La corsa alla digitalizzazione in atto, trasversale a tutte le industry, porta alla crescita esponenziale della generazione e del consumo dei dati, in crescita a tripla cifra (circa il 500%) da qui al 2025, con il 75% di essi processati all’edge. Si parla di volumi di informazioni in grado di superare la stessa capacità dei data center di sostenerla. E’ un tema importante di riflessione, considerato come oggi il consumo di energia dei data center rappresenti già l’1% del consumo globale di energia e sia in crescita del 50% entro il 2025. 

Serve quindi puntare sui miglioramenti in termini di efficienza, consapevoli che gli sforzi compiuti negli ultimi dieci anni non è detto siano sufficienti anche per gli anni a venire. Insieme all’efficienza, l’industria dei data center lavora quindi anche per raggiungere gli obiettivi ambiziosi legati alla sostenibilità sia nella costruzione, sia nel funzionamento dei DC. Un recente rapporto di 451 Research basato su interviste ad oltre 800 fornitori DC in tutto il mondo evidenzia come la maggior parte degli intervistati (57%) considera la sostenibilità come un fattore di differenziazione competitivo e cita le aspettative dei clienti come un fattore determinante, ma solo il 43% dichiara di avere già in atto iniziative di sostenibilità strategica e miglioramenti dell’efficienza per la propria infrastruttura.

Efficienza e sostenibilità rappresentano un “doppio fronte” che richiede a tutte le organizzazioni un linguaggio comune quando si parla di cosa misurare, come misurare, cosa fare. Alta intensità energetica, rapida crescita, il consumo di energia e l’uso di acqua richiedono metriche specializzate e la standardizzazione di queste metriche è evidentemente necessaria.  

Serve un approccio olistico con metriche condivise per guidare operatori, gestori, aziende nella corretta pianificazione. L’Energy Management Research Center di Schneider Electric ha sviluppato un framework unico nel suo genere sfruttando le competenze di esperti Esg, consulenti sulla sostenibilità e data center solution architect. Si tratta di un sistema di riferimento e confronto composto da 23 metriche specifiche che proponiamo per il download dal titolo Guida alle metriche di sostenibilità ambientale per i data center.

Questo set standard di metriche può aiutare le aziende a concentrarsi sugli aspetti che contano e valutare come indirizzare gli sforzi per migliorare prima e più velocemente. Le metriche sono di fatto raggruppabili in cinque categorie principali. I data center, prima di tutto, utilizzano un’enorme quantità di energia (1).
Il miglioramento dell’efficienza energetica può ridurre le emissioni di gas serra (GHG), l’inquinamento atmosferico e persino l’acqua utilizzata nella produzione di elettricità. Proprio le emissioni dei gas serra sono la seconda categoria al centro dell’attenzione della Guida. I DC generano gas a effetto serra (2) dal consumo dell’energia, per effetto delle attività e in relazione al carbonio utilizzato nelle apparecchiature e nelle infrastrutture, è necessario quindi che ogni operatore sia in grado di quantificare e riferire su queste emissioni in modo preciso per trovare opportunità per ridurle.
Terzo punto su cui le metriche Schneider Electric offrono un riferimento certo è il consumo di acqua.
Un DC tradizionale da 1 MW ha bisogno di circa 2,5 milioni di litri di acqua all’anno per il raffreddamento che è solo una delle funzioni dei DC che prevede il consumo di acqua (3). Arriviamo così alle ultime categorie di metriche: la gestione della produzione e dell’impatto di scorie e rifiuti in tutto il ciclo di vita del DC (4) e gli impatti su terra, acqua e aria. L’industria dei data center deve quindi misurare questi impatti per comprenderne gli effetti sugli ecosistemi circostanti e sulla biodiversità (5).

Oltre alla condivisione delle metriche, per fare bene serve, Schneider Electric offre anche indicazioni di metodo articolate ma di semplice interpretazione per la loro applicazione, con una serie di tabelle di riferimento. In questa sede cogliamo l’occasione per fissare cinque punti fermi per muoversi con metodo nelle diverse valutazioni.

Tre fasi del viaggio verso lo zero netto delle emissioni (fonte: Wbcsd, SOS 1.5 The road to a resilient, net-zero carbon future)

In primis, Schneider Electric sottolinea l’importanza di muoversi secondo una strategia concreta ma attuabile (1). È necessario quindi allineare le competenze e le risorse interne facendo in modo che i team di progettazione, approvvigionamento, operazioni delle strutture e sostenibilità lavorino tutti insieme, predisporre un business case e quindi una strategia per dare un “valore” al carbonio (costi e limiti alle emissioni di CO2). A questo punto è possibile partire implementando i progetti (2). Schneider Electric stessa lo ha fatto eliminando già  l’80% delle perdite di energia nei propri progetti di data center, ed ora puntando a migliorare l’efficienza energetica e a ridurre il carbon footprint. E’ virtuoso anche pensare alla ri-progettazione dei componenti nell’ottica della circular economy puntando su dimensioni e peso ridotti, facilità di manutenzione e seconda vita, aspetti che si traducono in meno materie prime, meno uso del suolo, minori emissioni di trasporto, ecc. La promozione dell’efficienza operativa è il terzo pilastro.

Le operations stesse poi devono essere efficienti e sostenibili, Schneider Electric offre sistemi connessi per raccogliere dati guadagnare in visibilità, tenere traccia del consumo energetico e confrontare le prestazioni. Ed i servizi di manutenzione predittiva aiutano a promuovere l’efficienza e l’affidabilità operativa. I software ed i servizi di analisi disponibili saranno utilizzati per monitorare e generare report tramite dashboard, in modo da prendere decisioni informate e monitorare i progressi della sostenibilità. E’ il momento di iniziare ad utilizzare dashboard anche per tenere traccia del carbon footprint (3).
Le aziende sono chiamate quindi ad acquistare energia rinnovabile, ed ove possibile installare in loco fonti di energia rinnovabile come i pannelli solari, mentre per quanto riguarda la generazione di energia fuori sede sarà importante puntare su contratti a lungo termine sulla base dei progetti che fanno leva su fonti di energia rinnovabile (4).
In ultimo è importante prestare attenzione a tutta la supply chain.

Forse è proprio questa la sfida maggiore. Perché ci si deve impegnare, di fatto a puntare sulla trasparenza dei fornitori in termini di impatto sulla sostenibilità dei loro prodotti, e indagare il profilo ambientale di prodotti e soluzioni acquistate con informazioni dettagliate su materiali, conformità, riciclabilità e altro ancora. La decarbonizzazione della catena di approvvigionamento è un tema difficile, sfidante, proprio e anche in termini di documentazione da produrre. Ma chi opera bene già è in grado di farlo (5).

Ecco che in questo scenario Schneider Electric propone tutti i tasselli necessari a comporre un ideale di “connected infrastructure” per il DC sostenibileefficiente e resiliente grazie alle soluzioni per la “digitization del data center” ed in particolare alla proposizione EcoStruxurela piattaforma che abilita la connettività dell’azienda tramite la raccolta di dati critici per l’operatività e l’affidabilità dei sistemi connessi, dai sensori al cloud, l’analisi dei dati per individuare informazioni importanti, e l’azione proattiva.

Per saperne di più scarica il whitepaper: Guida alle metriche di sostenibilità aziendale per i data center

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