La crescita esponenziale del consumo di dati, e dei consumi di energia richiesta dai data center per l’adozione accelerata dell’intelligenza artificiale nei sistemi critici porta le aziende a ripensare infrastrutture, modelli operativi e strategie per preservare la sovranità del dato in sicurezza e in modo sostenibile. È in questo scenario complesso che si inseriscono la visione di Hitachi e il contributo, nello specifico di Hitachi Vantara delineati da Marco Tesini, VP & GM Western Europe di Hitachi Vantara, che offre una lettura chiara della fase di trasformazione che sta attraversando il Gruppo Hitachi, oggi tra i principali attori globali del digitale e dell’ingegneria industriale. La crescita del business IT, l’accelerazione sugli investimenti in intelligenza artificiale e la necessità di infrastrutture più sicure, sostenibili e data-driven definiscono il quadro strategico. “Il 2025 rappresenta una tappa cruciale nel percorso di trasformazione dell’azienda – esordisce Tesini -. Hitachi è oggi una realtà globale inserita stabilmente nella Fortune Global 500, posizionata tra le prime 11 tech company al mondo per ricavi, con 268mila dipendenti, una presenza capillare in tutti i principali mercati e una capacità industriale multi-settore che spazia dalle infrastrutture critiche alla mobilità, dall’energia ai sistemi industriali avanzati”. Il Gruppo ha chiuso l’ultimo esercizio con 67 miliardi di dollari di ricavi consolidati a valle di un’eredità di innovazione sostenuta da 2,4 miliardi di dollari di investimento annuale in R&D, e un piano triennale da 3,7 miliardi dedicato in modo particolare all’intelligenza artificiale, con oltre 182.000 brevetti globali. All’interno del perimetro consolidato, il business IT rappresenta 18 miliardi di dollari, suddivisi fra infrastrutture, servizi, managed services e aree di sviluppo digitale in forte accelerazione e “negli ultimi cinque anni, questa componente ha registrato la crescita più rapida, sia organicamente sia attraverso acquisizioni strategiche che hanno ampliato in modo decisivo le competenze di design e ingegneria software del Gruppo”.

Marco Tesini, VP & GM Western Europe di Hitachi Vantara
Marco Tesini, VP & GM Western Europe di Hitachi Vantara

È all’interno di questo scenario che si colloca l’attività di Hitachi Vantara, posizionata nel blocco Hitachi Digital, con circa 3 miliardi di dollari di ricavi e 8.500 dipendenti. L’azienda è responsabile della progettazione e ingegnerizzazione delle infrastrutture digitali che abilitano il modello data-driven su cui il gruppo ha impostato la strategia dei prossimi anni: “Siamo chiamati a costruire la Data Foundation for Innovation, per sfruttare i dati in modo più efficiente, sicuro e sostenibile possibile, nell’ambito di una seconda rivoluzione industriale, quella definita dall’AI”.
Per tutto il Gruppo Hitachi, che produce anche treni, infrastrutture critiche, impianti energetici e sistemi industriali complessi, l’AI non può quindi impattare solo l’ambito IT: “Tutti i nostri prodotti sono attraversati dall’intelligenza artificiale per ottimizzare, migliorare e rendere più efficienti le nostre soluzioni”, specifica Tesini.

Hitachi Vantara, le linee guida della strategia

Da qui emergono i pilastri strategici che guidano gli investimenti e lo sviluppo: gestione dei dati, sicurezza, sostenibilità, sovranità del dato, semplificazione operativa e infrastrutture AI-ready. La prima sfida è l’esplosione dei dati, che Tesini paragona al “vapore della prima rivoluzione industriale”: una massa crescente di informazioni eterogenee che richiede infrastrutture più scalabili, integrate e gestibili. Il secondo pilastro è lo shift verso modelli ibridi: dopo la fase di entusiasmo per il public cloud, si assiste oggi a un “ribilanciamento” guidato sia da ragioni economiche sia da nuovi scenari geopolitici che spingono governi e aziende a ridurre dipendenze e ristabilire controllo su workload critici. Questo tema si lega direttamente alla data sovereignty, che Tesini descrive come un fenomeno ormai trasversale in Europa: non solo una questione di compliance, ma “un vero e proprio bisogno di governare i dati che sono un fattore critico per un’azienda o per un intero Paese”. Il terzo pilastro riguarda la resilienza dei dati, centrale in un contesto realista per cui è certo che “se lo storage o la rete sono compromessi, si ferma l’azienda”. Hitachi Vantara è una delle pochissime realtà a offrire una garanzia del 100% sulla disponibilità dei dati nei propri sistemi, elemento che Tesini considera “un tratto distintivo in un panorama minacciato da un cybercrime sempre più potenziato dall’AI”. Il quarto pilastro è la sostenibilità, tema che oggi investe direttamente data center e infrastrutture AI-ready. Tesini cita il caso italiano: “Entro il 2030, i data center consumeranno energia equivalente a quella necessaria per alimentare 4 milioni di persone, ponendo un tema di localizzazione, efficienza energetica e footprint ambientale”. Questi pilastri – sicurezza, sostenibilità, gestione dei dati, sovranità, semplificazione – definiscono la rotta di Hitachi Vantara nei prossimi anni e poggiano su una convinzione che Tesini ribadisce più volte: “La combinazione tra conoscenza industriale e tecnologia digitale è il punto di forza alla base delle strategie del Gruppo Hitachi”.

