Costruire le fondamenta perché l’AI possa esprimere tutto il suo potenziale in modo sicuro e integrato. E’ la direzione che guida l’azione di Engineering impeganata nello sviluppo di piattaforme aperte e interoperabili che garantiscono qualità, tracciabilità e condivisione dei dati clinici, connettendo ospedali, territorio e servizi socio-sanitari. L’obiettivo è creare un ecosistema digitale capace di sostenere medici e strutture, migliorando efficienza e continuità assistenziale per il cittadino. Ne parliamo con Luciano Benetti, Healthcare Product Director, Engineering.
L’intelligenza artificiale è leva strategica per la sanità, dalla diagnosi alla gestione dei percorsi di cura. Quali applicazioni concrete state sviluppando per supportare la personalizzazione delle terapie e l’ottimizzazione dei processi clinici e organizzativi?

Per noi l’intelligenza artificiale è una leva importante, ma il nostro obiettivo non è sviluppare algoritmi proprietari: vogliamo mettere le basi perché questi strumenti possano funzionare davvero nel contesto clinico. Le nostre soluzioni stanno evolvendo per diventare un hub centrale di gestione dei processi e dei dati clinici, capace di integrare diversi sistemi di supporto alle decisioni, sia basati su regole che su intelligenza artificiale.
In concreto, lavoriamo per:
- Standardizzare e digitalizzare i processi clinici (diagnosi, prescrizione, refertazione, presa in carico, follow-up), così da poterli monitorare e migliorare nel tempo.
- Garantire la qualità e la tracciabilità dei dati, in modo che possano essere usati in modo affidabile da modelli di AI o da motori di regole cliniche.
- Integrare strumenti esterni di decision support, ad esempio motori di regole, sistemi di analisi predittiva o piattaforme di interpretazione automatica di immagini, rendendo disponibili i risultati direttamente nei flussi di lavoro dei professionisti.
- Unificare le informazioni provenienti da più sistemi (diagnostici, gestionali, territoriali), così che le soluzioni di AI possano operare su un contesto completo e coerente.
In sintesi, non vogliamo “fare AI”, ma abilitare un ecosistema dove l’intelligenza artificiale e le regole cliniche possano davvero supportare la pratica sanitaria, grazie a processi ben definiti, dati di qualità e una piattaforma aperta e interoperabile.
La medicina del territorio è al centro della riforma sanitaria, con l’obiettivo di garantire prossimità e continuità assistenziale. In che modo le vostre tecnologie contribuiscono a garantire interoperabilità dei dati e condivisione di servizi tra medici di base, farmacie, Rsa e ospedali per migliorare la presa in carico del paziente?
La medicina del territorio richiede strumenti che permettano a tutti gli attori – medici di base, specialisti, strutture territoriali, Rsa, farmacie e ospedali – di lavorare su dati condivisi e processi coordinati. Le nostre soluzioni sono pensate per essere un punto di integrazione e orchestrazione, capace di mettere in comunicazione sistemi diversi e garantire continuità assistenziale lungo tutto il percorso del paziente.
Stiamo lavorando per:
- Uniformare la gestione dei dati clinici e amministrativi, adottando standard di interoperabilità (HL7 Fhir, Ihe) per semplificare lo scambio di informazioni tra piattaforme diverse.
- Gestire i piani di assistenza personalizzati e i percorsi di cura multidisciplinari, rendendoli accessibili e aggiornabili da tutti i professionisti coinvolti, indipendentemente dal contesto operativo.
- Connettere il territorio con l’ospedale, integrando dati di prescrizione, refertazione, telemonitoraggio e teleconsulto per garantire una presa in carico continua e condivisa.
- Favorire la cooperazione tra strutture sanitarie e sociali, integrando servizi di assistenza domiciliare, Rsa e farmacie nel flusso informativo unico del paziente.
- Abilitare servizi digitali trasversali, come la gestione del consenso, l’identificazione univoca del paziente e la tracciabilità delle attività, per garantire sicurezza e governance del dato.
La nostra tecnologia non mira a sostituire i sistemi esistenti ma li connette, consentendo a tutti gli attori del territorio di operare come parte di un ecosistema unico, centrato sul paziente e orientato alla continuità della cura.
Quali sono le nuove sfide tecnologiche che andrete a indirizzare nel 2026, che dal vostro punto di vista potrebbero accelerare il percorso di trasformazione digitale della sanità italiana?
Nel 2026 ci concentreremo su tecnologie abilitanti che rendano più semplice e sicura la trasformazione digitale della sanità.
Le priorità saranno:
- Interoperabilità evoluta tra sistemi clinici, territoriali e sociali, con modelli dati condivisi e Api standard.
- Gestione e governo dei dati sanitari in ottica di ecosistema, con attenzione a sicurezza, tracciabilità e sicurezza.
- Automazione e orchestrazione dei processi clinico-organizzativi, per ridurre la frammentazione e migliorare la qualità del servizio.
- Integrazione intelligente di soluzioni di supporto decisionale e AI, mantenendo il controllo del flusso e del contesto dei dati.
L’obiettivo è creare infrastrutture digitali solide che permettano all’innovazione — compresa l’intelligenza artificiale — di operare in modo concreto, sostenibile e interoperabile all’interno del Servizio Sanitario Nazionale.
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