Il mondo dei servizi IT (che con l’inizio anno è stato scosso da rumor su acquisizioni e nuove discese in campo) non è nuovo per Lorenzo Greco, country general manager di Dxc Technology Italia, che si muove in questo ambito con disinvoltura da sempre: neolaureato entra in Eds, ne segue il destino con l’acquisizione da parte di HP e la successiva ricollocazione in Hpe (dove ricopre il ruolo di responsabile commerciale della divisione Enterprise Services), fino alla nascita di Dxc Technology nel 2017, proprio dalla fusione di Hpe Enterprise Services con Csc.

Storie complicate e note (l’acquisizione di Eds da parte di Hp aveva penalizzato Eds in termini di competenze clienti e mercato) che hanno portato negli anni a gettare le basi della nuova realtà che Greco ora guida in Italia, e che potesse raccogliere le eredità di aziende storiche posizionandosi però sul mercato dei servizi con una anima nuova.

I punti fermi della strategia al debutto

Dxc nasce nell’aprile 2017 mettendo insieme due grandi esperienze, due grandi patrimoni del mondo dei servizi IT, la parte servizi di Hpe e Csc – ripercorre Greco al nostro Ceo Cafè -. Fondamentalmente nasce con (1) l’obiettivo di aiutare i clienti nel percorso di trasformazione digitale e questo rimane il mandato dell’azienda ancora oggi. Questa decisione ci ha permesso di imprimere una svolta fondamentale al nostro business: (2) riguadagnare l’indipendenza tecnologica da Hpe, tornare ad essere un player di servizi puro, soprattutto in questa fase in cui c’è sovrabbondanza di tecnologia ed il system integrator deve aiutare le aziende a selezionare la migliore tecnologia che fanno il caso loro. L’indipendenza tecnologica si coniuga ad un investimento importante nel Dxc Partner Network, legandoci in modo stretto ai partner tecnologici e l’investimento sta dando i suoi risultati”.

D’altro canto la pluralità di vendor che collabora con Dxc richiede notevoli sforzi in formazione. “L’altro tema fondamentale per Dxc è il valore delle nostre persone (3) perché per un player di servizi l’asset principale sono i dipendenti e le loro competenze, l’impegno e l’ingaggio delle persone stesse. L’ultimo aspetto caratterizzante della nostra strategia è il Dna dell’azienda, che vuole i raggiungere i risultati per i clienti (4), un aspetto che fa la differenza sul mercato”.

Svolta dal 2019 con il nuovo Ceo

L’azienda nei primi due anni di vita getta le basi della strategia sui quattro asset appena declinati, ma è l’arrivo a settembre 2019 del nuovo Ceo, Mike Salvino (già da maggio 2019 nel consiglio di amministrazione) a rimescolare le carte. “Mike sta mettendo in piedi una revisione della strategia, quella che lui chiama ‘la New Dxc’, sostanzialmente basata su alcuni valori fondamentali. Il primo punto è la focalizzazione sui clienti (1), con un portfolio di clienti esistenti che non è secondo a nessuno sul mercato. A livello mondiale contiamo oltre 6.000 aziende, e sono nostri clienti oltre il 50% delle compagnie presenti nell’indice Fortune 500, dal momento che siamo focalizzati sulla parte alta del mercato, pubblico e privato”. L’altro elemento sul quale Salvino mette attenzione sono le persone, con un rimescolamento del management. “Mike sta dando un impulso a tutte le tematiche che danno valore ai dipendenti (2), quindi ingaggio, formazione e soprattutto attrazione di nuove competenze, con 138.000 dipendenti nel mondo e presenza in 70 paesi”.

Il percorso intrapreso ha portato Dxc Technology a fatturare circa 20 miliardi di dollari a livello mondiale (ultimo bilancio 2019, 19,6 miliardi) con un andamento stabile per il 2020. In Italia Dxc fattura circa 440 milioni di euro (dato 2019), con 2.000 dipendenti diretti distribuiti su 7 siti (da Milano a Roma, Pomezia, Bari, Torino). Nel nostro Paese, tranne il primo anno di avvio, stiamo crescendo stabilmente anno su anno, almeno quanto sta crescendo il mercato di riferimento”.

Se guardiamo al 2020 (“non mi posso lamentare, il Covid per chi fa i servizi IT non è stato un problema”) l’azienda in Italia è cresciuta in termini di organico (200 nuove persone con 250 posizioni ancora aperte). “La nostra missione è far funzionare le tecnologie che contano – precisa Greco -. Nel momento in cui i nostri clienti si sono trovati a dover remotizzare gli uffici, a causa dell’emergenza sanitaria, ci hanno coinvolto e questo è successo in diverse aziende (Ferrero, Fastweb, Inail, Saipem…) e in diversi enti pubblici (Ministero dell’istruzione, Comune di Milano, Comune di Roma). Lo stesso per quei clienti che hanno dovuto rinforzare i sistemi centrali, quindi il data center, e potenziare gli aspetti di security. Certo, qualche progetto discrezionale è stato rallentato, ma complessivamente il bilancio è stato in questa fase positivo”.

Stack tecnologico, 6 tasselli

L’offerta di servizi poggia su tecnologia di più vendor orchestrata su più livelli che vanno dall’outsourcing, a data center, servizi in cloud, cybersecurity, applicazioni proprietarie fino alla componente di analytics e di digitalizzazione dei processi: “La nostra proposta poggia su un Enterprise Technology Stack di sei layer, che ha come fondamenta la focalizzazione sulla parte di IT outsourcing (1), primo gradino dello stack. Il nostro differenziante. Il core delle nostre attività è gestire e far funzionare i sistemi che risiedono nei data center tradizionali, che possono essere a casa del cliente o in hosting da qualche parte”.

Su questo poggia la gestione della componente distribuita, cioè il workplace (2), con partnership strategiche sul tema della modernizzazione, per far evolvere in maniera nuova i servizi intorno alle postazioni di lavoro. “In questo modo spostiamo il focus dalla tecnologia e dai dispositivi alle persone, alla loro esperienza. Bisogna infatti garantire alle persone un’esperienza che sia il più possibile vicina a quella dell’ufficio”.

Lorenzo Greco, AD di Dxc Technology Italia
Lorenzo Greco, country general manager di Dxc Technology Italia

E’ dei primi di dicembre l’annuncio del rafforzamento della partnership con Microsoft nell’ottica di offrire una esperienza di lavoro personalizzata, sicura, moderna e intelligente. L’accordo prevede una suite di servizi per la gestione del posto di lavoro, battezzata Dxc MyWorkStyle che includerà l’intera suite di soluzioni Microsoft tra cui Microsoft 365 e Teams, Dynamics 365 e Power Platform con impegno reciproci di Dxc e Microsoft per arricchire le soluzioni, sfruttando intelligenza artificiale e machine learning. “Saremo noi stessi una case history di questo progetto – precisa Greco -. Dxc sarà il primo cliente del servizio di modern workplace e sta già lavorando per implementare e adottare la piattaforma Dxc MyWorkStyle creando un’esperienza di lavoro migliore per le proprie persone a livello globale”.

La terza componente dello stack è quella di Cloud e Security (3). “I sistemi centrali e quelli distribuiti, progressivamente e selettivamente, muoveranno sul cloud. Non significa che ci sarà una sostituzione totale ma una convivenza tra i sistemi: si avranno ambienti ibridi di servizio e questo richiede lo sviluppo di soluzioni di sicurezza per la protezione di dati e informazioni”.

Seguono i Business Process Services (4) (“è stato un po’ dibattuto se questa offerta dovesse far parte del nostro portafoglio ma è stata confermata la centralità di questi servizi, su cui andremo avanti con una logica trasformativa”) e le Application non solo di vendor terzi ma anche di Dxc stessa (5) (“siamo capaci di gestire molteplici tipologie di applicazioni, sia applicazioni legacy sia le cloud application, facendo sviluppo e manutenzione”). “Sviluppiamo nostre soluzioni verticali nel mondo bancario e assicurativo. Grazie alla nostra società specializzata, Xchanging, sviluppiamo per il mondo delle gestioni patrimoniali, l’asset management o applicazioni come quella utilizzata per l’iscrizione a scuola, gestita e sviluppata da noi”. Recente è l’investimento a Bari per una nuova Digital Factory che si occuperà di sviluppare digital application, di gestire sistemi cloud ed erogare servizi di sicurezza tramite un Soc che per Dxc sarà il primo in Italia, andando ad aggiungersi agli altri dieci nel mondo. “Gran parte delle ultime assunzioni del 2020 sono state destinate a questa Digital Factory, che serve prevalentemente aziende italiane”.

E, ultimo tassello dello stack, l’area Analytics & Engineering (6), che include le componenti big data & analytics, advisory & consulting e engineering che deriva dall’acquisizione di Luxoft. “Su questi temi siamo ben posizionati sia in Italia sia nel mondo – dettaglia -. Abbiamo delle verticalizzazioni per telco & media, banking e automotive. Tra i clienti Bmw: lo sviluppo dei nuovi sistemi per la guida autonoma di livello 3 è in corso di realizzazione con noi”. attenzione anche al settore assicurativo, a travel & transportation (“Il Ministero dei Trasporti è uno dei nostri principali clienti”) e consumer & retail (“con importanti clienti come Luxottica e Ferrero“).

Assenti invece clienti nel settore aerospaziale e difesa, presenti a tratti nel mondo della sanità, un vertical in movimento per Dxc: “Il business healthcare negli Stati Uniti è stato ceduto a Veritas Capital  – precisa Greco -, mentre la parte di soluzioni proprietarie per l’healthcare sarà ceduta a Dedalus Group entro la fine dell’anno fiscale a marzo. Nonostante queste decisioni, in Italia, attraverso gare pubbliche, siamo attivi sui sistemi di gestione dei servizi applicativi per l’healthcare e anche durante la pandemia abbiamo sostenuto molte regioni – Campania, Lazio, Veneto, Puglia – nei sistemi di gestione. In Italia grazie all’accordo quadro Consip siamo presenti in quasi tutte le regioni italiane, tra le mancanti la Lombardia. Ma facciamo progetti con altri enti in quest’ultima regione: ad esempio siamo presenti nel Comune di Milano insieme a ServiceNow perché abbiamo automatizzato la distribuzione dei dispositivi medico sanitari in carico al Comune”.

Altre partnership tecnologiche sono in divenire: “Stiamo investendo molto su ServiceNow e stiamo lavorando in ambito sicurezza, sia con player tradizionali che con player nuovi come Splunk. Abbiamo un ottimo rapporto con Dell Technologies e Oracle, ma stiamo molto attenti anche alle tecnologie emergenti come Pure Storage, Delphix, Dynatrace sulle quali stiamo investendo”. Fondamentale crescere per competenze. “Eroghiamo in Italia oltre 50.000 ore di formazione all’anno alle nostre 2.000 persone e oltre 1.500 hanno certificazioni in tecnologie digitali. Oggi quello che fa la differenza sono le competenze, la conoscenza e la qualità delle persone. Per questo stiamo creando delle Academy, ad esempio quella sull’AI e sul machine learning con il Talent Progam Elis; ora lanceremo un’Academy con ServiceNow su tutti i temi del service management”.

2021 e oltre, cloud al centro

Sono tre i temi che secondo Greco saranno fondamentali nei prossimi anni, nei percorsi trasformativi delle aziende, sui quali Dxc conta per lo sviluppo delle proprie attività: experience workplace (“non faremo solo riferimento alla gestione del dispositivo, ma al benessere della persona e ai temi di produttività, comunicazione e collaborazione”), la trasformazione verso il cloud e le strategie legate alla data analytics.
Andiamo per punti. “Il cloud crescerà e crescerà molto, ma non ci dimentichiamo che i workload importanti sono ancora in applicazioni e sistemi tradizionali; sono ancora poche le imprese che sono riuscite a portare sul cloud i sistemi mission critical. Ci si arriverà ma prima si dovrà mettere in sicurezza, garantire la continuità dei sistemi tradizionali. Anche perché andare sul cloud non vuol dire accendere virtual machine ma trasformare le applicazioni e di conseguenza trasformare i processi, le modalità di interazioni, ed avere una modalità di gestione dei dati completamente differente. Nel fare trasformazione applicativa e di processo i nostri alleati sono Aws, Microsoft, Google“.

Il terzo tema legato alla componente dei dati viene indirizzato attraverso business insight che permettono ai clienti di prendere migliori decisioni sulla base del patrimonio informativo che gestiscono. “Questo elemento sarà fattore distintivo rispetto alla concorrenza per i nostri clienti”. Il riferimento va ai competitor principali: “a livello internazionale Accenture e Ibm, nello specifico a quella nuova Ibm che nascerà a valle dello spin-off, a livello europeo Atos e Capgemini, a livello italiano in primo piano Engineering, seguita da altre realtà come Reply e Almaviva.

“Il mercato dei servizi IT è molto frammentato in Italia, secondo me anche troppo. La dimensione conta molto soprattutto quando ti confronti con organizzazioni italiane che hanno operation globali: bisogna supportarle e gestire contratti in qualunque parte del mondo” conclude Greco, osservando anche la dinamica di Accenture cresciuta molto attraverso acquisizioni in Italia. Su questo fronte la partita è proprio aperta. Nel frattempo la strategia di Dxc va avanti indisturbata.

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