La business community di Sap si ritrova a Milano, a Sap Now 2023. Imprenditori e manager, insieme agli esperti del settore e ad oltre 50 partner, si confrontano sul tema dell’innovazione e della sostenibilità, nella consapevolezza di come sia sempre più importante “affrontare le sfide dei mercati alla velocità del cambiamento”, come ama ripetere Carla Masperi, amministratore delegato di Sap Italia, presentando anche il tema dell’evento di quest’anno, svelato dal claim Future-proof Your Business a significare la capacità di “acquisire l’agilità per crescere e diventare realtà sostenibili, connesse, in grado di agire sfruttando le potenzialità dell’intelligenza artificiale e dell’intelligenza artificiale generativa con le soluzioni Sap”.

Non a caso, infatti, sono proprio le esperienze dei clienti ed i loro progetti innovativi nel cloud, attinti dai più diversi verticali – in ambito HR, in quello delle supply chain, e della customer experience (CX) tra gli altri – ad animare la scena ed i lavori, utilizzando due abilitatori digitali chiave – cloud e AI – che solo assieme consentono alle organizzazioni di diventare davvero “future-proof”. Tenere il passo del cambiamento, superare i momenti di discontinuità e le incertezze dei mercati, lavorare per supply chain resilienti in grado di consentire di svolgere le attività al meglio anche a fronte di eventi esterni critici, significa ripensare anche i processi ed oggi Sap consente di farlo con l’aiuto dell’AI. 

Sap Now 2023 - La plenaria
Sap Now 2023

Il contesto macroeconomico sfidante

Farlo in un contesto macroeconomico complesso e incerto è ancora più sfidante. Lo delinea il professore Carlo Cottarelli. “Negli ultimi venti anni siamo stati lentissimi ad ‘incorporare’ il cambiamento tecnologico, per difficoltà di investimento e condizioni macroeconomiche turbolente. Parlo ovviamente degli ultimi venti anni prima del Covid, periodo caratterizzato in particolare dalle crisi del 2008/09 e del 2011/12. Invece, dalla crisi per l’emergenza sanitaria invece siamo usciti con grande rapidità, tanto che nel 2022 già si è recuperato il Pil di fine 2019”.

Professor Carlo Cottarelli
Professor Carlo Cottarelli

Con un rimbalzo possibile grazie ai circa 300 miliardi (arrivati tra il 2020 ed il 2021) resi disponibili dalla Bce attraverso il programma di acquisto di titoli di stato, e dai soldi del Pnrr. Elementi differenzianti per le capacità di investire del Paese, “con tutto il deficit pubblico finanziato dal ‘bancomat’ della Banca Centrale. Tanto che lo stato italiano ha rimborsato addirittura il debito in scadenza per la prima volta senza dover vendere ulteriori Btp”.

Il Pil in Italia è cresciuto dell’8,3% nel 2021, del 3,7% nel 2022. La fase di rimbalzo con il secondo trimestre del 2022 ha lasciato spazio ad una crescita irregolare (0,1% di media), “anche perché si è interrotto il flusso di soldi Bce, sono aumentati i tassi di interesse, e l’Italia ha rallentato, come gli altri Paesi, in alcuni casi meno degli altri Paesi”. Il prossimo anno, la crescita dell’1,2% auspicata sarà obiettivo difficile da raggiungere con il Fmi che prevede invece che l’Italia crescerà intorno allo 0,7-0,8%. “I rischi cui dovremo far fronte riguardano il debito pubblico, perché il rapporto tra questo ed il Pil di fatto resta costante ed intorno al 140%; un eventuale cambiamento di rotta della politica monetaria da parte della Bce – un ulteriore innalzamento dei tassi di interesse – ed ovviamente la situazione geopolitica, per quanto l’Italia non sia particolarmente esposta dal punto di vista energetico alla situazione della nuova guerra che si è appena accesa in medio-oriente”.