Le novità tecnologiche incontrano lo scenario italiano

Si inserisce nella visione strategica quella dello sviluppo tecnologico che Salvatore Turchetti, country manager & general manager di Hitachi Vantara per l’italia, propone intrecciata con le linee guida strategiche illustrate da Tesini, ma nella logica dell’execution, della messa a terra delle strategie globali in un mercato, quello italiano che per complessità, struttura e sensibilità richiede uno specifico approccio pragmatico. Turchetti ricorda come la crescita dell’azienda in Italia sia consolidata su basi solide a guardare in prospettiva gli ultimi otto anni: “Ho avuto la fortuna di ereditare un percorso costruito con visione. La crescita non è episodica, ma stabile, sostenuta, non drogata da progetti eccezionali”. Una crescita che vede nel periodo considerato più che raddoppiare il fatturato, grazie anche a una strategia al 98% orientata al canale, e che smarca anno su anno un +22% con gli ultimi anni tutti chiusi in crescita a doppia cifra.

Salvatore Turchetti
Salvatore Turchetti, AD di Hitachi Vantara Italia

“L’impostazione channel-oriented non è un elemento accessorio ma strutturale, perché il valore di Hitachi Vantara risiede nella capacità di lavorare in profondità con system integrator, partner tecnologici, specialisti verticali e stakeholder dell’ecosistema”, specifica Turchetti. I progetti sulle infrastrutture mission-critical, ricorda Turchetti, non possono legarsi mai a dinamiche puramente commerciale: “Ogni progetto richiede un disegno dettagliato, perché va a integrarsi nel cuore dell’infrastruttura del cliente”. In un contesto in cui i dati crescono in modo massivo e modelli tradizionali continuano a essere progressivamente sostituiti, la capacità di progettare architetture solide, scalabili e sostenibili diventa un requisito essenziale.

Riprendendo il percorso delineato nell’ultimo anno di attività, Turchetti ricorda come Hitachi Vantara avesse già identificato quattro assi strategici fondamentali – hybrid cloud, data management, AI e Green IT. Questi assi hanno portato alla nascita di una visione unificata della gestione dei dati, “basata sul principio che qualunque workload, indipendentemente dal formato (block, file, object, mainframe), deve essere gestibile da un’unica piattaforma”. È un concetto che si traduce in una frase chiave: “La complessità cresce, ma la gestione non può diventare ingestibile”.

Da questo principio nasce lo sviluppo di uno specifico control plane unificato, un layer software pensato per astrarre la complessità e centralizzare la governance dell’intera infrastruttura dati. L’esempio più evidente è Vsp 360 (annunciato a giugno), lo strumento che permette non solo la gestione centralizzata ma anche l’automazione di flussi amministrativi e la visibilità dell’infrastruttura da dispositivi mobili. “Il mezzo – lo storage – è fondamentale, ma serve poterlo governare –  sintetizza Turchetti – e Vsp 360 è lo strumento per farlo perché permette di sapere dove sono i dati, come si muovono, come muoverli, come proteggerli”.

Su questa struttura si innesta la fase di execution degli ultimi mesi: Hitachi Vantara ha lanciato tra 13 e 15 nuovi modelli della famiglia Vsp One (Virtual Storage Platform, a rimarcare il valore intrinseco di una proposta che fa leva sul software al servizio dello storage), coprendo l’intero spettro del mercato enterprise. I nuovi sistemi block di fascia midrange, disponibili sia in architettura Nvme (per prestazioni elevate) sia in configurazione Qlc (per massima densità e costi ottimizzati), rappresentano una risposta diretta alla crescita esponenziale dei repository di dati. A questi si aggiunge Vsp One Object, piattaforma che consente di gestire dati non strutturati in logica “S3-compatibile” e di creare data lakehouse adatti ai carichi AI, rispondendo contemporaneamente alle esigenze di governance, catalogazione, qualità del dato e compliance. Il passaggio successivo, di questi giorni, è rappresentato dall’annuncio del nuovo Vsp One Block High End, piattaforma all-flash Nvme progettata per i workload mission-critical e per l’AI, che completa la data platform Vsp One. Turchetti ne parla come di un’evoluzione naturale di una proposta di punta preesistente: “Partivamo dall’eccellenza. I modelli precedenti erano già benchmark del mercato. Li abbiamo superati spingendoci oltre i 50 milioni di Iops e mantenendo livelli di affidabilità elevati”. Il riferimento è alla disponibilità a otto nove (99,999999%), certificata secondo gli standard Nist e sostenuta da funzionalità avanzate di cybersecurity.

