Tra i fattori che più influenzano l’adozione del cloud computing nel settore media ed entertainment (M&E) vi sono le aspettative del pubblico – per quanto riguarda la customer experience – e l’incremento del volume dei dati legato all’utilizzo delle piattaforme da parte delle aziende.
Lo dice una ricerca commissionata da Akamai e condotta a a giugno da Forrester Consulting che ha intervistato 225 responsabili IT di aziende del settore M&E per chiedere loro cosa come gestiscono le strategie per il cloud e comprendere i trend. Si tratta di interviste somministrate nella maggior parte dei casi ai decision maker in grado di influenzare le scelte sulle architetture di streaming e/o sui workflow cloud all’interno della propria organizzazione.
Un primo dato: il 73% delle aziende M&E sta valutando di abbandonare i tradizionali provider di servizi cloud a favore di setup cloud native più accessibili a causa della pressione esercitata dai costi. Un rilievo questo che merita una lettura più approfondita. Secondo Forrester, infatti, “le aziende M&E stanno rivalutando le relazioni con i propri provider di servizi cloud alla ricerca di partner affidabili in grado di superare le sfide principali e accelerare la produzione di contenuti”. Non si parla affatto di “sfiducia nel cloud”, anzi. Tra i verticali, quello considerato è stato tra i primi ad adottare il cloud ed ancora oltre nove su dieci, tra gli intervistati dichiarano di essere soddisfatti o molto soddisfatti con il 77% di essi che riferisce come il percorso nel cloud stia procedendo più velocemente del previsto. Ma sono elevatissime anche le aspettative, se il 76% degli intervistati ammette che i propri utenti chiedano di non riscontrare problemi di inattività, buffering o errori di riproduzione.
Le aziende del settore utilizzano il cloud in primis per lo storage – utilizzo dello streaming più comune per i servizi cloud – come riferisce quasi il 60% degli intervistati. Ma oltre la metà del campione sfrutta il cloud anche per funzioni fondamentali come la protezione dei contenuti (Drm/watermarking), la fatturazione e la gestione di abbonamenti e l’analisi delle performance. Cambiare provider quindi, è intravista come scelta possibile proprio per riuscire ad incidere sulla riduzione dei costi. Infatti, il report evidenzia come l’aumento del volume dei dati complichi la capacità degli intervistati di adottare ulteriormente le infrastrutture cloud.
Il 36% prevede una crescita del volume dei dati superiore al 50% nel prossimo triennio, mentre il 68% concorda sul fatto di considerare questa crescita come un ostacolo all’adozione delle infrastrutture cloud. Con il 63% del campione quindi che riferisce di avere difficoltà a gestire i costi che le proprie aziende si troveranno ad affrontare nel lungo termine. Ecco quindi che, come riporta lo studio, anche “i partner dei provider di servizi cloud devono evolversi per soddisfare le richieste di dati da parte dei clienti M&E”. Mentre molte aziende sono già alla ricerca di partner in grado di soddisfare le loro specifiche esigenze in termini di costi, flusso di dati e hosting.
Non solo, il 60% delle aziende afferma di aspettarsi miglioramenti nella CX – e alcune aziende hanno anche già riscontri diretti in questo senso – grazie agli investimenti effettuati nel cloud, mentre il 59% di esse ha realizzato o prevede di migliorare la propria capacità di generare e accedere ad informazioni dettagliate in tempo reale.
Dati questi che contribuiscono ad evidenziare come si possa parlare di una natura sempre più dinamica quando si parla dei carichi di lavoro eseguiti dalle aziende M&E sulle infrastrutture e sui servizi cloud. E che portano Todd Loewenstein, senior manager of Media Industry Marketing di Akamai a sottolineare come “considerando che un numero sempre maggiore di contenuti diventa disponibile per i consumatori tramite i servizi Ott (Over-the-top), le aziende M&E hanno bisogno di archiviare e proteggere tali contenuti su un cloud in grado di adattarsi alle proprie esigenze in continua evoluzione“. Da qui la risposta di Akamai che sta cambiando il suo approccio al cloud computing e con l’introduzione di Akamai Connected Cloud propone, riprogettata, una serie di servizi di cloud computing in grado di aiutare le organizzazioni a liberarsi dei tradizionali cloud centralizzati e iniziare ad adottare una progettazione distribuita, a vantaggio della flessibilità e del risparmio in termini di costi sui processi.
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