Cambiano i modelli di business che fanno leva sempre di più sulle tecnologie digitali e cambiano, insieme ad essi, le formule organizzative aziendali, le modalità di lavoro. Di pari passo si evolvono anche le competenze necessarie. E così, per accompagnare la transizione 4.0 le organizzazioni decidono di affiancare alla dotazione tecnologica che entra in azienda figure specializzate con un portafoglio di competenze digitali da applicare ai diversi processi. Quelle di analisti, progettisti software, ingegneri elettronici e per le telecomunicazioni, ma anche ingegneri energetici e meccanici. Programmatori, tecnici Web esperti in applicazioni, tecnici dell’organizzazione della gestione dei fattori produttivi spiccano invece tra le figure più richieste.

Imprese che hanno adottato piani integrati di investimenti digitali
Imprese che hanno adottato piani integrati di investimenti digitali (fonte: Unioncamere – Anpal, Sistema Informativo Excelsior, 2022)

Lo dicono i numeri della ricerca Competenze Digitali 2022 del Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e Anpal. Realizzata con il Centro Studi delle Camere di commercio G. Tagliacarne evidenzia, come primo dato rilevante, che nel 2022 su dieci assunzioni sono state richieste in almeno sei casi competenze digitali di base, che risulta quindi evidente oggi siano imprescindibili.
Con sette aziende su dieci che hanno investito in almeno uno degli ambiti chiave della digital transformation e oltre il 40% delle aziende proiettato a far leva sulle tecnologie digitali o comunque a cambiare i processi. Potrebbe non stupire più di tanto. Se non fosse che sono numeri che continuano a crescere anche rispetto al quinquennio 2017-2021.

Le competenze digitali di base per la comunicazione multimediale compaiono in circa 3,3 milioni di profili ricercati (il 64% del totale), in 2,7 milioni quelle matematiche e informatiche, in 1,9 milioni quelle per la gestione di soluzioni innovative. Purtroppo, più cresce l’importanza delle skill richieste, meno figure si trovano e, se già per le competenze di base la difficoltà di reperimento è del 41,8%, questa percentuale cresce al 44,2% per il grado di importanza elevato. Entrando appena un poco di più nello specifico, per le capacità matematico-informatiche il gap passa dal 42,7% al 47,7% e, per quelle 4.0, dal 43,7% al 47,1%.

Le 10 competenze più richieste dalla imprese
Le 10 professioni più richieste dalla imprese con competenze per gestire soluzioni innovative (valori assoluti e quote % sul totale, fonte: Unioncamere – Anpal, Sistema Informativo Excelsior, 2022)

Competenze richieste, le geografie

Per quanto riguarda invece l’analisi geografica per l’Italia, se si parla delle competenze digitali di base, esse vengono ritenute molto importanti nell’ordine per 168mila lavoratori ricercati in provincia di Milano, 126mila a Roma, quasi 57mila a Torino e oltre 55mila in provincia di Napoli. Mentre ad “innalzare” l’asticella delle skill richieste, sono sempre la provincia di Milano con oltre 113mila assunzioni, quella di Torino con quasi 44mila – e a seguire Bologna (oltre 23mila) e Brescia (quasi 22mila) – le realtà che programmano il maggior numero di assunzioni per richiesta di capacità di utilizzare linguaggi e metodi matematici e informatici con grado di importanza elevato.
I territori che prevedono le competenze 4.0 come requisito importante sono di nuovo assimilabili, nell’ordine, alle provincie in cerca di competenze digitali di base, anche se con altri numeri. Quindi, si parla di 80mila assunzioni programmate in provincia di Milano, quasi 56mila in quella di Roma, oltre 30mila a Napoli e circa 29mila a Torino (tutti i dati chiaramente sono riferiti sempre al 2022).

E-skill combinate, criticità elevata

Facile immaginare che, a fronte della ricerca di un mix di competenze digitali, le criticità delle carenze si facciano sentire. Quando si parla infatti di e-skill combinate, anche i numeri mutano. La padronanza di almeno due delle tre competenze digitali chiave (comunicazione visiva, linguaggi matematici, su soluzioni 4.0) riguarda 823mila posizioni. Erano “solo” 646mila lo scorso anno.

Significa che il gap diventa di anno in anno più importante ma intanto si chiede il “mix” ad un candidato laureato su due in fase di assunzione. In particolare nelle materie Stem come ingegneria elettronica e dell’informazione (87,5%) e scienze matematiche e fisiche ed informatiche (87,2%). Ancora più importante è possedere un mix di e-skill nel caso in cui gli studi si fermino al quinto anno delle superiori. Infatti, la percentuale più alta (54% circa) riguarda i diplomati Its Academy il cui percorso formativo è valutato comunque di valore per i processi di trasformazione digitale e per lo stretto collegamento con le esigenze del tessuto imprenditoriale e produttivo.

Entrate programmate
Entrate programmate nel 2022 in cui sono richieste le competenze per il digitale (e-skill) per importanza (fonte: Unioncamere – Anpal, Sistema Informativo Excelsior, 2022)

La misura delle “carenze” fotografata dalla ricerca balza subito agli occhi perché le difficoltà di reperimento raggiungono il 47,3% della domanda, ma soprattutto è in crescita di 7,1 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Questo significa quindi che, nonostante gli sforzi in atto, ancora non si stia riducendo il gap. Un gap che si concentra nell’ambito delle professioni specialistiche legate all’implementazione dei processi di digitalizzazione, quali matematici, statistici e professioni assimilate, dove le e-skill sono state ritenute di difficile reperimento nell’82,7% delle entrate, solo poco più semplice è trovare ingegneri elettrotecnici (80,8%), ingegneri elettrotecnici (71,3%), analisti e progettisti di software (64,7%) e progettisti e amministratori di sistemi informatici (64,2%).

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