Parla di transizione gemella e di Industria 5.0 il Siemens Tech Talks 2024 che Siemens Italia ha tenuto con clienti, partner, accademici e giornalisti. Un momento – a distanza di anni dall’ultimo appuntamento così allargato in casa Siemens – che ha portato all’attenzione non solo lo sviluppo tecnologico che impatta sul mondo delle imprese e dell’industria (amore storico di Siemens) ma anche sulle competenze che le varie generazioni devono avere e metter in campo per governare la trasformazione. Dagli scienziati ai divulgatori di tecnologia, passando per le aziende.

E’ Floriano Masoero, presidente e Ceo di Siemens in Italia – da pochi giorni anche  Digital Industries head – a delineare il campo di azione dell’azienda oggi, con attenzione alla tecnologia digitale e alla sostenibilità. “Siamo una tech company che in più di 125 anni di presenza in Italia ha portato le sue innovazioni nella vita di tutti noi, in ambiti diversi. Ci stanno a cuore industria, infrastrutture, mobilità e salute. Le sfide di oggi sono in crescendo, dal cambiamento demografico alla digitalizzazione, dal cambiamento climatico alla geolocalizzazione. Ma quella che più ci sta a cuore è legata alla necessità di gestire la scarsità di risorse del pianeta, valorizzando la biodiversità. E’ una sfida che guida la transizione energetica che non può affrontare un paese o un azienda da soli, è una sfida da gestire tutti insieme, globale. In questo la tecnologia sta accelerando e ci darà una mano, cosi come i green deal, i fondi che arrivano dall’Europa, il piano Transizione 5.0 che mettono in campo risorse per la sostenibilità digitale e green, due transizioni estremamente connesse e legate una con l’altra”. Dal piano Transizione 5.0 in arrivo 13 miliardi di euro nei prossimi 18 mesi per le imprese, un volano come quello impresso da Impresa 4.0 nel 2017, soprattutto considerando che l’industria è parte fondamentale del Pil e la nostra manifattura è seconda in Europa. “Ma se non sostenuta non è detto che rimarrà tale in Europa – precisa Masoero -. Il business dell’industria nel nostro Paese rappresenta per giro d’affari il terzo di Siemens a livello globale, dopo Cina e Germania”. Un’azienda che in Italia ha un fatturato di circa 2 miliardi di euro e 2.900 collaboratori, mentre a livello mondiale ha chiuso l’anno fiscale 2023 con ordini per 92,3 miliardi di euro (+4%) e ricavi per 77,8 miliardi (+8%).

Siemens TechTalk 2024
Siemens Tech Talks 2024 – Floriano Masoero, presidente e Ceo di Siemens in Italia 

Metaverso industriale e Industrial AI

La sfida di Siemens passa dalla connessione tra mondo reale e digitale, che viene battezzata Industrial AI, dove l’AI fornisce soluzioni intelligenti all’industria. 
Tre i passaggi perché questo avvenga, legati a digital twin e industrial metaverse (1), alla software defined automation (2) e, infine, a dati e AI (3).

Il primo passaggio affonda le radici nella storia di Siemens che da oltre 30 anni sviluppa gemelli digitali di infrastrutture, reti, macchine, cuore umano, via via sempre più evoluti. E oggi porta il digital twin nel metaverso industriale, creando un ambiente in cui le persone possono fare innovazione. 

Il secondo passaggio è legato all’automazione definita dal software, perché l’automazione è la naturale evoluzione del digital twin che nelle fabbriche impatta sulla produzione. “Oggi una fabbrica su tre adotta automazione Siemens, che rende le fabbriche più efficienti – precisa Masoero –. Avremo fabbriche che possono utilizzare mondo digitale connesso con dispositivi reali in modo più efficace. Abbiamo realizzato una fabbrica a Nanchino, in Cina, costruita due volte: la prima in digitale, dal rendering degli edifici alle linee di produzione fino ai processi, tutto simulato a livello digitale. Solo una volta che il tutto funzionava al meglio la fabbrica è stata costruita in modo fisico. Risultato? Abbiamo avuto una produzione maggiorata del 200% rispetto alla fabbrica esistente, una produttività cresciuta del 20% con altrettanta riduzione dei consumi energetici. Dal primo giorno, il beneficio è stato immediato”.

Terzo elemento sono i dati e l’AI. Una volta implementato il modello digitale questo produce una quantità di dati enorme utile per prendere decisioni, una miniera di informazioni da utilizzare con l’AI. “Siemens oggi ha 3.500 brevetti a livello europeo sull’AI, con 1.500 sviluppatori dedicati. Non possiamo lasciare solo la Cina e gli Usa in questo dominio. Siemens vuole andarsi a posizionare in modo chiaro con un’AI applicata all’industria. Abbiamo investito su questo in maniera importante”. 

Partnership e partner

Ma Industrial AI non si applica solo ai grandi progetti e alle grandi industrie ma anche a piccole realtà, perché decarbonizzazione, efficienza delle risorse, circolarità, mobilità sono insite nella tecnologia proposta, che deve essere “facile ma non banale”.

Rendere la tecnologia facile significa avere buoni partner con i quali portare avanti l’innovazione “perché nessuna azienda può avere la pretesa di fare tutto da sola dal momento che la tecnologia avanza a un ritmo mai visto e si affacciano sul mercato nuove aziende” continua i Ceo. Partner strategici come Nvidia per il supercalcolo, basato su processori grafici e logica algoritmica per rendere più performante il digital twin in ambito tecnologico-manifatturiero, Aws per ottimizzare l’utilizzo dei dati sfruttando la potenza del cloud computing, Sony per la realtà virtuale con occhiali 3D utilizzanti nelle industrie, Microsoft per creare Copilot a livello industriale. “Dal prossimo ottobre avremo Copilot integrato nella soluzione per la programmazione dell’automazione che non verrà più programmata solo in codice ma attraverso un linguaggio naturale”, precisa.

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Siemens Tech Talks 2024 – Le partnership strette con Nvidia, Sony, Aws, Microsoft

Ma non basta che a tecnologia sia facile, per renderla applicabile alle aziende deve essere fruibile. “La richiesta di semplificazione proveniente dalle aziende non può essere ignorata. Abbiamo creato un ecosistema di partner con i quali lavoriamo in logica collaborativa, che abilita questa trasformazione attraverso la piattaforma lanciata lo scorso anno Siemens Xcelerator che ha hardware e software al suo interno. E’ una open digital business platform supportata da un ecosistema di partner, che rendono le loro soluzioni disponibili in un marketplace ampio, un portfolio completo. Più la tecnologia aumenta più andremo ad ampliare i partner che abilitano la transizione gemella in industria, infrastruttura, mobilità e salute”.

La piattaforma di business Xcelerator si basa su tre pilastri: portfolio di offerta selezionata, con hardware, software e servizi che abilitano soluzioni interoperabili, scalabili e sicure. Un network di imprese in grado di arricchire l’offerta di Siemens nei mercati di riferimento e la capacità di supportare il cliente sin dall’inizio, grazie alle competenze divulgate attraverso la piattaforma. “Non c’è limite all’esplorazione, ma parlare di digitalizzazione nelle aziende implica imbattersi con la cultura dell’innovazione digitale che non va data per scontata. Le tecnologie sono solo di ausilio”, sostiene il Ceo.

“La co-innovazione rende la tecnologia aperta, condivisa e democratica. Credo fermamente in questo poiché le sfide di oggi non possono essere affrontate senza che ci siano collaborazioni che mettano a disposizione di tutti competenze differenti”. Sono i numeri a guidare Siemens: le emissioni di CO2 nelle economie avanzate sono tornate ai livelli di 50 anni fa, fonte International Energy Agency (Iea). “Sono dati incoraggianti che ci invitano a continuare a lavorare per la transizione gemella. Inoltre, si prevede un fatturato totale nel mondo del metaverso industriale di 125,7 miliardi di dollari nel 2030 a fronte dei 6,5 miliardi del 2021 e i benefici dell’utilizzo del gemello digitale nella creazione di infrastrutture/edifici e fabbriche sono tangibili”.

Alcuni casi

L’ultima azienda entrata in Xcelerator è Masmec, realtà pugliese specializzata in macchine e linee automatiche per l’assemblaggio e il collaudo di componenti automobilistici, che ha investito in gemello digitale e simulazione di impianto, migliorando i propri processi interni e creando un vantaggio competitivo, 
Cosi come AIsent, software house italiana nata nel 2018 che si occupa di AI per il mercato industriale manifatturiero. “Molto spesso servono soluzioni mirate, che entrano nello specifico del processo per risolvere problemi di natura industriale – precisa Daniele Gamba, ceo di AIsent -. Ci sono aziende che non consentiranno mai a ChatGpt di condurre il proprio impianto. Sviluppiamo, quindi, algoritmi specializzati che supportano il personale nel prendere la decisione più corretta. La nostra offerta è complementare al Copilot, utilissimo in certe applicazioni, ma che non può certo risolvere tutti i problemi di natura industriale. Le potenzialità dell’AI generativa si stanno poi rapidamente estendendo alla robotica, vera nuova frontiera per lo sviluppo di nuovi modelli generativi, con l’obiettivo di ottenere la stessa flessibilità di programmazione che già oggi è possibile nella generazione del codice per la parte di automazione”.

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Siemens Tech Talks 2024 – Un momento di confronto tra le aziende

Collaborazione basata su tecnologie proprietarie e competenze complementari quella con Leonardo con l’obiettivo di elevare il livello di cyber resilienza di infrastrutture critiche e realtà industriali, (“in un contesto geopolitico complesso, caratterizzato da minacce sofisticate e con potenziali gravi ricadute sistemiche” Manuele Marra, Svp Critical National Infrastructure & Large Enterprise, divisione Cyber & Security Solutions di Leonardo) e con Areti che sta abbracciando la sfida di trasformare la rete elettrica romana da passiva a attiva, con la partecipazione diretta dei clienti. “Stiamo portando avanti un investimento duplice – precisa Giulio Carone, amministratore delegato di Areti: uno sull’infrastruttura fisica per aumentare la portata e la resilienza, l’altro per trasformare la rete in una infrastruttura intelligente in grado di governare tutte le variabili. Con il progetto pilota RomeFlex, di cui siamo capofila in Italia e in Europa, i cittadini e i produttori in media e bassa tensione partecipano attivamente alla gestione della rete e offrono servizi di flessibilità, contribuendo così a garantire l’equilibrio tra domanda e offerta di energia”.

Innovazione democratica

“Tutte le volte che c’è innovazione è perché dietro c’è una grande idea – sottolinea Amalia Ercoli Finzi, scienziata di spicco nel campo delle scienze e tecnologie aerospaziali e prima donna a laurearsi in ingegneria aeronautica in Italia dopo le guerre -. L’innovazione tecnologia è antica, ma se in passato era semplice perché tutti potevano capire il vantaggio portato dall’aratro, oggi rischia di essere un impoverimento se lasciamo che la grande parte della gente non capisca cosa c’è dietro all’AI. Cosi facendo non promuoviamo la democrazia, non permettiamo alla gente di ragionare con la propria testa”.

“L’innovazione è fondamentale, ci ha dato risultati eccezionali come i gemelli digitali: per noi è stato fondamentale costruire un modello digitale della cometa per capire come avvicinarla e dove atterrare. Ma l’innovazione deve essere sopportata dalla competenza, fondamentale per fare innovazione. La scuola ben fatta, difficile, resta la base, non quella della promozione facile. E’ la scuola che ti dà la base della conoscenza e le idee per cambiare il mondo, per fare una innovazione motivata e sostenuta”.

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Siemens Tech Talks 2024 – Un momento del confronto tra Amalia Ercoli Finzi – scienziata aerospaziale – e Greta Galli, influencer nel mondo della meccanica e robotica

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