Rilasciato esclusivamente dalla piattaforma nazionale del Ministero della Salute, il Green Pass consentirà dall’1° luglio, integrandosi con il Digital Green Certificate europeo, di muoversi liberamente in tutti i Paesi dell’Unione europea. Grazie anche all’unica piattaforma tecnica voluta dalla Commissione Europea per garantire che i certificati emessi da ogni singolo stato possano essere verificati nei 27 Paesi dell’Ue, più Svizzera, Islanda, Norvegia e Lichtenstein.

Ma, più semplicemente senza volare lontano, il Green Pass permetterà gli spostamenti tra regioni di colore diverso (non dovessero tornare tutte bianche entro il 28 giugno come si auspica) o di accedere alle Rsa, partecipare a congressi, concerti, fiere, gare sportive, feste, convention di lavoro. Ritornare alla normalità, più che sognare quel volo vacanziero per andare lontano.

Che questa situazione sanitaria drammatica abbia accelerato anche la digitalizzazione di alcuni processi è evidente da un anno ormai (smart working agevolato fino al 31 dicembre 2021, crescita attesa del mercato digitale del 3,2% nel 2021) e anche le modalità per ottenere il passaporto vaccinale ne hanno beneficiato. Guardiamo come si ottiene in Italia, proprio per evitare di incorrere in siti malevoli e messaggi di malintenzionati.

Il Dpcm della scorsa settimana (17 giugno) ha definito 4 modalità digitali per permettere ai cittadini di scaricare il documento più 1 modalità cartacea (attraverso medici di base e farmacisti). Il Green Pass conterrà un QR Code che attesterà una delle seguenti condizioni (con validità temporale diversa a seconda dei casi): l’avvenuta vaccinazione (validità del pass 9 mesi), la guarigione dall’infezione Covid (validità 6 mesi), l’esito negativo di un tampone antigenico o molecolare (validità 48 ore). Sarà gratuito, disponibile per tutti, potranno averlo i cittadini dopo 15 giorni dalla vaccinazione, anche da una prima dose di un vaccino che necessita di richiamo per poi prolungarne la validità a ciclo vaccinale completato.

I Green Pass verranno generati in automatico entro il 28 giugno dalla piattaforma messa a punto da Sogei, a partire dalle vaccinazioni effettuate dal 27 dicembre 2020. E i certificati rilasciati prima della data del Dpcm (17 giugno) verranno a loro volta resi disponibili.

Guardiamo alle modalità digitali per ottenerlo. Quattro strade accessibili.

1 – Accedendo al sito governativo www.dgc.gov.it (Dcg è acronimo di Digital Green Certificate) dove il cittadino si autenticherà con Spid, carta identità elettronica o tessera sanitaria dopo avere ricevuto un codice via email (solo dall’indirizzo [email protected]) o via Sms (solo dal Ministero della Salute, sul numero segnalato in fase di adesione al servizio vaccinale). Un codice che, abbinato ai dati contenuti nella tessera sanitaria, permetterà di ottenere la certificazione green. (Sottolineiamo solo perché questa campagna di massa solleticherà sicuramente la mente malevole dei cybercriminali).

Il codice in arrivo sarà a sua volta diverso a seconda della storia personale del cittadino. Sarà un Authcode (se a valle di una vaccinazione), un Cun (Codice Univoco Nazionale se tampone molecolare), un Nrfe (Numero di Referto Elettronico se tampone antigenico) o Nucg (Numero Univoco di Guarigione).

2 – Sull’app Immuni, nella sezione Eu digital Covid certificate, inserendo gli stessi dati che si utilizzerebbero sul sito Web. In questo caso la certificazione verrà mostrata sul cellulare e il QR code potrà essere salvato soltanto sul telefonino dell’utente, mantenendone l’anonimato sull’app.

3 – Sul fascicolo sanitario elettronico, i cui indirizzi regionali sono già inseriti nel sito www.dgc.gov.it.

4 – Sull’app IO, dove il Green Pass arriverà in modo automatico, senza richieste aggiuntive di autenticazione, informando il cittadino ogni volta ci sarà una certificazione disponibile.

Rimane valida per chi non ha strumenti digitali la modalità di richiesta del certificato cartaceo al medico di base o al farmacista che potranno recuperare il documento semplicemente abbinando codice fiscale e tessera sanitaria dell’utente, stampandone una copia da consegnare al cittadino.

Ma chi potrà verificare il Green Pass? Saranno solo gli operatori previsti sul sito ministeriale a poter controllare il certificato attraverso l’unica app ufficiale – l’App VerificaC19 –  che “consente di verificare l’autenticità e la validità delle certificazioni senza la necessità di avere una connessione internet (offline) e senza memorizzare informazioni personali sul dispositivo del verificatore”.  L’app VerificaC19 legge il QR Code, ne estrae le informazioni e procede con il controllo del sigillo elettronico. Possono verificare il Green Pass, secondo le indicazioni del Dpcm, sei tipologie di operatori:

  • i pubblici ufficiali nell’esercizio delle relative funzioni,
  • il personale addetto ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento e di spettacolo in luoghi aperti al pubblico o in pubblici esercizi,
  • i soggetti titolari delle strutture ricettive e dei pubblici esercizi per l’accesso ai quali è prescritto il possesso di certificazione verde Covid-19, nonché i loro delegati,
  • il proprietario o il legittimo detentore di luoghi o locali presso i quali si svolgono eventi e attività per partecipare ai quali è prescritto il possesso di certificazione verde Covid-19, nonché i loro delegati,
  • i gestori delle strutture che erogano prestazioni sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali per l’accesso alle quali in qualità di visitatori sia prescritto il possesso di certificazione verde Covid-19, nonché i loro delegati.

L’accelerata digitale è evidente. Basta guardare la diffusione di Spid quest’anno sul sito che ne monitora in tempo reale l’adozione. Fino ad oggi sono state erogate 21.758.766 identità digitali (un terzo della popolazione).

E la media settimanale delle identità rilasciate dà una idea dell’incalzare. Se nei primi cinque mesi 2020 sono state rilasciate circa 76mila identità, nei successivi sette mesi ne sono state rilasciate circa 262mila. Poi l’impennata: nel solo mese di gennaio 2021 sono state rilasciate tante Spid quante nei sette mesi precedenti del 2020, cioè 261mila identità. E via via a questo ritmo: a febbraio 216mila, a marzo circa 218mila, ad aprile 279mila identità, a maggio 188mila identità. E vedremo a fine mese di giugno il numero raggiunto.

Per ora il 1° luglio segnerà la tappa successiva del Green Pass italiano per muoversi in Europa. Tutti tasselli che motivano gli utenti a richiedere sempre più la Spid per accedere in modo univoco ai servizi della PA.

Le tappe per l'attuazione in Europa
Le tappe per l’attuazione in Europa del Green Pass: “Una certificazione in formato digitale e stampabile, emessa dalla piattaforma nazionale del Ministero della Salute, che contiene un QR Code per verificarne autenticità e validità”

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Condividi l'articolo: