Lo scenario cloud nel corso di questi anni è cambiato. Insieme alla promesse di agilità nell’eseguire i carichi di lavoro è cresciuta la complessità, in alcuni casi fino quasi ad insidiare efficienza e vantaggi economici. E proprio da questi spunti si avvia l’analisi di Ronen Schwartz, Svp e GM cloud storage per Netapp. Sono i giorni di Netapp Insight 2022, momento di confronto e condivisione tra clienti, partner, prospect ma anche di presentazione delle novità tecnologiche proposte dall’azienda e delle strategie, con focus ad hoc per l’area Emea.
“Il journey verso il cloud IaaS e PaaS è iniziato di fatto nel 2006 – spiega Schwartzsi parlava allora di risparmio sui costi infrastrutturali e di accelerazione nello sviluppo di piattaforma, al 2010 si può fissare il momento di cloud disruption ma anche l’inizio delle complessità e delle preoccupazioni per la sicurezza.

Ronen Schwartz
Ronen Schwartz, senior VP e GM NetApp Cloud Storage

Dopo cinque anni ancora le aziende hanno iniziato ad abbracciare una strategia multicloud, ed è cresciuta ulteriormente la complessità, insieme al bisogno di competenze per gestire il cloud. Ed infine tra il 2018 ed oggi le aziende hanno iniziato a manifestare il bisogno urgente di poter gestire in modo interconnesso dati, applicazioni e workload per continuare effettivamente a beneficiare dei vantaggi del cloud, al punto che oggi ben l’89% di esse (fonte: Flexera) riconosce il bisogno di una strategia multicloud ibrida“.
Un bisogno che si concretizza nel poter accedere in modo “elastico” alle risorse infrastrutturali, per scegliere i servizi migliori sul cloud che più “conviene”. Servizi anche geograficamente distribuiti ma gestibili in modo centralizzato di cui sia possibile controllare performance e compliance con l’obiettivo, non ultimo, di ottimizzare i costi ed essere più sostenibili. “In particolare – sottolinea Schwartzproprio semplicità, sicurezza, sostenibilità, combinate con la libertà di scelta, ed il pieno controllo sui dati con i relativi insights” sono alla base di uno scenario ibrido e multicloud abilitante. 

Netapp BlueXP

E’ l’ambito in cui si inserisce l’annuncio più importante di Insight 2022, Netapp BlueXP. La piattaforma serve per semplificare la gestione dell’archiviazione dei dati, sulla scorta di una consolle di gestione unificata che fa leva su AIOps per la gestione dei servizi di archiviazione negli ambienti on-premise ed in cloud per una migliore esperienza multicloud.

In particolare, con BlueXP è possibile distribuire, automatizzare, scoprire, gestire, proteggere, governare e ottimizzare dati, infrastruttura e processi aziendali a partire da un “unico punto di vista” gestendo le risorse storage locali come NetApp Aff, Fas, StorageGrid ed E-Series, ma anche le risorse sugli hyperscaler (Amazon FSx per NetApp Ontap, Azure NetApp Files, Google Cloud Volumes Service e Cloud Volumes Ontap), da un’unica consolle, con un approccio reattivo per la soluzione dei problemi e le semplificazioni necessarie in un contesto in cui automatizzare le operazioni è essenziale, considerata la mancanza di competenze.
Data management e data services unificati per l’hybrid multicloud è pertanto la definizione che meglio qualifica la proposta. Infatti, Netapp BlueXP propone controllo unificato anche per quanto riguarda la protezione e sicurezza del dato, sulla scorta del modello zero trust, con visibilità sulle vulnerabilità ransomware e proposte di remediation a portata di clic. Un esempio: Ontap, con BlueXP, può notificare  automaticamente agli amministratori i comportamenti sospetti registrati a livello di file system.

Netapp BlueXP e Spot
Netapp BlueXP e Spot

L’aspetto più rilevante è la possibilità di visualizzare sotto un unico cappello l’intero patrimonio digitale per la governance su autorizzazioni e conformità ed i servizi per “spostare i dati”, copiarli, sincronizzarli, per il tiering da/per tutti i principali cloud e da/per i data center, pagando solo per le funzionalità effettivamente utilizzate.

