Ospitiamo l’intervento di Maurizio Gamberini che, nella prima giornata di Inno3PartnerClub, ha parlato di competenze e di attitudini
Anche nelle professioni che ruotano intorno all’Information Tecnology è in atto la rivoluzione che il World Economic Forum (WEF) di Davos nel 2016 ha delineato con il proprio documento intitolato The Future of Jobs (Il futuro del lavoro).
Analizzando l’evoluzione dei mercati del lavoro e quello delle professioni a livello mondiale, questo rivoluzionario documento ha decretato definitivamente la fine del “vecchio lavoro” per sancire la nascita di quello delle prossime generazioni, fondamentalmente basato sulla velocità impressa dallo sviluppo tecnologico e dalla conseguente rapida obsolescenza delle competenze.
Professioni future, la grande incognita
Secondo The Future of Jobs nei prossimi anni le competenze acquisite e possedute dalle persone diventeranno sempre più rapidamente obsolete al punto da far sì che i ragazzi di sei anni che entrano in età scolare, in oltre il 60% dei casi, una volta pronti per il mercato del lavoro, svolgeranno una professione che, quando hanno iniziato gli studi, neanche esisteva.
Questa dinamica rende tutto non solo diverso, ma anche maledettamente più complicato. Infatti, sia le nuove generazioni che le organizzazioni, non potendo più contare sul “lavoro per la vita” né su un capitale umano consolidato e prezioso, dovranno sempre più basare le proprie scelte non solo, come fino ad oggi, sulle competenze e esperienze (guarda caso i contenuti di tutti i curriculum vitae) ma sempre più sulla definizione e comprensione delle caratteristiche della personalità. Con particolare riferimento alle attitudini, talento o, come le chiamano gli anglosassoni, Soft skills che sono quei comportamenti e strategie che tutti mettiamo in atto perché ci piacciono, alla luce delle esperienze fatte nei nostri primi anni di vita e di formazione umana.
Per fare un esempio concreto di come tutti noi percepiamo l’importanza delle attitudini vorrei portarvi a mangiare una pizza. Anche in pizzeria infatti immediatamente siamo in grado di percepire se il pizzaiolo, oltre ad avere le giuste competenze (sa fare e cuocere bene una pizza), possiede anche le giuste attitudini tipiche di un pizzaiolo (gli piace fare ciò che necessita per fare una pizza). La qualità della pizza che gusteremo, a parità di altre condizioni (come la qualità ingredienti), sarà il risultato di queste due componenti umane, con il contributo di una terza: la motivazione (cioè quanto il pizzaiolo è contento del lavoro che fa).
Più in generale, in tutti i settori, la sempre più strenua competizione farà emergere come vincenti quelle strutture che meglio saranno in grado di mettere a disposizione dei propri utenti personale non solo competente e motivato, ma anche, sempre più adatto attitudinalmente al proprio ruolo e professione.
Atti2de, un videogioco profila le attitudini
Dal 2013, in collaborazione con il Prof. Roberto Vaccani della Sda Bocconi, è nata Atti2de con lo scopo di “insegnare ai computer a riconoscere e misurare le attitudini di una persona” mentre gioca. Si, perché Atti2de, non si basa sui vecchi test a domande a risposta multipla, ma richiede solamente di giocare per mezzoretta sul proprio personal computer ad un divertente videogioco sviluppato ad-hoc, quando si vuole, 24 ore su 24 e 365 giorni all’anno.
Analizzando poi i comportamenti di gioco del giocatore, sempre in automatico e in tempo reale, Atti2de fornisce istantaneamente il suo profilo attitudinale secondo il modello Maspi utilizzato dall’Università Bocconi da oltre vent’anni per l’orientamento professionale dei suoi studenti.
Un profilo estremamente dettagliato, che prevede 45.000 possibili diverse combinazioni, e che illustra e quantifica se il giocatore: è prevalentemente un ascoltatore o un decisore, preferisce analizzare i dettagli o ricercare le relazioni tra le cose, è più ottimista o pessimista e gli piacciono di più le organizzazioni aperte o quelle gerarchiche, qual è il suo registro di comunicazione preferito e, infine, se difende le proprie idee con maggiore o minore determinazione.
Inoltre il profilo attitudinale individuale, calcolato automaticamente grazie al videogioco e agli algoritmi che interpretano i comportamenti, è solo l’inizio di quanto Atti2de mette a disposizione di persone e organizzazioni. Perché identificando poi le caratteristiche dei profili ideali di ogni professione e organizzazione, l’utente di Atti2de e le aziende sono in grado di comprendere immediatamente il livello di compatibilità e i punti di forza e criticità attitudinali del profilo analizzato verso una data professione.
In questo modo grazie ad Atti2de le organizzazioni possono: identificare le candidature più idonee oltre che con le competenze migliori in fase di selezione, prima ancora di incontrare i candidati, comprendere meglio e ottimizzare il portafoglio attitudinale dei propri collaboratori, risolvere problematiche originate da caratteristiche attitudinali occulte e inconsce.
Con i suoi clienti di tutti i settori, compreso l’IT, Atti2de ha identificato le caratteristiche ottimali dei ruoli chiave delle organizzazioni, come per esempio lo Scrum Master, per permetterne una veloce identificazione e misurazione, prima ancora di avviare le costose fasi analogiche “di persona” dei processi di selezione.
Grazie anche a queste personalizzazioni, questa innovativa tecnologia italiana, oltre che alle Università e alle grandi organizzazioni aziendali che già la utilizzano, è ora accessibile anche a tutte quelle organizzazioni che, come quelle che si occupano di Information Tecnology a qualsiasi livello e dimensione necessitano di risorse umane che: “non solo sappiano fare la pizza” ma “gli piaccia farla”.
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