Buon anno digitale all’Europa. Lo augura la Dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali finalmente approvata dal parlamento europeo, a un anno di distanza dalla sua presentazione nel gennaio 2022. Il testo – definito il “Dna digitale” dell’Europa – sancisce l’impegno dell’Unione Europea per attuare una trasformazione digitale sicura e sostenibile, centrata sulle persone e in linea con i valori e i diritti fondamentali dell’Unione.

Una dichiarazione che si basa sulle politiche digitali esistenti (protezione dei dati, e-privacy, diritti dei lavoratori, giurisprudenza della Corte di giustizia) ed è formata da sei capitoli, che mirano a garantire connettività digitale per tutti, con attenzione non solo alla sicurezza dell’ambiente digitale (in ufficio, a casa, per minori, cittadini, lavoratori) ma anche all’impatto che il digitale ha sull’ambiente. Perché il digitale consuma.

Ecco i sei capisaldi:
1. Mettere le persone al centro della trasformazione digitale;
2. Sostenere la solidarietà e l’inclusione attraverso la connettività, l’istruzione digitale, la formazione e le competenze, condizioni di lavoro giuste ed eque e l’accesso ai servizi pubblici digitali;
3. Ribadire l’importanza della libertà di scelta e di un ambiente digitale equo;
4. Promuovere la partecipazione allo spazio pubblico digitale;
5. Aumentare la sicurezza e l’empowerment nell’ambiente digitale, in particolare per i giovani;
6. Promuovere la sostenibilità.

“La firma della Dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali riflette il nostro obiettivo condiviso di una trasformazione digitale che metta le persone al primo posto – ha commentato Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, alla firma dell’atto il 15 dicembre scorso -. I diritti enunciati nella nostra Dichiarazione sono garantiti per tutti nell’UE, sia online che offline. E i principi digitali sanciti nella Dichiarazione ci guideranno nel nostro lavoro su tutte le nuove iniziative”.
Saranno validi per aziende private e pubbliche amministrazioni che si occupano di nuove tecnologie e definiranno l’approccio dell’Unione alla trasformazione digitale globale, soprattutto laddove è richiesta una risposta politica coordinata per portare avanti gli impegni presi al 2030 (Digital Compass 2030).
La Dichiarazione è oggi l’ultimo tassello di un pacchetto di norme che regola il digitale che si è fatto via via sempre più consistente a beneficio di tutti: la Dichiarazione dei diritti e dei principi digitali si aggiunge alle precedenti iniziative digitali degli stati membri, come la Dichiarazione di Tallinn sull’e-government, la Dichiarazione di Berlino sulla società digitale e il governo digitale basato sui valori e la Dichiarazione di Lisbona sulla democrazia digitale

L’auspicio del presidente Mattarella

Buon anno digitale all’Italia. Lo augura agli italiani Sergio Mattarella, che nel suo messaggio di fine anno non ha mancato di sottolineare l’importanza delle nuove tecnologie per governare l’innovazione e migliorare le nostre vite, “per stare dentro al nostro tempo, non in quello passato, con intelligenza e passione“.

Il presidente della Repubblica parla di transizione energetica (primo cambiamento richiesto), trasformazione digitale (secondo), investimento in competenze (terzo). Alcuni passaggi del suo discorso. “Pensiamo alle nuove tecnologie, ai risultati straordinari della ricerca scientifica, della medicina, alle nuove frontiere dello spazio, alle esplorazioni sottomarine. Scenari impensabili fino a pochi anni fa e ora davanti a noi. Sfide globali, sempre. Perché è la modernità, con il suo continuo cambiamento, a essere globale… Pensare di rigettare il cambiamento, di rinunciare alla modernità non è soltanto un errore: è anche un’illusione. Il cambiamento va guidato, l’innovazione va interpretata per migliorare la nostra condizione di vita, ma non può essere rimossa. La sfida, piuttosto, è progettare il domani con coraggio”.

Per poi dettagliare le tre transizioni. “Mettere al sicuro il pianeta, e quindi il nostro futuro, il futuro dell’umanità, significa affrontare anzitutto con concretezza la questione della transizione energetica (1) … L’altro cambiamento che stiamo vivendo, e di cui probabilmente fatichiamo tuttora a comprendere la portata, riguarda la trasformazione digitale (2). L’uso delle tecnologie digitali ha già modificato le nostre vite, le nostre abitudini e probabilmente i modi di pensare e vivere le relazioni interpersonali. Le nuove generazioni vivono già pienamente questa nuova dimensione. La quantità e la qualità dei dati, la loro velocità possono essere elementi posti al servizio della crescita delle persone e delle comunità. Possono consentire di superare arretratezze e divari, semplificare la vita dei cittadini e modernizzare la nostra società. Occorre compiere scelte adeguate, promuovendo una cultura digitale che garantisca le libertà dei cittadini.
Il terzo grande investimento sul futuro è quello sulla scuola, l’università, la ricerca scientifica (3). E’ lì che prepariamo i protagonisti del mondo di domani. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza spinge l’Italia verso questi traguardi. Non possiamo permetterci di perdere questa occasione. Lo dobbiamo ai nostri giovani e al loro futuro”.

Se il buon giorno si vede dal mattino, in questo anno che porta con sé molte incertezze (economia, politica, guerra, pandemia), l’impegno preso sul digitale è ben rimarcato, a livello europeo e italiano. E mi auguro sia di buon auspicio. Lascio i dubbi, i “tra il dire e il fare”, un attimo assopiti.

Post scriptum

Punto di partenza 2023. Il resoconto di fine anno pubblicato dal Dipartimento della trasformazione digitale parla del raggiungimento degli obiettivi in materia di transizione digitale previsti dal Pnrr nel secondo semestre 2022. Cosi riassunti.
Nell’ambito della strategia Cloud Nazionale sono stati attivati ad ottobre la Piattaforma Digitale Nazionale Dati (Pdnd, per lo scambio di informazioni tra gli enti e la pubblica amministrazione), il Polo Strategico Nazionale (Psn, l’infrastruttura cloud che ospiterà i dati e i servizi delle pubbliche amministrazioni italiane), la nuova società italiana 3-I (che avrà il compito di sviluppare, manutenere e gestire le soluzioni software a supporto della trasformazione digitale della PA), i primi servizi dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (Acn).

Quest’ultima è stata nominata nei primi giorni del 2023 come l’ente di qualificazione dei fornitori di cloud pubblico e dei loro servizi, per verificare che i livelli di servizio dichiarati siano in linea con i requisiti necessari di sicurezza, affidabilità e rispetto delle normative rilevanti. Dal 19 gennaio il processo di qualificazione dei fornitori passerà quindi dall’AgID all’Acn. “L’Agenzia ha tuttavia previsto un periodo transitorio fino al 31 luglio, per garantire la continuità dei servizi qualificati già in uso alle amministrazioni e assicurare, così, un graduale passaggio verso un nuovo sistema coerente con le misure della Strategia Nazionale di Cybersicurezza e le indicazioni della Strategia Cloud Italiarecita il comunicato ministeriale -. Il regime ordinario partirà il 1 agosto assieme al nuovo regolamento Acn e alla procedura di qualificazione online”. Un cambiamento forte. 

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