Mai come oggi la digitalizzazione si impone come priorità nelle agende di aziende e Paesi. I processi di innovazione tecnologica e di dematerializzazione rappresentano infatti il solo volano per accelerare la crescita e uscire dalla crisi trasformati e migliori. Un tema trasversale a ogni impresa e settore dell’economia che si intreccia con quello globale della sostenibilità della vita dell’uomo e del pianeta. Tutti elementi che stanno di fatto incoraggiando le imprese a fare un salto nel digitale per evolvere, adattarsi ed essere meglio preparate alle esigenze del futuro.
Lo studio di Ericsson Consumer & IndustryLab, primo report della serie Future of Enterprise, analizza la velocità con cui si muovono le imprese in questo scenario, le loro dinamiche e i relativi impatti che la virtualizzazione e l’innovazione tecnologica producono nel prossimo decennio.
Condotta su 5.000 opinion leader e decisori in materia Ict di 11 mercati, in rappresentanza di circa 175 milioni di dipendenti a livello globale, lo studio indaga i piani in atto nelle imprese e delinea i trend più marcati del futuro.
Cloud, XR e 5G muovono le strategie
Creare di più con meno. La dematerializzazione è la chiave per una maggiore redditività e sostenibilità in futuro. Le imprese sembrano averlo compreso e si muovono in questa direzione facendo leva sulla tecnologia mobile, spostando dati e applicazioni in cloud, o passando dalla produzione fisica a prodotti e servizi digitali. E il facile accesso ai documenti da ogni luogo e device porta a considerare la gestione cartacea dei documenti un’attività del tutto obsoleta.
Nel dettaglio, quasi 7 imprese su 10 hanno raggiunto o superato la metà del loro percorso di dematerializzazione. Una maggiore produttività e redditività sono considerati i principali vantaggi della dematerializzazione da quasi la metà dei decisori, mentre quasi 4 su 10 dicono lo stesso per la sostenibilità.
In forte crescita nel prossimo decennio anche l’utilizzo della realtà estesa (XR) e del 5G da parte delle aziende, con i decisori Ict che considerano tali soluzioni fondamentali nel continuo percorso verso una maggiore sostenibilità e una maggiore redditività.
Oltre 6 su 10 prevedono in particolare di utilizzare dispositivi 5G e quasi altrettanti di utilizzare dispositivi di realtà aumentata e realtà virtuale entro il 2030. Il maggiore utilizzo della tecnologia video immersiva mobile, a prescindere dal luogo in cui ci si trova, porta anche a una maggiore necessità di connettività cellulare sicura, ad alta velocità e a bassa latenza. Quest’ultimo un fattore chiave per la transizione al lavoro da remoto a supporto della redditività.
Nuovi modelli di spazio e lavoro
Come si è evidenziato durante la pandemia con il massivo ricorso allo smart working (anche spinto dalle procedure di adozione sempificate), le imprese devono essere in grado di fornire ai propri dipendenti pieno accesso ai processi e agli strumenti indipendentemente dal dispositivo utilizzato o dal luogo fisico in cui si trovano. E questo anche in previsione del fatto che il lavoro remoto non solo rimarrà una costante ma si rafforzerà in futuro.
Entro il 2030 si prevede infatti che il 60% circa del lavoro dei “colletti bianchi” avverrà al di fuori degli uffici aziendali. Un fenomeno che fino ad oggi principalmente riguardava i “colletti blu” ma non privo di sfide per i dirigenti, poiché il 44% di loro teme possa creare maggiori difficoltà lavorative.
Si delinea sempre più uno spostamento verso organizzazioni basate su compiti, dove la gig economy come modello economico basato sul lavoro a chiamata, occasionale e temporaneo, diventa prevalente. Oltre ai risparmi sulla manutenzione degli uffici, le aziende possono in questo modo facilmente creare nuove filiali, avvalersi di personale all’estero o gestire attività di e-commerce basata su cloud in tutto il mondo.
La tecnologia digitale incoraggia dunque la tendenza alla globalizzazione, in quanto consente alle aziende di farlo senza sforzo e trascendere i confini geografici e nazionali.
Anche su questa base, la spinta all’internazionalizzazione si prevede sempre più marcata. Mentre circa la metà dei decisori concorda sul fatto che i conflitti commerciali e le pandemie continueranno a rappresentare dei limiti per il commercio internazionale, attualmente, 6 imprese nazionali su 10 prevedono di avere una base di clienti internazionali entro il 2030, e 4 su 10 concordano sul fatto che la capacità di assumere dipendenti a livello globale sia in futuro fondamentale.
Green diventa un must
Il passaggio al lavoro da remoto riduce il pendolarismo e diminuisce le emissioni di CO2 con conseguenze positive per l’ambiente. La maggior parte delle imprese si impegna comunque direttamente per aumentare la propria sostenibilità e il passaggio all’energia rinnovabile come una componente chiave nel viaggio verso un’impresa net zero.
Un approccio per ridurre l’impatto ambientale e le emissioni di CO2 è proprio quello di diminuire l’utilizzo di materiale attraverso la dematerializzazione. Le soluzioni Ict hanno infatti il potenziale per ridurre la necessità di materiale fisico, sostituendolo con servizi e prodotti digitali.
“La digitalizzazione rappresenta un’enorme opportunità per aumentare la produttività e la sostenibilità delle aziende – commenta Anders Erlandsson, head of IndustryLab, Ericsson Consumer & IndustryLab -. Infatti, la tecnologia digitale è un fattore chiave per affrontare grandi sfide come ridurre le emissioni di CO2 e l’utilizzo di materiali”.
Per ottenere un’operazione a zero emissioni di carbonio, oltre la metà delle imprese utilizza già energia rinnovabile per la maggior parte del proprio fabbisogno energetico e quasi 3 imprese su 4 si aspettano che la loro elettricità provenga da fonti rinnovabili entro il 2030. 8 decisori su 10 prevedono inoltre di ottenere un risparmio energetico significativo attraverso il passaggio a soluzioni cloud.
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