come quello dell’ottimizzazione dei costi per le imprese, ma anche quello della sicurezza, nonché la sostenibilità“. La disponibilità della piattaforma Nutanix on-premise ed in Azure – la stessa – “consente il dialogo tra le risorse attraverso la rete ed è possibile migrare le virtual machine in modo trasparente anche a livello applicativo, riducendo i costi infrastrutturali”. Non solo: il livello di standardizzazione, abilitato dal layer infrastrutturale Nutanix, consente all’ambiente on-prem e a quello generato sui diversi cloud provider di “dialogare”. Serve poi aiutare i clienti a generare applicazioni che siano effettivamente in grado di sfruttare servizi dei diversi cloud provider e per i partner la proposizione rappresenta un’importante opportunità anche in questa direzione, considerato anche che tanti partner Nutanix sono già anche partner Microsoft.  

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