L’impatto della GenAI e l’utilizzo strategico dei dati modellano i nuovi paradigmi di business data-driven, focalizzati su personalizzazione, efficienza e sostenibilità; vale anche per l’industria alimentare. Soprattutto “le aziende che sapranno cavalcare questa onda, integrando le soluzioni AI nelle loro strategie e processi, ]…[ guideranno attivamente il cambiamento e risponderanno efficacemente alle crescenti aspettative dei consumatori in termini di qualità, sicurezza e sostenibilità dei prodotti alimentari”. Sono gli spunti proposti da Vincenzo Tanania, Innovation Director PwC Italia, sviluppati alla luce delle evidenze della ricerca realizzata dal team Innovation di Pwc Italia sugli usi e le potenzialità dell’intelligenza artificiale generativa nell’industria alimentare.

Lo studio AI nel F&B: Principali Tendenze di Mercato, Ambiti di Applicazione e Casi d’uso stima che il valore del mercato dell’AI per questo verticale raggiungerà i 43,4 miliardi di dollari entro il 2028, cinque volte di più rispetto al 2023, con un Cagr del 39,5% nei cinque anni. Si può parlare davvero di una crescita esponenziale, sostenuta da tre fattori: le normative, competenze diffuse, automazione dei processi. In particolare, le regolamentazioni come il Gdpr, l’Oecd, Ccpa e AI Act contribuiscono a promuovere l’uso responsabile dell’AI, perché volte alla protezione dei dati dei consumatori e di incentivo per le aziende a sviluppare soluzioni che aumentino l’efficienza operativa.

Dimensioni mercato globale AI nel mercato food e beverage
Dimensioni mercato globale AI nel mercato food e beverage (fonte: Global Artificial Intelligence (AI) Market in Food and Beverage Industry 2024-2028 -Technavi)

A questo si affianca la disponibilità di una forza lavoro qualificata e specialisti AI in crescita del 36% da qui al 2031, e quindi anche nella disponibilità di competenze per ottimizzare la produzione, la distribuzione e la sicurezza alimentare, con l’AI che può migliorare l’efficienza operativa automatizzando i processi, riducendo gli sprechi e aumentando la produttività sostenibile

Vincenzo Tanania Innovation director, PwC Italia
Vincenzo Tanania Innovation director, PwC Italia

Se scendiamo solo un poco di più nei dettagli, e inquadriamo il fenomeno nel contesto a noi più vicino, la ricerca consente di mettere a fuoco che nel 2023 l’Europa, con una quota del 27% e un rendimento pari a 2,2 miliardi di dollari, si posiziona al secondo posto del mercato globale, e a guidare le performance sono Germania, Francia e Italia seguite da Spagna, Paesi Bassi e Svizzera. A guidare lo sviluppo sono proprio le normative per l’introduzione di nuovi modelli di business per la sicurezza e il controllo della qualità alimentare e le applicazioni di analisi predittiva che consentono di gestire la catena di approvvigionamento.
Guida il mercato invece il Nord America, dove l’AI nel settore alimentare valeva, nel 2023, 3,5 miliardi, con una quota del 42,7% sul mercato globale (salirà al 43,4% nel 2028).
Una leadership anche in questo caso legata all’intensificazione dei controlli sulla sicurezza alimentare, all’introduzione di standard di qualità più elevati e all’adozione di nuovi modelli di business per l’automazione dei processi, soprattutto nella logistica.
La regione però in cui l’uso dell’AI nella filiera alimentare crescerà di più nei prossimi anni, con un Cagr del 40% nel quinquennio, sarà Apac grazie alle iniziative governative per il finanziamento delle industrie, ai sostegni all’agricoltura, alla ricerca per la sicurezza alimentare e lo sviluppo di una forza lavoro qualificata attraverso programmi specifici come AI Teacg per l’Asean, l’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico che raggruppa Brunei, Cambogia, Indonesia, Laos, Malesia, Myanmar, Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam. Ora il mercato nell’area vale invece 1,7 miliardi di dollari. 

L’utilizzo e l’impatto dell’AI nella supply chain del settore alimentare riguarda in modo più marcato specifici segmenti. In primis la logistica che rappresenta il 34,5% del mercato dell’AI applicata a sistemi per l’automazione che potenziano l’efficienza e la reattività dei magazzini. Ci riferivamo al miglioramento degli imballaggi, all’ispezione visiva automatizzata per consegne più veloci preservando l’integrità dei prodotti lungo tutta la catena di fornitura.
Nei prossimi anni diventerà protagonista il controllo qualità (6,2 miliardi di dollari previsti nel segmento ed il 40,6% di Cagr tra il 2023 e il 2028): le normative su standard di sicurezza e trasparenza alimentare ma anche le richieste dei consumatori sulla provenienza dei prodotti e sulla sostenibilità dei processi tra i driver. Con gli algoritmi avanzati per il monitoraggio in tempo reale della catena di fornitura, l’applicazione di tecnologie predittive per la manutenzione e l’integrazione di sistemi di tracciabilità intelligenti come strumenti che agevolano la transizione.

Pwc - L'analisi social
Pwc – L’analisi del sentiment su food e alimentazione sostenibile

Non stupisce che, in Italia, l’AI applicata all’industria alimentare caratterizzi le scelte tecnologiche delle realtà più giovani e innovative come le startup foodtech. E’ infatti la tecnologia più adottata fra le 341 startup del settore prese in analisi da Pwc (42,8%), seguita da machine learning (37%), biotecnologie (32%), IoT (28,6%), blockchain (10,5%) e robotica (9,5%). La ricerca Pwc estende il campo infine anche al sentiment su food e alimentazione sostenibile per segmenti generazionali – millennials (61%), Gen Z (30,4%) e Gen X (8,7%) – condotta sulle conversazioni social che fanno registrare una percezione positiva per il 60% delle conversazioni.

Tecnologie utilizzate dalle foodtech startup italiane
Tecnologie utilizzate dalle foodtech startup italiane (fonte: The state of foodtech in Italy 2023 – Eatable Adventures)

E’ donna e millennial (25-34 anni) il profilo del consumatore medio di cibi salutari appassionato di cucina salutare e dedicato per parte del suo tempo a sperimentare ricette vegetariane e vegane, integrando la passione per il cibo con uno stile di vita sostenibile. Sono i valori nutrizionali, infine, a influenzare le decisioni di acquisto alimentare del 45% degli utenti online, seguito dal rapporto qualità-prezzo (20%) e il 43% dei consumatori è disposto a spendere di più per packaging sostenibili e pratiche aziendali responsabili.

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