Punti di forza e integrazione delle soluzioni Vsp One
ScreenshotPunti di forza e integrazione delle soluzioni Vsp One

Turchetti riprende e contestualizza per il mercato italiano: snapshot immutabili, rilevamento delle anomalie legate ai ransomware, ripristino automatizzato tramite CyberSense, certificazione Fips 140-3 di Livello 2, possibilità di consolidare workload open e mainframe, connettività Nvme over Tcp a 100GbE e Fibre Channel FC64, fino a 346 TB per rack unit, incontrano le richieste dei mercati mission critical, “ma in un’infrastruttura progettata per ridurre la complessità e sostenere la crescita dei workload AI”, grazie anche a un’architettura scalabile fino a 12 controller e 288 Ssd Nvme.

Alla prestazione si affianca la sostenibilità energetica, elemento che Turchetti considera imprescindibile: il rapporto di compressione e deduplica garantito (4:1), Eco Mode che riduce automaticamente il consumo durante i periodi di idle, e “la capacità di mantenere un posizionamento stabile nei primi tre sistemi al mondo per Iops per watt sono parte integrante della value proposition”. L’obiettivo resta il raggiungimento del Carbon 1 e 2 entro il 2030, oggi in anticipo rispetto alla tabella di marcia.

Un altro fronte chiave riguarda la capacità di Hitachi Vantara di operare in un contesto cloud-native multiforme (multicloud e ibrido), oggi ulteriormente complesso per via delle dinamiche di mercato che interessano VMware di Broadcom. L’azienda ha sviluppato con Red Hat una soluzione congiunta che consente la migrazione da VMware a Red Hat “in pochi minuti invece che in settimane”, un vantaggio cruciale per le aziende che stanno rivedendo le proprie strategie di virtualizzazione.

Il tema della sovranità dei dati torna ripreso da Turchetti con una metafora immediata: “I dati critici per il business non si tengono fuori casa”. Da qui il valore di Vsp One progettato per offrire la flessibilità del cloud pubblico mantenendo i dati sensibili all’interno del perimetro aziendale, in pieno rispetto del Gdpr e delle normative europee. Funzionalità integrate di mascheramento delle informazioni personali, gestione nativa delle compliance e capacità di costruire data lakehouse di dati di qualità consentono alle organizzazioni – soprattutto istituti finanziari e enti di difesa – di mantenere il controllo totale.

Hitachi IQ, Agentic AI pronta per i vertical

Nel perimetro AI, Turchetti approfondisce l’evoluzione verso modelli agentici, superando la logica della semplice generative AI. Un tassello decisivo della strategia illustrata da Turchetti riguarda Hitachi IQ, il brand che identifica l’insieme delle soluzioni di intelligenza artificiale pronte all’uso sviluppate da Hitachi per settori verticali, annunciato circa un anno fa, ma in continuo sviluppo. È una componente che si affianca all’infrastruttura – rappresentata da Vsp One e dal framework AI Cep – e amplia la value proposition del Gruppo verso la dimensione applicativa. Turchetti chiarisce che “non si tratta di semplici modelli generici, ma di “una serie di agenti AI già sviluppati”, costruiti grazie alla collaborazione tra le diverse società del Gruppo Hitachi, che operano in ambiti come trasporti, energia, finanza, automazione industriale e servizi pubblici”.

Hitachi IQ_
Hitachi IQ

Hitachi IQ nasce proprio da questa ricchezza multisettoriale: la combinazione di competenze IT, OT e dominio verticale permette di partire non da zero ma da template agentici già pronti, in grado di essere personalizzati rapidamente sui contesti specifici dei clienti. Il vantaggio è duplice: “accelerare l’adozione dell’AI e ridurre in modo significativo il tempo necessario per costruire agenti complessi”, capaci di prendere decisioni, orchestrare processi e gestire attività in autonomia. “Abbiamo sviluppato agenti AI che partono dalle esigenze reali dei mercati in cui operiamo”, osserva Turchetti, spiegando che questo consente ai clienti di concentrare il proprio lavoro sulla personalizzazione e non sulla costruzione delle fondamenta. Hitachi IQ rappresenta quindi la dimensione software-intelligente della strategia AI del Gruppo: modelli, componenti agentici e framework verticali che si integrano nativamente con la piattaforma AI Cep e con l’infrastruttura Vsp One, mantenendo al centro la qualità del dato, la governance e la sovranità. È l’anello che completa la visione end-to-end dell’AI: dalla gestione del dato, all’orchestrazione, fino alla capacità di generare risultati concreti all’interno dei processi industriali e dei servizi mission-critical. Turchetti chiude con un elemento che considera una vera distintività italiana: il servizio locale. “Quando c’è un problema, risponde una persona italiana. Nei momenti critici fa una differenza enorme”. Non sorprende, quindi, che – certifica Gartner – il 100% dei clienti italiani sarebbe disposto a sponsorizzare Hitachi Vantara.

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