Ora, mentre sotto il cappello BlueXP già rientrano in modo completo le operation relative alla gestione dello storage on-premise, del cloud data storage e dei data services, è nella coerenza della strategia aziendale l’idea di portarvi nella sua completezza anche il portfolio di soluzioni Netapp Spot, relative all’ottimizzazione delle applicazioni e delle risorse infrastrutturali ed all’automazione delle operation cloud. Mentre NetApp BlueXP è già oggi la piattaforma d’elezione per il pieno controllo su Netapp Ontap che prosegue il suo percorso di maturazione sulla scorta di oltre venti importanti novità tra cui una nuova funzione snapshot a prova di ransomware, maggiore flessibilità come repository per l’utilizzo con i data lake nelle pipeline AI/ML (attraverso la possibilità di accesso simultaneo di Nas File e S3 agli stessi dati).

Netapp per la sostenibilità

“La proposta Netapp BlueXP è direttamente correlata anche agli impegni per la sostenibilità che vedono l’azienda da una parte impegnata come enterprise all’abbattimento delle emissioni di gas dannosi per l’ambiente, dall’altra ad offrire un portafoglio di soluzioni/servizi per aiutare i clienti a ridurre il footprint dei loro data center – spiega Matt Watts, chief technology evangelist di Netapp -. Ci concentriamo nel nostro contributo su questa seconda parte, sollecitati alla riflessione da Watts sulla base di alcuni dati: “Nel 2030 il comparto Ict consumerà l’8% delle risorse di elettricità disponibili sul pianeta, a fronte del 2% nel 2020”.

Matt Watts
Matt Watts, chief technology evangelist, Netapp

Mentre nel mondo dei dati appena un terzo delle informazioni generate viene effettivamente utilizzato, nel 2030, solo lo storage sarà responsabile di poco meno del 40% dei consumi di energia dei data center e già nel 2025 quasi la metà dei dati sarà gestita su ambienti di cloud pubblico. “E’ il cloud ibrido ad offrire alle aziende un piano sostenibile – specifica Wattse per Netapp è mandatorio aiutarle ad ottimizzare l’utilizzo di risorse, non solo per gli economics, ma anche in relazione agli obiettivi Esg sempre più in cima alla lista degli obiettivi dei board”

Quattro i pilastri della proposizione per indirizzare questi bisogni: Spot, appunto, per l’ottimizzazione dei costi di consumo del cloud, Cloud Insights – con i relativi connettori infrastrutturali (server, storage e network) per la misurazione dell’utilizzo di ogni risorsa, così da fornire l’intelligence necessaria per le decisioni -; Cloud Data Sense come data catalog basato sull’AI per capire mappare e classificare tutti i dati, così da ridurre il costo dello storage utilizzato per conservarli – anche attraverso l’applicazione di routine automatizzate e alert per individuare velocemente i cold data che possono essere spostati su storage più sostenibile-. Infine, le soluzioni proprio per l’efficienza dello storage (deduplica, compressione, etc.) ma anche per spostare i dati quando necessario su risorse di public cloud, per il cloud tiering, per esempio, da memorie Ontap Ssd veloci a risorse di storage ad oggetti in cloud meno costose.

Tre gli annunci chiave in occasione di Insight. Il primo riguarda Cloud Insights, che propone il reporting real-time sulla spesa energetica (con indicazioni specifiche su alimentazione e temperatura) per i sistemi storage Ontap. Il secondo riguarda la reportistica del carbon footprint dei sistemi storage Netapp secondo la piattaforma Paia (Product Attribute to Impact Algorithm), ed in ultimo la garanzia di efficienza 4:1 per le soluzioni San volta a consentire alle aziende di memorizzare più dati in meno spazio su tutti i sistemi all-flash Ontap e di minimizzare il footprint dello storage nei DC ed i relativi consumi.

Ultimo, ma merita il riferimento, il richiamo a NetApp Harvest 2.0 e Grafana Dashboard per Ontap che forniscono in tempo reale informazioni dettagliate sul consumo energetico dell’hardware NetApp, mentre NetApp Fusion si propone come strumento di dimensionamento e configurazione ad hoc in base a specifiche ambientali. Watts chiude con quattro consigli: “In primis, per i progetti di sostenibilità i clienti devono comprendere quali sono gli asset effettivamente utilizzati, disporre di analisi relative all’effettivo utilizzo dei dati e delle risorse che li ospitano per “modulare” dove è conveniente lavorino i carichi, disporre di soluzioni di cloud sync, tiering e backup e delle indicazioni di azione, ed essere certi che quando i dati insistono sul data center il consumo di energia sia in linea con gli scopi. Sono tutte esigenze che le soluzioni di Netapp possono coprire”.

Riflessi italiani di Netapp Insight

Con Davide Marini, country manager e Roberto Patano, senior manager systems engineering Netapp Italia, ripercorriamo gli annunci per una lettura in chiave italiana.
Netapp BlueXP, per noi è un annuncio importante proprio perché conferma la direzione dell’azienda nello sviluppare soluzioni per semplificare la complessità del cloud – percorso che si è rivelato tortuoso – esordisce Marini -. Ora queste soluzioni sono disponibili attraverso una semplice “consolle”, aperta per quanto riguarda destinazioni e repository dei dati. Con semplificazione, sicurezza, sostenibilità e risparmio al centro. Unendo di fatto tutti i plus dell’offering sviluppato negli ultimi anni, con un’estesa apertura per le piattaforme non squisitamente Netapp”.

Davide Marini, Country Manager Italy di NetApp
Davide Marini, Country Manager Italy di NetApp

Rendere coerente e fluido l’accesso al dato, anche nei diversi public cloud, è valore che i clienti riconoscono a Netapp che “oramai da diversi anni ha esteso la propria offerta per un cloud evoluto, ed entro cui si colloca anche la famiglia di soluzioni Netapp Spot per l’automazione e l’ottimizzazione del cloud”.
Per esempio, EidosMedia è riuscita a dimezzare così i costi del proprio cloud. Si aggancia Patano: “Il modello proposto ai clienti per Spot è poi di suo vantaggioso, perché Netapp guadagna su una percentuale del risparmio effettivo dell’azienda che adotta le soluzioni. Non solo, davvero con Netapp BlueXP l’azienda punta a riportare nelle mani del cliente il controllo sul cloud”.

Storage e servizi visualizzati da un’unica piattaforma per capire come lavora l’infrastruttura (anche non Netapp), implementazione delle soluzioni di sicurezza e possibilità di azione in caso di minacce sono vantaggi riconosciuti “e la direzione di Netapp di estendere le capacità di BlueXP oltre i dati, proprio anche ai workload applicativi e all’infrastruttura nella sua completezza”, qualificano oggi Netapp quasi come “advisor” per un’effettiva sostenibilità del cloud. BlueXP integra soluzioni già sviluppate negli ultimi anni e nuove funzionalità contigue alle soluzioni Spot.

Roberto Patano, Senior Manager Systems Engineering di NetApp
Roberto Patano, senior manager Systems Engineering di NetApp

BlueXP e Spot (per l’ottimizzazione della cloud app infrastructure, ndr.) diventeranno un’unica anima integrata di riferimento per la gestione dell’infrastruttura e dei dati – e BlueXP consentirà anche lo “scambio” delle licenze tra soluzioni diverse, funzionando come digital wallet”. Nell’agenda degli IT manager la sostenibilità è da intendere in senso esteso, come capacità di coniugare il risparmio nel consumo di risorse e quindi anche avvicinarsi agli obiettivi Esg. “E questo consente anche ai partner – spiega Marini di qualificarsi come advisor e consulenti per capire come stanno lavorando le risorse”. “In modo agile, considerata la semplicità e l’immediatezza, per esempio di Cloud Analyzer, nell’agganciarsi ai diversi ambienti per raccogliere i dati necessari ad un’effettiva rendicontazione concreta” – specifica Patano.

Netapp ha relazioni strette con tutti gli hyperscaler (che vendono nei loro marketplace le soluzioni Netapp, ma si pensi anche alla partnership sempre più stretta con Vmware), e sta integrando la parte di gestione dell’infrastruttura “non-storage” tramite opportune acquisizioni per arricchire il controllo nel cloud ibrido di ambiente, dati, infrastruttura e applicazioni. Oggi gli obiettivi prevedono di mantenere la parte di business sulla parte storage e di crescere con il cloud.
L’azienda ha comunicato committment e stime relative alla parte cloud. Per il 2026 Netapp si aspetta di maturare sulla parte cloud 2 miliardi di dollari, nel 2022 erano 400 milioni. E nel primo trimestre dell’anno fiscale 2023 si stimano già 584 milioni di revenue/cloud. Chiude Marini: “Ci aspettiamo anche in Italia risultati in linea, anche per i feedback positivi che riceviamo dall’ecosistema. Il tema della frammentazione in ambito storage è sentito nel Paese e Netapp è individuato come partner per definire un percorso strategico, perché consentiamo di ridurre il costo di eventuali ‘errori’ di percorso in cloud e modificare la strategia in modo agile quando serve farlo”.

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