Secondo uno studio di iCom, il 40% circa degli italiani non si preoccupa dei rischi legati alla sicurezza informatica e il 43% dei dirigenti non ha mai ricevuto alcuna formazione. Dati allarmanti, soprattutto se si considera che le minacce sono in continuo aumento, in uno scenario in cui la diffusione dell’AI e il progresso del quantum computing amplieranno ulteriormente il perimetro degli attacchi così come i costi delle violazioni e i tempi di ripristino.
E’ dunque evidente che esiste un importante gap da colmare e che bisogna creare urgentemente le competenze necessarie a rendere il paese digitalmente più sicuro e consapevole in tema di sicurezza informatica. Va in questa direzione la nuova Ibm Cyber Academy inaugurata a Roma nei giorni scorsi, alla presenza delle istituzioni.
Il nuovo centro, dedicato alla consulenza per le organizzazioni italiane, pubbliche e private, mira ad accrescere la cultura digitale, indirizzando anche il fabbisogno di competenze in materia di cybersecurity. Situata in centro città, una volta a regime, la Cyber Academy contribuirà alla formazione di circa 2.200 persone all’anno, grazie anche alle collaborazioni con il laboratorio Ibm Research di Zurigo e degli esperti di sistemi informativi delle società del Gruppo Ibm, che nell’Innovation Center di Rieti ha investito sulle competenze digitali in collaborazione con la Regione Lazio.
“Solo un capitale umano adeguatamente formato e preparato può fare la differenza nell’affrontare i rischi cyber così come nel guidare in modo responsabile l’AI – commenta Stefano Rebattoni, presidente e amministratore delegato di Ibm Italia –. Per questo apriamo a Roma l’Ibm Cyber Academy, un luogo in cui assieme ai migliori esperti di Ibm in cybersecurity, AI e ricerca sarà possibile conoscere le tecnologie di frontiera, allineare le priorità cyber tra settore pubblico e privato e favorire lo sviluppo di competenze per organizzazioni resilienti in grado di affrontare il futuro”.
“Per rendere il nostro paese resiliente rispetto al rischio cibernetico, occorre investire in persone e tecnologie – dichiara Bruno Frattasi, direttore generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale -. Occorre sviluppare le competenze digitali, sia attraverso i classici percorsi del nostro sistema educativo, sia attraverso l’impegno dei grandi player dell’economia digitale come Ibm. Quando questa formazione riesce poi ad avvantaggiarsi di simulazioni informatizzate in grado di creare situazioni realistiche di attacco e difesa, a fini esercitativi, utilizzando anche strumenti di intelligenza artificiale, riteniamo allora che siano stati creati tutti i presupposti per un reale avanzamento sulla strada della cybersicurezza, a beneficio di tutti, PA, cittadini e imprese”.
Cyber Theatre, fulcro della formazione
Patrocinata da Acn – Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, la Ibm Cyber Academy propone percorsi di formazione personalizzati per aiutare manager, esperti e dirigenti ad affrontare le sfide dell’attuale economia digitale e interconnessa, con particolare attenzione alla sicurezza di sistemi e processi, cyber resilienza, artificial intelligence e quantum safe.
Nell’ambito delle attività formative, i partecipanti sono guidati dagli esperti di Ibm attraverso diversi scenari di violazione reale, per lavorare sulle sfide che potrebbero trovarsi ad affrontare. In particolare, i percorsi di formazione, anche personalizzabili, si svolgono grazie a simulazioni e a metodologie quali expert labs, garage e design thinking, condotte da esperti di Ibm in security, AI e ricerca.
Il cuore dell’Academy è il Cyber Theatre, un laboratorio interattivo che permette di far vivere in modo immersivo l’esperienza di un’intrusione malevola, ricreando l’ambiente di stress di un vero attacco informatico per testare le capacità di risposta in situazioni complesse e inaspettate. Una sorta di “palestra” di sicurezza informatica concepita come un asset per la formazione nel campo della risposta alle emergenze.
A supporto della formazione anche la piattaforma Ibm Skillsbuild (skillsbuild.org), che offre corsi gratuiti e certificazioni per studenti di ogni età, per favorirne l’acquisizione o il miglioramento delle competenze in materia di sicurezza e prepararli meglio al mercato del lavoro.
“Gli investimenti in tecnologia devono andare in parallelo a quelli in sicurezza informatica e soprattutto in cultura del rischio digitale, nel upskilling e reskilling della forza lavoro – interviene Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy –. I cyber attacchi sono oggi il primo rischio segnalato dalle nostre imprese. Per evitare le vulnerabilità e cogliere le opportunità bisogna preparare le competenze necessarie per la transizione digitale. In questo contesto la collaborazione pubblico-privato può giocare un ruolo fondamentale” .
“La ricerca e l’innovazione nell’ambito del mondo digitale, dell’intelligenza artificiale e anche della sostenibilità ambientale viaggiano velocemente e richiedono controlli crescenti e protocolli di sicurezza sempre più avanzati – afferma Roberto Gualtieri, Sindaco di Roma –. Ecco perché investire in formazione e sensibilizzazione rispetto alla cybersecurity rappresenta una scelta strategica dei prossimi anni, sia in termini di costruzione di alte competenze sia di sviluppo di nuove opportunità professionali”.
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