Fresca di stampa. La Commissione Europea – che sta portando avanti un’azione unica per raggiungere la neutralità climatica e la sostenibilità nei prossimi decenni – ha da pochi giorni pubblicato la relazione di previsione strategica 2023.
The Foresight Report 2023 – questo il titolo del rapporto con sottotitolo esplicito Sostenibilità e Benessere delle Persone al Centro dell’Autonomia Strategica Aperta dell’Europa – fotografa con chiarezza le sfide che determineranno la trasformazione della nostra società e dell’economia verso un modello che rispetti i confini planetari e tuteli la globale competitività, ma definisce anche le dieci azioni concrete per consolidare la posizione dell’Europa nella nuova economia a zero emissioni. Sfide e azioni.
Il tutto per dare ai decisori politici indicatori economici per agire sulle economie europee e influenzare lo sviluppo delle nostre società, per aumentare il benessere delle generazioni presenti e future. “Il report valuta le tendenze principali e le sfide future che interessano le azioni politiche dell’UE nelle dimensioni sociale, economica e ambientale della sostenibilità. E come queste aree sono collegate tra loro. Indaga su come perseguire benessere inclusivo a lungo termine, impegnandosi in un percorso verso la sostenibilità – precisa Maroš Šefčovič, vicepresidente della commissione europea alla presentazione del rapporto -. Ma stiamo affrontando molte sfide, come l’ascesa della geopolitica, la necessità di garantire la sostenibilità e il benessere degli europei, finanziamenti sufficienti per le nostre ambizioni, che i nostri lavoratori siano dotati di competenze rilevanti per l’economia futura; vediamo l’erosione della coesione sociale e minacce al nostro modello democratico”.
Le sfide nel dettaglio
Partiamo dalle sfide per rafforzare la capacità dell’Europa di raggiungere la sostenibilità entro il 2050, la sua autonomia strategica e la sua leadership mondiale.
1 – L’ascesa della geopolitica ha riconfigurato le relazioni internazionali. La guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina ha messo la Cina in una nuova posizione, incentrata sull’influenza economica e sull’assertività diplomatica; ha spinto gli Stati Uniti – partner strategici dell’UE – a rafforzare la propria base industriale, proteggendo la prossima generazione tecnologie e lavorando con partner internazionali per sviluppare partenariati economici con investimenti nelle economie emergenti; ha spinto i paesi in via di sviluppo – Paesi africani, latinoamericani e asiatici, dove l’influenza economica della Cina è forte – ad affrontare maggiori sfide per ridurre le emissioni di carbonio, nonostante siano esposti all’aumento dei pericoli legati al clima… Un mix di strategie – cooperative e conflittuali – , che mettono in discussione un’efficace cooperazione internazionale e creano turbolenza economica soprattutto nelle economie deboli. Necessaria, perché basta solo il dato dell’UE per darsi una risposta: l’Unione Europea rappresenta solo il 6,9% delle emissioni di gas a effetto serra e circa il 5% del mondo la popolazione, per definire le strategie l’adesione globale e la cooperazione con altri paesi saranno fondamentali.
2 – L’UE deve richiedere una spinta congiunta ai responsabili politici e alle imprese per garantire una posizione di leadership nella corsa globale all’industria Net Zero. La necessità di un nuovo modello economico, incentrato sul benessere delle persone e della natura, che disaccoppi la crescita economica dall’uso delle risorse e passi a una produzione e a un consumo più sostenibili. La sostenibilità è una fonte importante del vantaggio competitivo a lungo termine dell’UE, che ha già dedicato notevoli sforzi per sostenere diverse tecnologie e soluzioni green: dall’idrogeno, ai materiali avanzati, al ciclo dell’acqua o alla sostenibilità del design. Tuttavia, ci sono aree critiche in cui l’UE mostra forti dipendenze, fino al 75% delle imprese dell’Eurozona dipende fortemente dalle risorse naturali. Sarà fondamentale che imprese e PA lavorino insieme per rafforzare la strategia di autonomia.
3 – Cresce la domanda di competenze adeguate per un futuro sostenibile. L’85% delle imprese dell’UE oggi non dispone di personale con le competenze necessarie per affrontare la transizione verde e digitale, un problema di carenza impattante anche in diversi settori ad alta intensità di manodopera, come l’assistenza sanitaria, l’edilizia, l’agricoltura. Ci sono carenze che destano preoccupazione in settori chiave per le transizioni. Ad esempio, l’UE ha bisogno di 180.000 persone formate nel settore delle celle a combustibile a idrogeno entro il 2030 e fino a 66.000 profili nel fotovoltaico.
4 – La transizione verso la sostenibilità richiede investimenti senza precedenti. Per realizzarla sarà necessario garantire finanziamenti sufficienti sia dal settore pubblico che da quello privati. Complessivamente, ulteriori investimenti di 620 miliardi di euro all’anno saranno necessari per raggiungere gli obiettivi del Green Deal e RepowerEU. Di gran lunga la maggior parte di questi dovrà provenire da finanziamenti privati. Ma anche i bilanci degli stati giocheranno un ruolo importante. L’UE è già pronta a spendere 578 miliardi di euro – almeno il 30 % del suo bilancio – per azioni attinenti al clima per il periodo 2021-2027 ma le conseguenze della crisi climatica e della biodiversità sono sconosciuti (impatto eventi meteorologici estremi, siccità, inondazioni fluviali). Rafforzare la resilienza ai cambiamenti climatici in aree chiave – come le infrastrutture di trasporto, il digitale, lo stoccaggio delle risorse, gli impianti di produzione – sarà vitale.
5 – Arginare le crepe nella coesione sociale perché il cambiamento climatico colpirà i territori in modo diseguale e con impatti sproporzionati sui più poveri e più vulnerabili. Il Green Deal europeo si basa sulla capacità di consentire alle persone di partecipare con successo e beneficiare della transizione, già ci sono stati evidenti progressi (guardando il generale standard di vita o di salute, gli europei godono di una vita più lunga e migliore rispetto alle generazioni precedenti e la loro durata di vita continuerà ad allungarsi).
6 – Arginare le minacce alla democrazia. Le disuguaglianze sono profondamente legate alla minore fiducia nelle istituzioni nazionali o alle democrazia liberale in generale. Privazione dei diritti civili, crescente malcontento e mancanza di agenda positiva si combinano in un’erosione della fiducia nelle istituzioni pubbliche, polarizzazione e a maggiore richiamo di movimenti estremisti, autocratici o populisti. A livello globale, il livello di democrazia di cui gode il cittadino medio è scesa ai livelli registrati l’ultima volta nel 1989. La democrazia è sempre più messa alla prova come modello di governance, necessario per affrontare anche le sfide climatiche.
Azioni richieste
Dettate le sfide, il Foresight Report 2023 definisce le azioni per affrontarle. “Porre la sostenibilità al centro dell’autonomia strategica dell’UE è fondamentale per abilitare l’Europa a mantenere queste dieci aree di intervento che ci aiuteranno a tracciare un percorso verso una transizione sostenibile che funzioni per tutti” appunta Šefčovič.
1. Garantire un nuovo contratto sociale europeo con politiche di welfare rinnovate e un’attenzione particolare ai servizi sociali di alta qualità.
2. Approfondire il mercato unico per promuovere un’economia resiliente a zero emissioni, con particolare attenzione all’autonomia strategica aperta e alla sicurezza economica.
3. Potenziare l’offerta dell’UE sulla scena mondiale per rafforzare la cooperazione con i partner principali.
4. Sostenere lo spostamento della produzione e del consumo verso la sostenibilità, mirando alla regolamentazione e alla promozione di stili di vita equilibrati.
5. Passare ad una Europa degli investimenti attraverso un’azione pubblica che catalizzi i flussi finanziari per le transizioni. “Dobbiamo andare verso una “Europa degli investimenti” – puntualizza il commissario -. Miriamo ad aumentare i flussi finanziari privati a sostegno di investimenti strategici, permettendoci di ampliare la base per la nostra transizione verde. Ciò può essere ottenuto utilizzando i finanziamenti pubblici come catalizzatori per gli investimenti privati, in particolare per i progetti di sostenibilità più rischiosi e rivoluzionari. Ecco perché la Banca europea, la più grande banca pubblica al mondo, dovrebbe fornire un sostegno più forte agli investimenti strategici rilevanti per le transizioni verde e digitale in settori chiave come materie prime, tecnologia verde e biotecnologie, in particolare per progetti all’avanguardia”.
6. Rendere i bilanci pubblici adatti alla sostenibilità attraverso un quadro fiscale e una spesa pubblica efficienti.
7. Spostare ulteriormente la politica e gli indicatori economici verso un benessere sostenibile e inclusivo, anche aggiustando il Pil per diversi fattori. “Abbiamo scoperto che il benessere sostenibile e inclusivo deve essere in primo piano e al centro della definizione delle politiche e degli indicatori economici – continua il commissario -. Ciò significa adeguare il Pil – il parametro standard per monitorare la crescita economica per quasi un secolo – per includere aspetti di benessere e sostenibilità. Ad esempio, abbiamo esaminato come potrebbe essere il Pil dopo aver preso in considerazione l’aspettativa di vita. In questo caso, potremmo aspettarci che il Pil corretto dell’UE aumenti del 15,5% entro il 2040, superiore a quello di paesi come Stati Uniti, Cina o India”.
8. Garantire che tutti gli europei potranno contribuire alla transizione, aumentando la partecipazione al mercato del lavoro e concentrandosi sulle competenze future.
9. Rafforzare la democrazia con l’equità generazionale al centro del processo decisionale per rafforzare il sostegno alle transizioni. “Dobbiamo riconoscere che il tempo in cui la democrazia liberale era il modello della scelta ovvia è finito – commenta Šefčovič -. Le democrazie liberali sono sempre più sfidate dalle autocrazie come modello di governance più adatto ad affrontare le crescenti questioni socio-economiche. Ciò si traduce in una ricerca di influenza, anche attraverso il sostegno a paesi terzi, sia per quanto riguarda le infrastrutture, il finanziamento o il commercio. In questo contesto, dobbiamo promuovere la sostenibilità nel nostro raggio d’azione diplomatico e relazioni reciprocamente vantaggiose basate sulla fiducia e sui fatti”.
10. Integrare la protezione civile con la “prevenzione civile” rafforzando gli strumenti dell’UE in materia di preparazione e risposta alle catastrofi naturali, implementando i sistemi di allarme rapido come bussola per guidare i futuri investimenti e i finanziamenti degli Stati membri.
“La transizione verso la sostenibilità si basa su una triplice promessa: un pianeta sano e fiorente; la crescita economica disaccoppiata dall’uso delle risorse; la certezza che nessuna persona o luogo sarà lasciato indietro. Mentre l’UE va avanti con questa trasformazione storica, costruendo una visione positiva, le opportunità e l’ottimismo saranno vitali per costruire un ampio sostegno democratico per i cambiamenti e i compromessi necessari, in circostanze difficili. Delineate le aree chiave in cui l’azione è necessaria, per raggiungere la transizione verso la sostenibilità e rafforzare i legami tra i suoi aspetti ambientali, sociali ed economici” conclude il commissario europeo. Per mantenere le tre promesse.
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