Siamo abituati a una Milano che ospita settimane del Design, del Fashion ma molto meno all’idea che Milano possa movimentare cittadini, studenti, imprenditori nella settimana del Digital, alla sua prima edizione. E invece succede, debutta questa settimana la prima Milano Digital Week con più di 400 appuntamenti in città, mattina, pomeriggio e sera. Una maratona, non certo televisiva ma reale, che fa networking a livelli diversi, coinvolgendo l’amministrazione comunale, i partner, le aziende, i cittadini, i centri universitari e di ricerca, i curiosi.

Cosa ci piace di questa iniziativa? Un po’ ricalca il nostro pensiero dell’importanza di avere le aziende Digital in città per creare una sorta di cittadella digitale di prossimità. Un po’ ricorda i cortili e i musei aperti delle settimane della cultura, dove concretamente si parla di nuove tecnologie che un po’ spaventano (l’intelligenza artificiale porterà via lavoro o no?), un po’ ringalluzziscono (l’intelligenza artificiale farà duplicare la crescita del paese?).

Su queste tematiche si aprono incontri, dibattiti, seminari tenuti nelle sedi delle aziende, che si snodano nella rete metropolitana e che gratuitamente toccano tecnologie calde per investimenti, sicurezza, qualità della vita: intelligenza artificiale, smart cities, design, identità digitale, coding, marketing… Ogni azienda porta un pezzo, una competenza, con buone pratiche da condividere.

Vediamone alcune: Microsoft apre la sede piramidale con un’area esperienziale allestita con i partner realizzando corsi e seminari dal manufacturing al retail, Oracle invita a scuola di chatbot spiegando l’intelligenza artificiale, Emit Feltrinelli invoglia i cittadini ad affacciarsi al mondo della cittadinanza digitale attiva, Intesa Sanpaolo allestisce workshop sull’AI (scienza e non fantascienza) con i nuovi modelli di interazione con il cliente, Hpe entra a scuola (Scuola Media Statale Giuseppe Parini) con un evento sul coding, le sedi anagrafiche del comune spiegano la Spid, l’Identità unica digitale per accedere ai servizi della pubblica amministrazione…
Insomma, una settimana ricca di contributi che dimostra che la tecnologia per la trasformazione digitale già c’è.

Riporto una frase di Carlo Ratti, professore del MIT e direttore del Senseable City Lab qui a Milano per la settimana, tassativo: “L’intelligenza artificiale c’è. Già negli anni ‘70 se ne parlava ma la ricerca aveva portato a poco. Oggi nelle nostre tasche abbiamo dispositivi che hanno più potenza di quanta ne avesse la Nasa per la spedizione Apollo, abbiamo molti sensori e molta intelligenza per processare questi dati. L’intelligenza artificiale ci permette di cambiare il modo in cui vivere la città, che non amo chiamare Smart City ma Senseable City. L’intelligenza artificiale arriverà di sicuro in modo impattante. Possiamo avere due comportamenti: stare a guardare o capirla e gestire il cambiamento”. Milano nel suo percorso per diventare una Senseable City può condividere la visione di altre città più tecnologiche nel campo della trasformazione digitale nel quartiere generale della Digital Week ospitato al nuovo BASE. Da vedere.

Una vera e propria biodiversità digitale” ne emerge alla fine, come definisce l’iniziativa Nicola Zanardi curatore della Milano Digital Week, voluta dall’assessorato alla trasformazione digitale e dei servizi civici di Milano. “Avvicinare le persone al digitale” è lo spirito che sta dietro e anche noi, nel nostro piccolo, entriamo come partner nella Digital Design Week, evento nell’evento. Evviva Milano.

PS : Qualche curiosità, due “personalità intelligentiall’opera questa settimana: Eustorgio, il robot con intelligenza artificiale in funzione presso la cittadella degli Archivi che custodisce i documenti pubblici ed estrae in maniera automatica i faldoni dagli scaffali. E Chiara, l’assistente virtuale che attraverso il portale del Turismo dà informazioni utili per i programmi in città. Due intelligenze al servizio di Milano.

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