E’ tra i primi risultati concreti di un vero e proprio partenariato a lungo termine la collaborazione tra Commissione Europea e Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) concretizzata in questi giorni attraverso la scelta dell’Oms di istituire una rete globale di certificazione sanitaria digitale fondata sulle basi del quadro, dei principi e delle tecnologie aperte dall’Unione Europea scelti per il sistema di certificazione Covid-19.

Il sistema europeo ha fatto scuola ed ora grazie a questa collaborazione l’Oms agevolerà sulla base delle scelte compiute dall’UE questa tipologia di processo a livello globale nell’ambito della propria struttura con l’obiettivo di consentire a tutti i Paesi di beneficiare della convergenza dei certificati digitali. Si tratta di un processo, si sottolinea, che tra gli altri vantaggi comprende anche quello di prevenire le frodi grazie all’utilizzo per i sistemi di convalida delle firme digitali in un contesto per cui l’Oms non avrà accesso ai dati personali, che continuerebbero a essere di esclusiva competenza dei governi. 

Il partenariato prevede inoltre una stretta collaborazione nello sviluppo, gestione implementazione del sistema dell’Organizzazione proprio sulla base delle competenze tecniche maturate dalla Commissione negli anni della pandemia, garantendo inoltre che gli attuali certificati digitali continuino a funzionare. Concretamente, a partire da questo mese di giugno, l‘Oms adotta il sistema di certificazione Covid dell’Unione per il suo sistema globale di certificazione sanitaria volto a favorire la mobilità sicura e a proteggere le popolazioni da eventuali nuove minacce.

Tedros Adhanom Ghebreyesus
Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale Oms

Quello che è stato in alcuni momenti un “certificato” anche molto contestato, oggi diventa un vero e proprio riferimento. Per agevolare la libera circolazione al suo interno, l’UE ha “inaugurato” il Certificato Digitale Covid (EU Dcc) il 1 luglio 2021, quando è entrato in vigore il relativo regolamento ed ha realizzato certificati interoperabili (denominati certificati Covid digitali dell’UE) in breve tempo. Sulla base di tecnologie e standard open source, i certificati hanno consentito anche il collegamento sempre più diffuso di Paesi terzi che hanno rilasciato certificati conformi alle specifiche EU Dcc, e si sono convertiti rapidamente alla soluzione più utilizzata. 

Ora tra gli obiettivi quello di aiutare il sistema Oms a livello tecnico affinché questa tipologia di certificazione possa coprire ulteriori casi d’utilizzo tra cui la digitalizzazione del certificato internazionale di vaccinazione o profilassi, sulla base di valori e principi condivisi orientati alla trasparenza, all’inclusività ed all’apertura con al centro la protezione dei dati e la privacy, con pari opportunità di partecipazione per i Paesi a basso e medio reddito.

L’accordo concretizza i patti di cooperazione strategica sulle questioni sanitarie globali già sottoscritti all’inizio di dicembre del 2022 tra il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, e Stella Kyriakides, commissaria UE per la salute e la sicurezza alimentare.

Stella Kyriakides
Stella Kyriakides, commissaria UE per la salute e la sicurezza alimentare

In quell’occasione l’Unione aveva presentato la sua Strategia Sanitaria Globale con al centro il conseguimento di una copertura sanitaria universale (con investimenti per 125 milioni di euro), mentre con l’Oms si era pensato ad una tabella di marcia per la collaborazione digitale con l’Oms da realizzare proprio nel corso di questo anno. La partnership per le certificazioni digitali è un primo risultato concreto in questo senso. “Grazie a questo ]…[ partenariato con l’Oms potenzieremo l’innovazione dell’UE nel settore della sanità digitale – spiega proprio Kyriakides per consentire a tutti i cittadini di spostarsi in sicurezza in tutto il mondo. Non esiste un partner migliore dell’Oms per portare avanti il lavoro che abbiamo cominciato nell’UE e sviluppare ulteriormente soluzioni globali in materia di sanità digitale”.

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