Tra i principali digital enabler, il cloud computing è riconosciuta architettura IT in grado di indirizzare il bisogno di trasformazione delle aziende. Le promesse iniziali – maggiore agilità organizzativa, scalabilità dei servizi, riduzione degli investimenti in infrastrutture fisiche – hanno spinto le organizzazioni di ogni settore ad adottare modelli IT flessibili e a consumo. Tuttavia, con la progressiva maturazione delle piattaforme cloud, oggi emerge un’altra dimensione del fenomeno: la crescente complessità economica e finanziaria legata alla loro gestione. La varietà di modelli tariffari offerti dai provider globali introduce infatti un livello di opacità che rende difficile prevedere con precisione i costi operativi e i consumi di risorse. Lo confermano gli analisti di Gartner e Idc, secondo i quali le inefficienze economiche sono ormai strutturali: pesano costi nascosti – come il trasferimento dei dati tra regioni -, il sovradimensionamento delle risorse o il monitoraggio incompleto dei consumi. Idc, per esempio, stima che le sole spese per data egress possano incidere fino al 6% dei costi complessivi di storage, mentre secondo Datadog (fonte: State of Cloud Costs, 2024) il 98% delle organizzazioni subisce addebiti per il traffico interno tra Availability Zones. Si tratta, complessivamente, di dinamiche che complicano la governance finanziaria del cloud e rendono indispensabile una strategia di controllo sistematico dei costi. La trasparenza, in questo contesto, non è solo una questione di chiarezza contrattuale, ma un elemento strategico per la sostenibilità economica delle architetture digitali.

Cloud, il mercato cresce ma richiede controllo 

Intanto, il mercato mondiale del cloud computing continua a crescere a ritmi sostenuti: la spesa globale per i servizi pubblici supererà i 1.350 miliardi di dollari entro il 2027, con un tasso annuo medio che sfiora il 20%. Ma a fronte di una diffusione sempre più capillare, emergono sfide che non riguardano solo la scalabilità tecnologica. Un’indagine Forrester (fonte: Cloud Costs are Out of Control) – rivela che il 72% delle aziende ha superato il budget previsto per i servizi cloud nell’ultimo anno. La causa principale è la complessità delle strutture tariffarie, che nascondono costi associati a operazioni quotidiane come chiamate Api, trasferimenti tra zone di disponibilità o traffico in uscita. In alcuni casi, il 25% della spesa complessiva deriva unicamente dal trasferimento di dati interni tra Availability Zones, superando addirittura i costi di calcolo o archiviazione. Si tratta di un fenomeno che accomuna molte organizzazioni, spesso anche poco consapevoli riguardo il volume di traffico generato all’interno delle proprie architetture distribuite. Se da un lato la ridondanza e la replica dei dati garantiscono resilienza e continuità operativa, dall’altro generano un flusso di costi ricorrenti difficilmente tracciabili. La sfida per i responsabili IT e per i Cfo è quindi duplice: ottenere la piena visibilità sui consumi e individuare soluzioni che garantiscano prevedibilità e controllo, senza rinunciare alla flessibilità del modello cloud.

Gestione dei costi in cloud, un equilibrio complesso

La gestione economica del cloud, pratica quindi tutt’altro che semplice e scontata, è condizionata da una molteplicità di fattori. La prima criticità è rappresentata dalla complessità tariffaria: Cpu, memoria, storage, banda, traffico, chiamate alle Api e opzioni di disponibilità compongono un mosaico di voci difficili da prevedere. Molte aziende scoprono solo dopo la migrazione l’esistenza di addebiti aggiuntivi per il trasferimento dati o per la gestione dei container e dei database.
Il secondo elemento riguarda la difficoltà di budgeting. La natura dinamica dei carichi di lavoro, le variazioni nei prezzi e l’assenza di strumenti di monitoraggio in tempo reale rendono difficile prevedere con esattezza la spesa mensile. Il risultato è spesso una discrepanza significativa tra budget pianificato e costi effettivi. Infine, l’inefficienza operativa – dovuta a risorse sovradimensionate o non disattivate – rappresenta una fonte costante di sprechi. Il rapporto Flexera – State of the Cloud Report, 2025 – evidenzia come l’84% delle aziende identifichi la gestione della spesa cloud come una delle principali sfide operative, con percentuali elevate di risorse inattive o mal dimensionate. Una gestione efficace richiede dunque visibilità, strumenti di monitoraggio avanzati, modelli previsionali accurati e una governance che unisca competenze tecniche e finanziarie.

Ottimizzare costi e benefici. l’approccio di Aruba Cloud

Gartner individua nel modello FinOps la risposta più matura alle complessità economiche del cloud. Si tratta di un approccio collaborativo che integra tre dimensioni – finanza, operations e tecnologia – per promuovere un controllo condiviso della spesa e una governance trasparente. Le aziende che adottano strutture FinOps consolidate possono ridurre fino al 40% i costi operativi, grazie a pratiche come il right-sizing delle risorse e l’uso di istanze riservate per i carichi di lavoro prevedibili. A sua volta, gli analisti di Idc sottolineano il ruolo crescente dell’intelligenza artificiale nell’ottimizzazione dei costi. Le soluzioni di AI-driven analytics consentono di individuare in tempo reale sprechi, anomalie e risorse sovra-allocate, migliorando la capacità di previsione e il controllo dei budget. Secondo le stime dell’istituto, fino al 30% della spesa cloud può essere considerata “inefficiente” e ridotta attraverso sistemi di monitoraggio basati su AI. Combinare FinOps e tecnologie predittive significa allora passare da una gestione reattiva a un modello proattivo, capace di trasformare la spesa cloud in leva strategica per l’efficienza aziendale. 

In un contesto dominato da modelli tariffari complessi e costi spesso difficili da interpretare, Aruba Cloud si distingue per una filosofia opposta, fondata sulla semplicità e sulla trasparenza. L’azienda adotta un modello di pricing lineare e prevedibile, che elimina sistematicamente le componenti di costo nascoste tipiche dei grandi provider globali.
Il principio è chiaro: offrire alle imprese la possibilità di gestire le proprie infrastrutture cloud con piena visibilità sui costi e senza imprevisti legati al traffico dati. Il modello “pay-as-you-go” garantisce il pagamento esclusivo delle risorse effettivamente utilizzate, mentre l’assenza di costi aggiuntivi per il trasferimento dei dati – interni o tra Availability Zones – consente la progettazione di architetture distribuite senza penalizzazioni economiche. Le tariffe per Cpu, storage e banda sono definite in modo esplicito e costante, permettendo una pianificazione finanziaria precisa e sostenibile. A questo si aggiungono strumenti di controllo integrati all’interno dell’Aruba Cloud Management Platform, che offrono un monitoraggio in tempo reale dei consumi, una reportistica oraria e la possibilità di integrare i dati con sistemi di contabilità e controllo interni. Questo modello permette alle aziende di allineare governance tecnica e finanziaria, riducendo la complessità e incrementando l’efficienza complessiva della gestione IT.

Casi d’uso e benefici per le aziende

L’efficacia del modello Aruba Cloud si riflette in diversi ambiti applicativi. Nelle architetture distribuite, la gratuità del traffico interno tra data center o Virtual Private Cloud consente di costruire infrastrutture scalabili e resilienti senza oneri aggiuntivi. In ambienti VMware, ad esempio, il trasferimento dati tra istanze o tra Virtual Data Center non comporta alcun costo, permettendo comunicazioni efficienti e prevedibili. Anche le architetture containerizzate e i servizi di Database-as-a-Service traggono vantaggio dall’assenza di costi legati al traffico tra istanze Kubernetes o tra reti virtuali collegate. Ciò semplifica l’integrazione di ambienti diversi e favorisce l’adozione di modelli applicativi moderni senza il rischio di spese impreviste. Un altro ambito è quello delle applicazioni Web con elevato volume di contenuti statici. Mentre molti provider applicano tariffe aggiuntive per le operazioni di object storage o per la distribuzione dei file multimediali, Aruba Cloud consente la gestione del traffico senza costi aggiuntivi, riducendo in modo significativo l’impatto economico dei picchi di utilizzo. Lo stesso principio si applica alle soluzioni di business continuity, dove la replica continua dei dati tra zone o ambienti diversi può generare costi elevati con altri fornitori. Un database MySql con replica quotidiana di 500 gigabyte, che con un altro provider può costare fino a 150 euro al giorno, su Aruba Cloud non comporta spese aggiuntive per il traffico di rete. La trasparenza tariffaria si traduce infine in un vantaggio competitivo concreto sui servizi IaaS: risparmi fino al 50% negli ambienti dedicati e oltre il 40% in quelli condivisi, sia su sistemi Linux sia Windows, con fatturazione mensile e totale chiarezza sui costi associati.

Il modello proposto da Aruba Cloud risponde quindi a tre obiettivi strategici: migliorare la governance finanziaria, eliminare gli sprechi e garantire la prevedibilità dei costi. La chiarezza tariffaria consente alle imprese di pianificare i budget IT in modo accurato, mentre l’assenza di costi nascosti riduce il rischio di sforamenti. La semplicità del modello agevola l’identificazione delle risorse inutilizzate, permettendo di riallocarle o dismetterle rapidamente. Il risultato è una maggiore efficienza operativa e una riduzione strutturale delle spese superflue. Inoltre, la prevedibilità economica consente di migliorare la pianificazione strategica, trasformando la spesa cloud in una componente controllata e sostenibile della gestione IT. In un mercato dominato da architetture ibride e multicloud, la chiarezza sui costi è evidente rappresenti un fattore competitivo. Adottare soluzioni trasparenti non significa solo ridurre la spesa, ma costruire un modello di governance solido, capace di sostenere nel tempo le strategie di trasformazione digitale. Per le aziende orientate alla crescita e alla sostenibilità finanziaria, scegliere un partner come Aruba Cloud significa aprirsi la possibilità di adottare un cloud senza sorprese, progettato per garantire controllo, efficienza e semplicità in ogni fase del percorso digitale.

Per saperne di più scarica il whitepaper: Cloud senza sorprese, la sfida dei costi nascosti

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Condividi l'articolo: