Con un modello collaudato, la convention Xchange di Reply fa il punto anno dopo anno sulle strategie di un gruppo che ha superato il milione di euro di fatturato nel 2018, con 7.606 dipendenti e un piano di sviluppo Europa centrico, anche se l’acquisizione di Valorem un anno fa negli Usa ha avviato lo sviluppo nel mercato americano.
Un momento di incontro e condivisione su come la tecnologia sta cambiando i modelli di business e la customer experience e che vede il management Reply – Tatiana e Filippo Rizzante, rispettivamente Ceo e Cto di Reply – intavolare relazioni e chiacchierate sulla strategia dell’azienda, gestendo l’intera giornata.
La crescita per acquisizioni e per startup di Reply (quotata al segmento Star di Borsa Italiana da dicembre 2000 e costituita da un modello a rete di aziende altamente specializzate) è tracciata dalle tre grandi aree applicative dell’offerta (cloud, cybersecurity e intelligenza artificiale) declinate nelle diverse industry e guidate dalla necessità di rispondere ai clienti, con una attenzione sempre più forte per le sfide dettate dalla customer experience e dall’IoT.
Ma la relazione che Reply tesse con le aziende, come system integrator che sviluppa e crea progetti utilizzando tecnologie diverse, è mutevole nel tempo. “Le aziende tecnologiche sono sempre associate a un partner per raggiungere i clienti e questo crea legami di ecosistema molto forti – esordisce Tatiana Rizzante – legami che devono però cambiare nel tempo. Abbiamo fatto tanti progetti a tre (noi, il cliente e il partner tecnologico) ma siamo passati da anni di sviluppo di applicazioni in modo tradizionale a nuovi modelli di sviluppo che guardano a tecnologie innovative che possono fare la differenza”.
Evolve lo sviluppo enterprise
Nuove piattaforme di sviluppo enterprise, secondo Idc e Morgan Stanley, si stanno di fatto affermando: Data e AI (35% del mercato), automation & productivity (37%), cloud development platform (14%), low code (12%), Sdn (2%). Secondo gli analisti, entro il 2022 il public cloud avrà un valore di 50 miliardi di dollari rispetto ai 182 miliardi di dollari di oggi, un mondo in trasformazione.
“Le aziende iniziano ad investire su piattaforme diverse per il futuro – ribadisce la Ceo – spendendo tanto tempo per costruire la base dati, che sono il driver per personalizzare il prodotto o per pensare a nuovi progetti. Oggi le tecnologie sono proprie delle aziende che le vanno a costruire”.
L’esempio è calzante. Se nella prima generazione IT, chi era in ritardo poteva facilmente recuperare terreno adottando le ultime release dei pacchetti software, oggi è più difficile. “Chi non si è fatto le fondamenta non riesce a costruirsi la casa – continua Tatiana Rizzante -. Alcune tecnologie sono facile da utilizzare, ma l’aggregato di tutte le tecnologie non lo è. Serve tempo e tutta la parte dati è sempre più fondamentale perché la prossima ondata di AI farà sì che le aziende si appoggeranno a nuove piattaforme e interiorizzeranno le attività di sviluppo applicativo”.
Secondo Idc il mercato dell’AI varrà 78 miliardi di dollari entro il 2022, con una forte frammentazione in termini di utilizzo: preditictive maintenance (6,9%), customer interface (19,5%), Rpa (5%), threat intelligence (7,8%) e fraud management (6,8) mentre il restante 54% sarà polverizzato per soddisfare altre esigenze. “Il low code ad esempio è una nuova onda tecnologica emergente che consente di far fronte allo shortage di risorse specializzate su software e machine learning – precisa Tatiana Rizzante -. Permette di incrementare la produttività individuale, grazie all’utilizzo di strumenti che consentono di realizzare applicazioni anche se non si è esperti di machine learning. Da un mondo di pacchetti software ci si sposta a un mondo in cui il software, le sue componenti, diventano di proprietà di chi li ha costruiti”.
Tempo prezioso
È fondamentale investire su nuove tecnologie e Filippo Rizzate, Cto di Reply, conferma gli impegni nel mondo dell’AI con più di 100 progetti in produzione che riguardano sales & marketing, security & risk, predictive maintainance & industry 4.0 (con declinazioni anche in altre aree legate ad esempio a workforce optimization o price analytic). I vertical di riferimento coprono i mondi delle utility, finance, insurance, automotive & manufacturing, retail, telco & media.
“L’intelligenza artificiale sta crescendo ma c’è un gap forte sugli skill – incalza il manager -. Tra domanda e offerta c’è un divario molto alto, si trovano pochissimi esperti di machine learning, dalle università ne escono pochissimi. Anche se questi profili stanno crescendo del 20%, la domanda cresce di 30 volte anno su anno”.
Così come l’AI è ancora agli albori si guarda con interessa a continuum & quantum computing, che indirizzano ricerche importanti per il genere umano come il calcolo per mappare l’intero genoma umano (con costi ridotti grazie alle nuove tecnologie) o come il biotagging che permette la tracciabilità di prodotti e di merci.
“In passato le organizzazione erano tutte incentrate sul prodotto più che sulla qualità vera del prodotto stesso – precisa Tatiana Rizzante -. Oggi non ci sono più barriere e le aziende devono essere molto più data driven, facendo cambiamenti significati sul loro modo di operare, come ad esemoio ha fatto Lufthansa della quale siamo responsabili dal 2018 della gestione dei contenuti su tutti i suoi canali social”.
Una visione sulla progressione che il mercato legato alla tecnologia impone. “L’IT è una scienza giovane, con meno di 100 anni, ma è una scienza particolare perché è fuori dai laboratori ed è una scienza applicata che accelera tutte le altre scienze – puntualizza Filippo Rizzante –. Quello che stiamo vivendo è la progressione della tecnologia che ci porta a mischiare sempre di più quello che siamo con la tecnologia. Il nostro desidero è andare oltre le nostre capacità conoscitive, oltre i nostri limiti. In quella direzioni gli innesti sono molto primitivi oggi, ma percepiamo la discontinuità con il passato, la possibilità di aumentare i nostri sensi (vista, udito, tatto) e le nostre capacità cognitive. In molteplici direzioni che rispondono anche alle diverse emergenze come la crisi economica e ambientale, aspetti di cui tutti ci dobbiamo occupare. Abbiamo bisogno di prodotti che utilizzino le intelligenze per risolvere questi problemi”.
Gli investimenti sul quantum computing sono importanti perchè basati su calcoli probabilistici che cambiano la logica con cui si programma. “Ad oggi Ibm ha l’unico quantum computer disponibile e noi abbiamo alcuni progetti in corso che diventeranno pubblici a breve. Stiamo già generando revenue: ci aspettiamo mezzo milione di fatturato sulla parte di quantum computing, sulla quale lavoriamo principalmente con neo laureati in fisica”.
Reply opera con la regola di tenere piccole le aziende del gruppo “con il management vicino a tutta la squadra”, assumendo neo laureati (“pochi i profili che prendiamo dal mercato“) con un turnover del 14%, “più basso rispetto alle aziende del settore”.
Sviluppi reali
Sono le aree tecnologiche che raccontano poi i progetti fatti da Reply negli ultmi anni, sui temi di Artificial Intelligence, Cloud Computing, Connected Products & Autonomous Vehicles, Cybersecurity, Data Driven Business, Digital Experience, Industrie & Logistics 4.0, Process Automation e 5G.
Alcuni esempi: nell’area AI Democratization una soluzione di object detection per il retail e manufacturing. Posizionandosi di fronte ad una webcam, algoritmi di machine learning identificano gli indumenti e gli accessori indossati, e suggeriscono prodotti coerenti con il proprio stile. Il framework può essere provato anche nel contesto di un cantiere: riconoscendo le protezioni di sicurezza indossate, il sistema decide se consentire o meno l’accesso ad un ipotetico luogo di lavoro.
Oppure X-Rais, una applicazione di Intelligenza artificiale in sanità che tilizzando tecniche di Medical Image Recognition e reti neurali, fa diagnosi durante le mammografie.
In ambito gamification, un progetto realizzato con Lombardia Informatica ha l’obiettivo di prevedere, con due anni di anticipo, il numero di cronici respiratori domiciliati a Milano. Mentre l’applicazione Live Well Work Well promuove il benessere dei dipendenti grazie a tecniche di profilazione basate su machine learning.
In ambito cybersecurity, un progetto monitora oggetti domestici intelligenti, con sistemi di Smart Metering, e simulando uno scenario di sabotaggio rileva i comportamenti anomali.
Interessanti anche i casi di AR/VR come l’esempio del virtual personal shopper che cambierà l’impatto dell’ecommerce: grazie al chatbot Virtual Personal Shopper, che guida l’utente nel processo di acquisto, si configura il bene secondo le proprie preferenze e grazie alla realtà aumentata l’utente vede indossato il capo scelto.
“La barriera di ingresso nella società delle nuove tecnologie non è la costruzione della piattaforma ma l’aggregazione della community – conclude Tatiana Rizzante andando oltre il prodotto – e questo richiede tempo. Quando facciamo progetti e iniziamo ad automatizzarne alcuni, le aziende ci chiedono di automatizzarne altri. Vogliono aumentare la qualità, migliorare il lavoro e liberare energie. Perché aumentare la qualità significa ridurre l’errore”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA