Per anni, la sostenibilità aziendale è stata vissuta come un obbligo di compliance: pagine di report Esg per soddisfare regolamenti e stakeholder, ma con scarsa connessione con la gestione economica dell’impresa. Oggi questo paradigma sta cambiando, e il motore di questa trasformazione è la tecnologia. Ne parla Giulio Borelli, Senior Finance Applications Consultant di Axiante.

Il vero salto di qualità non sta nell’annunciare la piantumazione di 1.000 alberi o l’istallazione di pannelli solari o altre iniziative spot, solo perché un’azienda possa dire “siamo sostenibili”. “Risiede invece nel trattare la sostenibilità esattamente come si gestisce qualsiasi altra dimensione del business: con numeri, obiettivi chiari e verifiche periodiche”, esordisce Borelli. Quando un’azienda gestisce il budget commerciale, nessuno si accontenta di buone intenzioni o azioni sporadiche e scoordinate senza una misurazione del Roi. “Si agisce sulla base di previsioni precise, allocazioni di risorse mirate, review mensili o trimestrali, con l’obiettivo che alla fine dell’anno i risultati siano raggiunti” e la sostenibilità deve funzionare allo stesso modo, altrimenti “resta un’attività più di comunicazione che concreta, se non di vero greenwashing”.

Giulio Borelli Axiante
Giulio Borelli, Senior Finance Applications Consultant di Axiante

Un progetto di riduzione della plastica, una partnership con Ong green, un evento educational del personale sul riciclo del cibo sono allora tutte iniziative lodevoli, “ma senza una logica d’insieme diventa impossibile capire se l’azienda sta davvero facendo progressi in termini di sostenibilità e quale impatto tutto ciò ha sul bilancio”.

Per farlo serve definire metriche precise come le emissioni di Co2 per unità prodotta, il consumo idrico per metro quadro, la percentuale di materiali riciclati sul totale degli acquisti: “Numeri oggettivi che non lasciano spazio alle interpretazioni. E che soprattutto, permettono alle organizzazioni di pianificare, definendo in maniera oggettiva il punto di partenza e quello a cui vogliono arrivare e quale impatto avrà tutto ciò sulle principali voci di bilancio. Questo cambio di approccio sposta la sostenibilità dalla scrivania del responsabile Csr a quella anche del chief financial officer.

Da decisioni al buio a decisioni consapevoli

Molte imprese raccolgono enormi quantità di dati Esg a cominciare da quelli sull’impatto ambientale. “Ma questi dati vivono in silos separati – puntualizza Borelli –  la direzione acquisti traccia i consumi energetici, la logistica monitora le emissioni dei veicoli, la produzione misura il consumo di acqua degli impianti e così via, senza una visione d’insieme e la possibilità di collegare le azioni green ai risultati finanziari”.
Se, per esempio, un’azienda manifatturiera vuole ridurre le emissioni di Co2 del 30% entro il 2030, deve poter calcolare qual è il costo, a quali interventi dare priorità, quale impatto avranno su margini e sul fatturato, come aumenterà il rating Esg e quindi l’accesso a finanziamenti agevolati e altro. “Per rispondere a queste domande in maniera oggettiva e il più possibile precisa, serve la tecnologia, in particolare alcune soluzioni rendendo oggi accessibile alle imprese alcune operazioni centrali nel mondo Esg”. Vediamo in dettaglio.

  1. Pianificazione e budgeting Esg
    Strumenti come Microsoft Cloud for Sustainability “permettono di costruire veri e propri business plan della sostenibilità grazie ai quali si possono definire piani articolati con investimenti, tempistiche, responsabilità e Kpi finanziari” associati anche sulla base di possibili scenari d’investimento green e quindi di stima dei ritorni positivi o negativi in termini di risparmio di costi, accesso al credito, etc;
  1. Simulazioni
    Sensori IoT e piattaforme cloud “consentono di creare i cosiddetti digital twin ovvero repliche digitalu dell’intera operatività aziendale, per esempio fabbriche, edifici, flotte veicolari o supply chain o linee produttive per simulare gli interventi prima di attuarli”;
  1. Rendicontazione automatizzata e audit trail
    La direttiva Csrd europea impone alle grandi aziende rendicontazioni Esg sempre più dettagliate e verificabili. Ecco allora che “piattaforme dedicate automatizzano la raccolta dati da tutti i sistemi aziendali (Erp, supply chain, HR) e generano report conformi agli standard internazionali. Ma soprattutto, ogni dato è tracciabile, ogni metrica verificabile, ovvero i numeri sono certificabili quanto un bilancio finanziario”.

Vantaggi ma anche sfide

Gli investimenti in sostenibilità, se gestiti un’ottica anche finanziaria e supporto tecnologico, si trasformano da centro di costo a valore misurabile. Spiega quindi Borelli: “Innanzitutto l’efficienza operativa può tradursi in riduzioni dei costi energetici a due digit grazie all’AI, con impatto diretto sull’Ebitda. Il risk management evoluto, attraverso digital twin della supply chain, permette di identificare preventivamente vulnerabilità climatiche e sociali dei fornitori, proteggendo la continuità operativa”.
Sul fronte finanziario, rating Esg solidi e supportati da dati verificabili consentono l’accesso a finanziamenti green, riducendo il costo del capitale. Inoltre, metriche Esg trasparenti rafforzano in maniera crescente la reputation dell’azienda.

Tuttavia, non vanno sottovalutate le sfide che un tale approccio porta con sé: “L’integrazione di sistemi legacy frammentati, l’assenza di standard uniformi e le resistenze organizzative richiedono un approccio graduale, focalizzato sui processi a maggiore impatto green e finanziario”. La governance dei dati è quindi assolutamente cruciale con processi di certificazione e responsabilità rigorosi quanto quelli del controllo di gestione tradizionale. Infine, il fattore culturale richiede che per cominciare i Cfo e i Csr manager condividano linguaggio e obiettivi. Conclude Borelli: “La tecnologia può essere un potente abilitatore, ma serve volontà strategica e collaborazione per trasformare davvero la sostenibilità anche in un KPI economico-finanziario misurabile, facendo uscire l’impegno green dal territorio delle buone intenzioni a quello più tangibile del bilancio”.

Per saperne di più, consultare www.axiante.com

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