Carla Masperi
Carla Masperi, amministratore delegato Sap Italia

L’ultimo dei rischi sarebbe legato ad un ‘eventuale ulteriore shock’ economico dovuto a cause imprevedibili come è stata l’epidemia Covid, che vedrebbe l’Italia particolarmente esposta proprio per il debito pubblico alto che ci pone al centro delle speculazioni. “Lavorare per valorizzare l’opportunità offerta dal Pnrr resta mandatorio, come anche riuscire ad incrementare la produttività, ed essere più rapidi nel riuscire a mettere a terra i progetti così da migliorare sul campo il potenziale reale di crescita”, chiude Cottarelli. “Quindi– riprende il filo Carla Masperile aziende devono far leva sulle tecnologie per guadagnare in agilità, resilienza e sostenibilità che caratterizzano quelle realtà che meglio poi riescono a dimostrarsi competitive”

Le difficoltà delle aziende

Un affare non da poco, a guardare i numeri di una specifica ricerca Sap Insights. Il report Characteristics of Future-Ready and Resilient Business ha coinvolto 4.200 manager di medie e grandi aziende in tredici paesi del mondo, inclusa l’Italia, ed analizza la preparazione delle organizzazioni ad affrontare le sfide attuali e future, nonché gli strumenti per raggiungere una maggiore resilienza. Nel campione ci sono 13 Paesi, attraverso oltre 4.200 interviste esclusivamente a C-level (326 le realtà italiane coinvolte) di piccole imprese per il 32%, medie imprese per il 35% e 33% di realtà enterprise.

Sap Insights - Le opportunità di crescita per le aziende italiane
Sap Insights – Le opportunità di crescita per le aziende italiane

“Le aziende italiane evidenziano come barriere all’innovazione nel 37% dei casi la difficoltà di abbandonare gli attuali modelli di business e nella stessa percentuale l’esistenza di silos tra le divisioni – spiega Masperima individuano anche nel miglioramento delle tecnologie (53%) e dei processi (48%) le priorità più importanti”.
Le opportunità di crescita più importanti nei prossimi 12 mesi secondo le aziende italiane sono legate per il 50% di esse allo sviluppo di nuovi prodotti e servizi, per il 46% all’espansione nei mercati dove già operano per il 45% all’adozione di tecnologie intelligenti per migliorare l’analisi dei dati e i processi decisionali.

Masperi torna ripetutamente su un tema chiave: “Investire nei dati è essenziale”. Una delle caratteristiche delle aziende resilienti è il loro elevato grado di accesso ai dati. Ma anche questo non basta, perché “il dato non attivato” ha poca utilità così come anche quello di scarsa qualità, decontestualizzato. “Mentre le opportunità tecnologiche rese disponibili da Sap attraverso la sua AI generativa ed il cloud acquistano valore proprio in relazione al patrimonio ed all’expertise di Sap ‘sullo stesso campo’ in cui operano le aziende”. E proprio le aziende che si affidano alle tecnologie intelligenti come l’AI hanno maggiori opportunità di crescita, “sono più attrezzate a rispondere ai rischi e a beneficiare di ricavi prosperi, perché in grado di adattarsi rapidamente alle avversità e ai cambiamenti sia attuali sia futuri. Non si limitano a superare le sfide, ma emergono più forti di prima”.

Joule, l’AI generativa di Sap

L’azienda agile, resiliente e sostenibile è in grado di “riplasmarsi continuamente”, ed è questa la chiave di volta per restare competitivi. per questo “Innovazione, Intelligenza e Insights” sono le tre “I” strategiche da tenere presenti che dovrebbero delimitare il perimetro dell’azione. in questo contesto, la proposta di AI generativa di Sap, già innestata concretamente nel business ed al suo servizio si rivela strategica. Sap parla di “un’AI rilevante, perché allenata nel contesto reale delle aziende, quindi basata su un motore affidabile, con basi dati uniche ed affidabili”. Di fatto quella dell’azienda è già una proposta di business AI, come ama specificare Masperi. Che deve essere anche responsabile – con le qualità di sicurezza, privacy, conformità ed etica in primo piano”.
Sono già 26mila i clienti nel mondo che utilizzano l’AI di Sap nel mondo ma con Joule oggi “Sap propone AI generativa innestata direttamente nei processi di business” che consente di sviluppare nuovi scenari di business in contesti concreti. Joule, per esempio, è in grado di offrire consigli specifici all’HR in fase di on-boarding dei candidati, si rivela utile nella gestione delle supply chain, proprio perché in grado di valorizzare gli insights delle basi dati per esempio relative all’affidabilità dei fornitori, soprattutto Joule nasce in un contesto di 50 anni di storia applicativa, quella indirizzata da Sap, sviluppata nei processi integrati di business delle aziende clienti. Per questo l’azienda è oggi in grado di “rilasciare scenari di business AI già pronti all’uso ma dà anche la possibilità a clienti e partner di svilupparne di propri in un contesto concreto di business”.

Da qui anche la strategia di “valorizzare le partnership” con tutti i principali attori del mercato nello scenario AI e l’accesso per i clienti alla base dati Sap. A differenza di altre tecnologie di AI generativa, “Joule sfrutta la ricchezza dei dati esperienziali e operativi di Sap, nonché di quelli provenienti da fonti terze per fornire alle aziende una visione a 360 gradi dei propri clienti. Insights proattivi e contestuali aiutano quindi le organizzazioni a ottimizzare i processi e ad adattarsi alle specifiche esigenze di business e ai rapidi cambiamenti del mercato.

L'approccio Business AI di Sap
L’approccio Business AI di Sap

E’ possibile definire Joule quindi come “il copilota di AI generativa di Sap in linguaggio naturale” che può essere utilizzato per potenziare e migliorare la gestione di cataloghi automatizzando le operazioni di tagging, ma anche essere attivata al servizio dell’esperienza dei clienti nella relazione con il brand, così come per automatizzare attività altamente ripetitive e di controllo elevando la percentuale di precisione nel risultato, o ancora per facilitare l’individuazione delle soluzioni ai problemi delle supply chain. Ancora, nell’ambito della CX, l’AI generativa Joule trova applicazione concreta per esempio nella creazione di contenuti personalizzati per i “singoli” clienti, nella personalizzazione della comunicazione, nell’intelligenza per la correttezza dei sistemi di autenticazione di accesso ai dati.

Il potenziale di Joule è innescabile solo in un contesto di accelerazione dell’innovazione abilitato dal cloud, “serve quindi non solo disporre della componente infrastrutturale in cloud, ma anche di quella applicativa”. Ma è un potenziale importante anche in relazione alle possibilità evolutive che offre alle aziende, in relazione alla loro agilità. Per esempio, con la soluzione Sap Signavio che è già in grado di indicare alle aziende i “colli di bottiglia nei processi” ed offre “process insights” con le indicazioni per abbracciare le best practice. Ecco, l’AI innestata nelle componenti applicative della soluzione Signavio consentirà alle aziende di compiere un ulteriore salto evolutivo e di beneficiare di vere e proprie “process recommendations” o di poter chiedere informazioni ad hoc all’AI innestata in Sap Signavio sui Kpi più critici. 

Sap Now, le esperienze dei clienti

Tra le aziende che con le soluzioni Sap sono riuscite a migliorare l’agilità aziendale, lavorare ad una supply chain improntata sulla resilienza attraverso il modello del “connected network” e ad indirizzare i processo per una maggiore sostenibilità vi sono per esempio il Gruppo De’ Longhi, Cap (gestore del Servizio Idrico Integrato) che opera nel comparto energy e la Fondazione Banco Alimentare Onlus. Gruppo De’ Longhi comprende cinque brand di riferimento (tra cui oltre al brand delle macchine per il caffè anche Kenwood e Braun, per citare i più conosciuti in Italia), e “la collaborazione con Sap nasce nel 1997 – dettaglia Nicola Serafin, direttore generale del Gruppo -. In particolare su una visione comune e cioè che la velocità e l’affidabilità del dato sono componenti chiave di una trasformazione, quella digitale, che deve necessariamente anche essere trasformazione manageriale. Interoperabilità ed interconessione dei dati sono essenziali per una realtà come la nostra che opera in 120 Paesi nel mondo con una supply chain che va dall’Asia alle Americhe. Oggi sui 5″ di uno smartphone si può disporre con i sistemi Sap di tutti i dati che servono in tempo reale per prendere decisioni critiche. Percezione e realtà sono allineate live”.
L’affidabilità del dato consente di gestire meglio incertezza perché percezione e realtà sono allineate. Si parla di parla di digital readiness ma per raggiungere questo ideale – sottolinea Serafinla gestione della qualità e dell’interpretazione del dato sono fondamentali e bisogna lavorarci sopra, molto più che sulla mera disponibilità e produzione del dato stesso”. Con un sistema Sap integrato, Gruppo De’ Longhi gestisce upstream e downstream, le supply chain, il business planning e l’order management, ma anche la componente di gestione di sviluppo prodotto, il Crm e l’aftersale, oltre alla componente analytics ed alla gestione operativa del dato.   

Sap Now 2023 Case History
Da sinistra Salvatore Maggiori, direttore generale Fondazione Banco Alimentare Onlus; Alessandro Russo, AD e direttore generale Gruppo Cap e Nicola Serafin, direttore generale del Gruppo De’ Longhi

Si aggancia Alessandro Russo, AD e direttore generale Gruppo Cap, che serve e copre con i suoi servizi circa il 25% del territorio lombardo. “Priorità per chi gestisce il servizio pubblico idrico dell’acqua potabile è stata negli ultimi anni lavorare alle tecnologie idonee a innovare la gestione del ciclo idrico su una rete di 14mila chilometri di rete ‘invisibile’ (quella delle tubature sotto terra)”. La tecnologia è evidentemente un importante alleato sia dal punto di vista infrastrutturale, sia dal punto di vista logico (algoritmi, conoscenza predittiva, etc.). Cap è tra le aziende che meglio operano per quanto riguarda la riduzione delle perdite idriche sulla rete ed è riuscita ad aggiudicarsi finanziamenti Pnrr per quasi 80 milioni di euro, per la capacità di innovare, anche grazie a Sap, basata prima ancora che sulla “sostituzione dei tubi” (10%), su un progetto che al 90% fa leva su “algoritmi, fibra ottica nelle tubature, modellazione idraulica e predittività, ovvero la gestione del servizio idrico come deve essere nel futuro”, tanto più con l’Italia che è evidentemente un vero e proprio hot-spot climatico. Prosegue Russo: “Gli strumenti digitali – la capacità di mettere a sistema il potenziale di digital twin – sono fondamentali certo, ma voglio ri-sottolineare che servono però anche bravi i manager che sappiano fare le domande corrette, così da poter ottenere le migliori risposte con l’AI. E le persone restano centrali nel fare la differenza nel raggiungimento degli obiettivi, attraverso le loro competenze e la loro capacità di essere interfunzionali”.

Ultima, ma non meno importante l’esperienza di Salvatore Maggiori, direttore generale Fondazione Banco Alimentare Onlus che evidenzia come “Intelligenza artificiale e persone al centro sia un binomio possibile e la tecnologia Sap aiuta tanto”. Il settore operativo strategico di Banco Alimentare a tutti gli effetti è evidentemente da individuare nella logistica. “Raccogliamo nei giorni della colletta 7.500 tonnellate di cibo, ed in un anno ben 113mila tonnellate. In primis aiutiamo le persone in difficoltà ma indubbiamente la componente logistica è fondamentale. Aiutiamo 1.715.000 persone, a fronte di 5 milioni di persone oggi in difficoltà in Italia, attraverso la nostra rete logistica con 21 sedi, oltre la Fondazione di Milano, collaborando con circa 7.600 strutture caritative incaricate di distribuire poi il cibo raccolto”. Banco Alimentare lavora con Sap dal 2011. “Il bene bisogna farlo bene anche nel no-profit – spiega Maggiorie servono persone e risorse, a fronte di processi sofisticati e complicati”. La tecnologia Sap aiuta anche in questo caso la Fondazione, a partire dal lavoro “sull’affidabilità del dato”. Banco Alimentare proprio in quest’anno ha deciso di procedere anche con la migrazione a Sap S/4 Hana Cloud. Sfida: “lavorare in modo sempre più integrato”. 

Emmanuel Raptopoulos, regional president di Emea South di Sap
Emmanuel Raptopoulos, regional president Emea South di Sap

Chiude il keynote Emmanuel Raptopoulos, regional president Emea South di Sap: “Le aziende a prova di futuro si muovono puntando proprio sull’affidabilità del dato: efficienza, efficacia e resilienza, ed avanguardia nell’innovare sono i tre livelli entro cui si gioca il confronto” con cloud e AI che rappresentano non solo abilitatori digitali strategici ma elementi in grado di semplificare la complessità entro cui le aziende sono chiamate a muoversi in futuro, “in un contesto in cui due terzi dei processi di digital transformation falliscono per la carenza di skill e per l’incapacità a gestire il cambiamento da parte del management”

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Condividi l'articolo: