Cosa fare per creare un mondo più sostenibile? Serve una nuova prospettiva, un nuovo modo di prendere decisioni mettendo al centro l’innovazione tecnologica quale vera risorsa per portare a compimento la transizione ecologica. Attorno al digitale bisogna sviluppare nuove competenze, condividerle, creare sistemi interconnessi. Costruire un modello di sviluppo che ponga l’essere umano al centro nel rispetto di sé stesso e dell’ambiente in cui viviamo. E tutto questo bisogna farlo in fretta e insieme, con capacità di adattamento e facendo sistema.
E’ con questo spirito di condivisione che si sviluppa The Twin Transition Challenge, l’evento nel quale Lutech si confronta con l’ecosistema di partner, istituzioni e aziende, per identificare insieme le sfide della transizione ecologico-digitale e dare possibili risposte.
“L’innovazione digitale e la rivoluzione green sono le grandi sfide di oggi – esordisce Tullio Pirovano, Ceo del Gruppo Lutech –. Per questo vogliamo portare il digitale dentro le imprese, all’insegna della collaborazione, abilitandone le esperienze con progetti che contribuiscano all’evoluzione tecnologica del nostro Paese. Questo è il nostro obiettivo, che perseguiamo avendo presenti alcuni principi”.
Il primo principio per Lutech è il cambiamento, spiega il Ceo raccontando la strategia del gruppo a livello imprenditoriale, che in linea con il piano di sviluppo vuole portare l’azienda ad essere uno tra i primi soggetti dell’IT in Italia.
L’innovazione è il secondo elemento guida: “In questa direzione, abbiamo deciso di lanciare il Lutech Campus, dando il nostro concreto contributo ai giovani che si impegnano ogni giorno per il futuro”. Il campus, inaugurato a settembre a Cinisello Balsamo, vuole diventare un Open Innovation per attrarre talenti e sperimentare nuove tecnologie di frontiera – blockchain, AI, quantum computing, cybersecurity, 5G, IoT, fintech e insurtech – incluso un Demo Lab per studenti e clienti. In programma, anche la sigla di accordi con le istituzioni per portare all’interno del sistema il mondo delle startup.
Un ulteriore elemento strategico per Lutech è l’agilità e la relativa capacità di adattamento alle diverse situazioni. Il tutto, avendo sempre in mente i valori di trasparenza, etica e rispetto, sottolinea Pirovano.
Equilibrio tra digitale e green
“Oggi la sfida è creare un linguaggio unificato e delle sinergie tra le due culture, digitale e green, – interviene Carlo Alberto Carnevale Maffé, associate professor of strategy – Sda Bocconi, mettendo a confronto quelli che definisce i due “gemelli diversi” -. Il green è estensione, non astensione – spiega –, e va inteso non come privazione per impattare meno sulla natura, ma come nuova organizzazione delle attività economiche, facendo di più. Dobbiamo sviluppare un nuovo modello europeo di approccio alla twin transition – esorta il professore -. Fino a ieri mancava il senso di urgenza ma oggi, per la prima volta, l’Europa sta riscoprendo l’importanza del green tech e si sta risvegliando sul ciclo di investimenti nel breve termine. La Ue ha avviato il programma #REPowerEU per essere soggetto energetico e ridurre la dipendenza dalla Russia (nell’Eurozona, l’inflazione attesa a marzo è del 7,5% e i prezzi dell’energia previsti in aumento del +44,7% in un anno, è il dato sottolineato). Cosa è dunque necessario oggi, spiega: “debito comune per produrre beni europei, introdurre monete digitali con un ripensamento profondo del banking, perché gli investimenti intangibili superano oggi quelli tangibili e cryptoasset, smart contract e decentralized finance prendono il posto delle tradizionali procedure bancarie. L’intangibile deve prevalere perché la servitization digitale è green by design. Affittare il diritto di usare, per esempio in token da spendere su mobilità sostenibile, così come avviare iniziative nel fashion as a service (perché il settore moda è tra i più inquinanti al mondo). E questo richiede naturalmente nuove infrastrutture e nuove competenze a tutti i livelli”.
“Le due facce non sono in antitesi, ma, per esempio, l’industria Ict è una delle più energivore ed è importante capire come e se è sostenibilmente compensata dai nuovi processi digitali – precisa il collega Gianluigi Vittorio Castelli, professore della Sda Bocconi –. Va anche sottolineato il costo energetico dell’uso della tecnologia, anche in termini di fabbricazione del materiale informatico e come impatto ambientale imponente. E della gestione del tema security, dove a fronte di cittadini sempre più digitali serve una forte educazione perché spesso si è inconsapevoli dell’impronta digitale che rimane”.
Capacità e competenze a fattor comune
In Italia, solamente il 2% dei diplomati decide di proseguire gli studi nell’ambito IT, nonostante questo settore rappresenti il 60% dei lavori disponibili. Sul tema delle competenze si sottolinea l’importanza di creare piattaforme digitali condivise e sostenibili.
“Non si può più ragionare a compartimenti stagni – afferma Roberta Cocco, membro della task force del Ministero della Transizione Ecologica -. Bisogna far comprendere il valore del digitale in un mondo in cui l’intermediazione non esiste più. Serve uno sforzo nazionale con tutti gli attori coinvolti, comprese le Pmi, per creare una cultura aziendale di sostenibilità, unirsi, definire dei piani e mettere a fattor comune le capacità. Sul digitale stiamo infatti collaborando con vari attori – spiega Cocco –, come Confindustria Digitale, per creare una scuola diffusa delle competenze digitali da mettere sul piatto a livello nazionale, creando unità tra le varie iniziative delle academy proposte dalle aziende Ict (come fatto da Lutech attraverso il Polo di Innovazione di Bari). In tanti stanno già operando in questa direzione”.
“Il mondo digitale è immersivo e contamina – dichiara Eleonora Faina, direttore generale di Anitec-Assinform-. Dal nostro punto di osservazione cerchiamo di evidenziare quali sono le vacancies a livello di competenze per la transizione digitale. La nota dolente è che abbiamo una forza lavoro che non fa formazione da anni e che evidenzia un gap del pubblico che siamo consapevoli non si possa assorbire in sei mesi. Il nostro compito è lavorare sulla formazione continua e a lungo termine per creare modelli scalabili e ripetibili”.
“Le PA hanno poche persone formate all’interno – concorda Lorenzo Gubian, direttore generale di Aria -. Servono competenze per valutare i reali bisogni. Il know-how non deve rimanere in possesso di pochi ma essere distribuito in modo diffuso all’interno dell’organizzazione. Per questo abbiamo creato centri di competenza, per supportare l’operatività, stimolare l’innovazione e anche nuovi modi di lavorare e nuovi processi, non solo interni ma anche insieme ai partner, lavorando ad esempio sui pagamenti digitali o sulla sanità sostenibile. E’ però importante che tutto l’ecosistema collabori – ribadisce –. Talent attraction e employer engagement è infatti il nostro motto“.
Lutech, voce ai percorsi green delle aziende
Il digitale è dunque la chiave per accelerare la diffusione di pratiche sostenibili e per consentire di realizzare su larga scala la trasformazione green. In collegamento, Agostino Santoni, nella doppia veste di presidente di Confindustria Digitale e guida di Cisco, dichiara la volontà di creare un paese più competitivo e coeso, dove la combinazione tra digitale e transizione ecologica è sottolineata dall’urgenza dell’ora. “Con il nostro lavoro, che è fare innovazione tecnologica, possiamo dare un contributo concreto per uno sviluppo economico e sociale equo, tenendo fede alla nostra missione di creare un futuro più inclusivo. Se guardiamo alla transizione ecologica, abbiamo in Italia dei leader mondiali di straordinaria capacità. Per fare un salto di qualità, occorre puntare alla digitalizzazione di infrastrutture completamente federate, Tlc e reti, con nuovi modelli di servizio per creare l’infrastruttura più grande che ci siamo mai immaginati”.
Molte aziende lavorano già in questa direzione. Nicoletta Mastropietro, chief technology & innovation officer di A2A, partner tecnologico di Lutech, racconta i progetti dell’azienda per una transizione verde-blu verso un’economia circolare. Investimenti che puntano alla produzione di energia pulita con l’eolico e il solare, all’ottimizzazione del ciclo dei rifiuti, alla mobilità sostenibile. “Mobilità sostenibile, che non è solo auto ibride ma anche treni e navi – dichiara Mastropietro -. Stiamo lavorando ad esempio per la riconversione di una tratta di Ferrovie Nord nell’area di Brescia per costruire insieme al network la possibilità di creare un elettrolizzatore sul posto che permetta di distribuire l’idrogeno per i trasporti, un esempio concreto per ridurre le emissioni di CO2“.
Alessandro Dell’Aquila, senior researcher di Enea, racconta il progetto Med-Gold che unisce le competenze di ricerca dell’azienda a quelle del settore industriale, agroalimentare e Ict (Lutech è tra i partner), consentendo di mettere a disposizione dati storici, previsioni stagionali e scenari climatici a lungo termine e distribuirli su una griglia geografica consultabile tramite un’unica piattaforma, la Med-Gold Dashboard. “L’obiettivo del progetto è trasformare i dati climatici in proiezioni, tendenze, analisi economiche, buone pratiche e consulenze, soluzioni innovative e ogni altro servizio legato al clima che possano essere di utilità per la società nel modo più ampio”.
Racconta i passi avanti verso la transizione digitale dell’azienda David Cis, chief operating officer di Generali Italia, dall’automazione dei processi, alla dematerializzazione, all’uso avanzato di intelligenza artificiale e bot, a nuove architetture IT e infrastrutture in cloud. “La transizione digitale abilita il nostro settore – spiega il Cfo -, dove abbracciare la tecnologia vuol dire portare le soluzioni ad uno standard superiore. Scrivere codici più performanti che consumino meno energia nei data center, portare in cloud vecchie applicazioni, trovare strade più coerenti con lo scenario digitale di oggi”.
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