Dietro al progetto che vede Genova al centro del futuro della ricerca sull’intelligenza artificiale, c’è la determinazione di dare vita nei prossimi anni a un polo di eccellenza che possa ospitare 130 ricercatori entro il 2028 e che possa dire la propria sull’AI a livello europeo, nel confronto con istituzioni, università e aziende. Dialogando su tecnologia, progetti, normative per colmare il divario che c’è tra ricerca accademica (punto di partenza) e applicazione industriale (punto d’arrivo). 

“Promuovere una ricerca applicata che parte da tecnologie già mature, testando l’impatto in contesti reali è l’obiettivo del nuovo laboratorio che vuole permettere alle aziende di sperimentare, comprendere e adottare l’AI in modo sicuro e sostenibile”. Un’iniziativa privata con visione pubblica spiega Andrea Pescino, Ceo di Fusion AI Labs, società nata dalla joint venture tra Expert.ai, società che realizza e implementa soluzioni di intelligenza artificiale di fascia enterprise con il 51% del capitale (Ceo Dario Pardi) e AI Fusion Holding, azienda con esperienze internazionali nel mondo dell’innovazione con il restante 49% (Ceo Andrea Pescino).

Mix di competenze

Ricerca applicata è il punto, perché il laboratorio – ospitato nella prestigiosa Villa Quartana sulle colline di Genova vista mare – si radica nel territorio ligure (“culla dell’AI in Italia, per computer vision, robotica e automazione” sottolinea Pescino) offrendo nuove opportunità di formazione, lavoro e ricerca. “L’obiettivo è permettere alle aziende di sperimentare in ambienti controllati, riducendo i rischi, per comprendere l’AI e adottarla in modo sicuro e sostenibile realizzando soluzioni che siano concrete per aziende, enti e cittadini”, precisa il Ceo.

Andrea Pescino, CEO Fusion AI Labs
Andrea Pescino, Ceo di Fusion AI Labs

Nei laboratori si confronteranno esperti industriali e accademici per sperimentare casi d’uso concreti come quelli portati avanti con la Fondazione Gerolamo Gaslini e l’Ospedale Pediatrico Giannina Gaslini per applicare l’intelligenza artificiale nel campo della salute, in materia di ricerca clinica e analisi dei dati.

I tre pilastri dei nuovi Fusion AI Labs sono ricerca applicata e innovazione (“ha senso aiutare la ricerca a progredire ma con attenzione anche all’utilizzo della tecnologica matura e già consolidata per risolvere problemi concreti”, precisa Pescino), formazione di talenti (“porteremo avanti il programma AI for Education nelle scuole, dalle medie alle superiori, in modo che i ragazzi capiscano che onda tecnologia sta arrivando. Oltre ad ospitare Academy per la formazione continua con programmi di upskilling e reskilling che supportino la diffusione delle competenze digitali nel tessuto produttivo”) e AI responsabile ed europea (“ci muoveremo nell’ambito dell’AI Act tenendo presente che oggi l’Europa è cambiata, non parla solo di regolamentazioni, ma di sviluppo e investimenti”).

Investimenti rivolti a migliorare i servizio al cittadino, ultimo anello della catena dell’innovazione, che rimane al centro del modello di business dei Fusion AI Labs, già operativi dallo scorso maggio.

Lo snodo Genova

Ma perché Genova? Doppia vocazione. Da una parte quella portata avanti dal tessuto accademico con i dipartimenti di informatica e di ingegneria dell’Università, l’Istituto Italiano di Tecnologia e il Consiglio Nazionale delle Ricerche. Dall’altra la tradizione industriale in una posizione strategica nel Mediterraneo grazie al porto. “Abbiamo la responsabilità di mettere in rete pubblico e privato, logistica e intermodalità, migliorare i processi di sviluppo del nostro porto e ultimare le nuove infrastrutture. L’AI può davvero cambiare il modo di lavorare della PA locale – precisa Alessandro Perilli, vice sindaco del comune di Genova –. La città metterà a disposizione le sue competenze per sburocratizzare chi vuole accelerare la ricerca per l’innovazione. Siamo convinti che questo sia un territorio che per ragioni geografiche e risorse (come il nodo della fibra) possa contribuire allo sviluppo tecnologico. Ma gli sforzi sarebbero vani se non ci fossero aziende che investono. Speriamo che i Fusion AI Labs innestino un modello per lo sviluppo della città in grado di trattenere giovani che decidano di non lasciare Genova trovando percorsi di carriera. L’AI può consentire alla nostra città di avviare un percorso di ritorno per i talenti in fuga”.

“Dei 130 professionisti assunti il 40% sarà formato da talenti locali, il 30% arriverà da altre regioni italiane per rafforzare le sinergie a livello nazionale, il restante 30% dall’internazionale per portare prospettive globali e legami diretti con i principali centri di ricerca nel mondo”, precisa Pescino. Ma il terreno di gioco rimane l’Europa con le regole dettate dall’AI Act e dall’AI Continent Action Plan con un approccio che privilegia le soluzioni sviluppate nel vecchio continente.

Dario Pardi, Presidente di Expert AI e Presidente di Fusion AI Labs
Dario Pardi, Presidente di Expert.ai e presidente di Fusion AI Labs

“Abbiamo in programma di fare sperimentazione e di associare le sperimentazioni a casi concreti – precisa Dario Pardi, presidente Fusion AI Labs e Ceo di Expert.ai –. Voglio essere concreto. Sappiano che l’AI non cambierà la nostra vita ma aiuterà a migliorarla. Importante che la ricerca venga associata alla praticità di soluzioni complete nel mondo industriale, ed è necessario collaborare con chi ha le risorse per farlo, tra questi partner come Microsoft che hanno risorse economiche importanti. Negli anni 60 il porto di Genova era trainante per la città, oggi il porto della tecnologia deve essere trainante per la Liguria”.

Lo sviluppo dei progetti di AI dovrà seguire però metodologie ben strutturate per poter agevolare adozione e concretizzare i risultati. “Innanzitutto sarà strategico definire la governance per l’adozione dell’AI – precisa Fabio Santini,  senior VP of Sales for South Europe di Expert.aiperché è evidente come un buona parte dei progetti di GenAI non siano partiti proprio per una mancanza di governance adeguata. Sappiano che gestire progetti di AI è complicato perché mentre sto facendo il deployment, il progetto risulta essere già vecchio perché la velocità di sviluppo dell’AI è unica, impressiona, ha un ciclo di aggiornamento incalzante. In passato la roadmap tecnologica aveva cadenza di 3 anni, il cloud l’ha portata a 8-10 mesi, l’AI a poche settimane”. Infine da non sottovalutare la facilità di utilizzo. “L’AI è la prima tecnologia dagli AS400 ad oggi che non ha richiesto alle persone di imparare ad usarla. Per le tecnologie precedenti la barriera di ingresso all’utilizzo era alta per molti. Oggi siamo davanti a un sistema che sembra un ‘cugino esperto’ a cui possiamo chiedere con una semplice domanda. Ma non va dimenticato che c’è grande potenza dietro l‘AI generativa ma poca intelligenza. Per questo dobbiamo lavorare sulla semantica per una AI generativa più precisa”. 

Fabio Santini, Senior VP of sales for South Europe, Expert AI
Fabio Santini, senior VP of sales for South Europe, Expert.ai

Nel 2026 i Fusion AI Labs ospiteranno anche confronti internazionali portando a Genova esperti da tutto il mondo. ”Catalizzatori dell’innovazione sul territorio, porta di accesso all’innovazione”, conclude Pescino, sottolineando anche una preoccupazione: “In Italia nelle conversazioni pubbliche non si parla di AI. L’AI non esiste fuori dai radar ma impatterà tutte le sfere sociali dalla giurisprudenza alla formazione. Ma se l’AI non entra nelle conversazioni noi non saremo pronti e non lo saranno neanche i nostri figli. Abbiamo un ruolo di responsabilità”.

Per questo rimane centrale anche la collaborazione con altre eccellenze territoriali come il Competence Center Made 4.0 ben radicato sul territorio. Per affrontare le sfide tecnologiche che vedranno l’introduzione nelle aziende di Agenti AI come copiloti, di gemelli digitali o di AI umanoidi, spostando poi l’attenzione nei prossimi anni allo sviluppo del quantum computing. Ma un passo alla volta.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Condividi l'articolo: