L’intelligenza artificiale può portare un contributo fondamentale alla sanità digitale, se si trasforma da strumento sperimentale a leva strategica per la personalizzazione delle cure, l’efficienza dei processi e la sostenibilità del sistema. In un momento in cui l’interoperabilità, la fiducia digitale e la valorizzazione del dato sono priorità imprescindibili, GPI mette in campo un approccio che integra innovazione tecnologica, visione sistemica e attenzione all’etica. Dall’AI predittiva ai protocolli di interoperabilità semantica, fino all’Agentic AI, la trasformazione, di fatto, è già in atto. Ne parliamo con Andrea Buccoliero, Vision & Innovation Manager, R&D Dept., GPI.

L’intelligenza artificiale è leva strategica per la sanità, dalla diagnosi alla gestione dei percorsi di cura. Quali applicazioni concrete state sviluppando per supportare la personalizzazione delle terapie e l’ottimizzazione dei processi clinici e organizzativi?

In GPI stiamo trasformando l’intelligenza artificiale in una leva quotidiana al servizio dei professionisti sanitari e dei cittadini.
Non parliamo di un futuro ipotetico, ma di soluzioni già operative: algoritmi che interpretano le richieste dei cittadini nei contact center, modelli predittivi che supportano la programmazione delle agende e strumenti di analisi semantica che aiutano le direzioni sanitarie a individuare pattern di miglioramento nei percorsi di cura.
L’obiettivo è duplice: liberare tempo clinico per i professionisti e restituire personalizzazione al paziente, adattando ogni interazione — dalla prenotazione alla terapia — ai suoi bisogni specifici. L’AI, integrata nei nostri sistemi e nei moduli di business intelligence, sta già contribuendo a una sanità più empatica, efficiente e sostenibile.

Il passo successivo è riuscire a valorizzare l’immenso patrimonio informativo dei nostri sistemi socio- sanitari, integrando dati clinici, comportamentali e sociali in modo sicuro e rispettoso della privacy. Anche l’ambiente gioca un ruolo fondamentale, e l’AI ci sta già aiutando a comprendere la relazione tra ecosistema e uomo, in un’ottica One Health. Questa conoscenza ci ha consentito per esempio di sviluppare agenti predittori per i flussi dei Pronto Soccorso, integrando dati ambientali con dati clinici, e offrendo uno strumento di supporto alla pianificazione dell’offerta sanitaria.

Anche se le opportunità sono molteplici, le sfide che le accompagnano lo sono altrettanto. Un’area di miglioramento riguarda la governance dei dati, oggi ancora frammentata tra sistemi regionali e locali: la creazione di un’infrastruttura di dati sanitari condivisa sarebbe la base per un salto di qualità verso una medicina realmente personalizzata. In parallelo, continuare a sviluppare e implementare protocolli robusti per garantire l’etica, la trasparenza e la responsabilità nell’uso dell’AI, in particolare per quanto riguarda la gestione dei dati sensibili e la prevenzione dei bias algoritmici, è un fondamentale impegno da continuare ad assumere.

La medicina del territorio è al centro della riforma sanitaria. In che modo le vostre tecnologie contribuiscono a garantire interoperabilità dei dati e condivisione di servizi tra medici di base, farmacie, Rsa e ospedali per migliorare la presa in carico del paziente?

La vera sfida della medicina del territorio non è solo connettere strutture e servizi, ma creare un linguaggio comune tra sistemi digitali, operatori e cittadini. In GPI stiamo lavorando in questa direzione sviluppando piattaforme di interoperabilità semantica e operativa che integrano il paradigma del Model Context Protocol (MCP), una logica che permette ai sistemi informativi e agli assistenti intelligenti di comunicare tra loro in modo contestuale, sicuro e coerente. Attraverso l’adozione dell’MCP, i nostri ecosistemi digitali diventano sempre più capaci di comprendere il contesto operativo e clinico di ogni interazione, adattando dinamicamente le informazioni e i servizi al ruolo e ai bisogni dell’utente: medico, infermiere, farmacista o cittadino.

Andrea Buccoliero, Innovation Manager, R&D dept. GPI
Andrea Buccoliero, Innovation Manager, R&D dept. GPI

Questo consente di creare un’esperienza unificata in cui la tecnologia non impone nuovi strumenti, ma orchestra quelli esistenti, rendendo il flusso informativo fluido, coerente e interoperabile. In questo scenario, soluzioni come il Fascicolo Sanitario Elettronico evoluto, i sistemi di care coordination e i servizi territoriali digitali si integrano in un’unica rete intelligente, dove i dati non saranno più frammenti isolati ma elementi di una narrazione condivisa della salute del cittadino.

Il vero potenziale dell’MCP sta nella sua capacità di semplificare la complessità: non richiede la sostituzione dei sistemi esistenti, ma li mette in relazione attraverso protocolli aperti e standard condivisi. In questo modo, ogni nodo della rete sanitaria – dalla farmacia alla Casa di Comunità, fino al grande ospedale – può dialogare in tempo reale, migliorando la continuità assistenziale e la qualità dei dati clinici.
Il passo successivo è culturale: favorire una visione della sanità digitale basata sulla collaborazione e sul contesto, dove la tecnologia si adatta alle persone e non il contrario. È così che immaginiamo la medicina del futuro: una rete viva, interconnessa e realmente centrata sull’esperienza del cittadino.

Quali sono le nuove sfide tecnologiche che indirizzerete nel 2026, che dal vostro punto di vista potrebbero accelerare la trasformazione digitale della sanità italiana?

Il 2026 segnerà un momento cruciale per la trasformazione digitale della sanità italiana: sarà l’anno in cui l’intelligenza artificiale passerà dalla sperimentazione alla piena integrazione nei processi clinici, organizzativi e gestionali. In GPI crediamo che l’AI debba diventare una infrastruttura abilitante, capace di generare valore per ogni attore del sistema — dal cittadino al medico, fino alle direzioni sanitarie.
Le nostre priorità si concentrano su tre direttrici: Agentic AI, automazione intelligente dei flussi e integrazione dei dati sanitari. L’obiettivo è costruire una sanità più predittiva e collaborativa, dove assistenti digitali conversazionali e sistemi di analisi avanzata supportano i professionisti nel prendere decisioni rapide e basate sull’evidenza, riducendo tempi, errori e carichi burocratici. Parallelamente, stiamo investendo nella creazione di infrastrutture intelligenti che mettono in relazione in modo sicuro i dati clinici, sociali e ambientali — per restituire una visione completa e dinamica della salute del cittadino. Questi ecosistemi permetteranno di anticipare i bisogni di salute, migliorare la pianificazione delle risorse e orientare le politiche sanitarie in modo più consapevole e sostenibile.

Ma l’innovazione tecnologica non può esistere senza fiducia. Per questo GPI pone al centro la cybersecurity by design e l’etica dell’AI, sviluppando soluzioni trasparenti, verificabili e rispettose della privacy. L’obiettivo è creare un ambiente digitale affidabile, dove i cittadini si sentano protetti e i professionisti possano operare con sicurezza e consapevolezza. Infine, il futuro della sanità passa dalla collaborazione: pubblico e privato devono lavorare insieme per definire standard comuni e promuovere una cultura digitale condivisa. Solo così potremo costruire una sanità dove la tecnologia non sostituisce l’umanità, ma la potenzia — restituendo tempo, attenzione e valore alle relazioni di cura.

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