“Piano Impresa 4.0 – Innovazione e competenze” è l’evento che si è tenuto venerdì a Torino, con la partecipazione del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda e del Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, per presentare i risultati del 2017. Nell’anno appena concluso si è verificato un boom di investimenti su macchinari e apparecchiature elettroniche, cresciuti dell’11% rispetto al 2016. Presentando il bilancio del piano, Calenda si dimostra soddisfatto. Pare che ci aspetti un nuovo rinascimento industriale.
Il cambiamento digitale
Il “Piano Impresa 4.0” procede sulla scia delle competenze maturate con “Industria 4.0”, avviato nel settembre 2016. Le sollecitazioni del nuovo Piano hanno ottenuto le reazioni desiderate, come dimostrano i dati dell’Istat presentati all’evento. Le aziende hanno apprezzato gli incentivi a loro concessi, dal superammortamento, adottato da aziende di ogni dimensione, all’iperammortamento, passando per il credito d’imposta per la ricerca e sviluppo e la Nuova Sabatini.
Uno studio effettuato da NetConsulting cube certifica il buoni risultati del Piano. Si è rilevato che nel 2017 le aziende italiane che sono state coinvolte nel percorso di trasformazione digitale in logica Industria 4.0 corrispondono al 78,3% del totale. Tra queste, 2 su 3 prevedono una crescita degli ordinativi e del fatturato del 20%.
Il mercato ha registrato una crescita prossima al 20% a fine anno. La dinamica è supportata in particolare dagli investimenti in beni e macchinari iperammortizzabili e quindi dai sistemi industriali, di cui nel nostro mercato rileviamo gli advanced manufacturing solution (robot e altri macchinari e sistemi avanzati) e l’additive manufacturing. Si rileva una ottima dinamica legata ai sistemi e servizi ICT funzionali ed abilitanti l’integrazione e il monitoraggio dei sistemi ed al trasferimento dei dati dagli impianti in logica Industria 4.0 con una elevata dinamica di alcune componenti software, quali i software di simulazione (+28% circa), i big data e le analytics (+18,5%), sistemi e servizi di integrazione verticale ed orizzontale (26% circa). Tutte queste componenti rientrano nelle soluzioni iperammortizzabili insieme ai beni e, soprattutto, permettono il revamping/ammodernamento di beni già presenti in azienda.
Dallo studio emerge che gli ambiti di Industria 4.0 maggiormente affrontati dalle imprese sono Impianti e macchinari connessi (53%), Additive Manufacturing (44%), Cloud (30%), Big data e analytics (24%), Piattaforme di IoT (19%), Robotica connessa (17%) e Realtà virtuale/aumentata (13%).
Le sfide per il 2018
Il 2018 sembra promettere bene per la tecnologia: ai 20 miliardi stanziati per Industria 4.0 l’anno scorso, il governo ha aggiunto 9,8 miliardi.
Secondo un intervento di Gentiloni all’evento su Impresa 4.0, “ogni euro deve essere investito in tecnologie, competenze e cultura; le transizioni non si governano con le scorciatoie. Occorre lavorare tutti insieme”. Il passaggio dal piano Industria 4.0 a Impresa 4.0 amplia il raggio d’azione e, da manifattura e servizi, si apre un nuovo capitolo dove il lavoro e le competenze sono protagonisti.
A detta di Calenda ciò che acquisirà un ruolo fondamentale sarà il credito d’imposta per la formazione.
Uno studio di NetConsulting cube rileva che diversi ambiti tecnologici necessitano di un rafforzamento delle competenze. Tra i principali troviamo il Cloud Computing (55%), seguito dall’ Internet of Things (46%) e Cybersecurity (42%).
Durante l’evento è stato precisato che l’80% di chi sceglie questa formula di formazione trova lavoro entro un anno. “Abbiamo una richiesta fortissima di studenti Its, è l’elemento più veloce per recuperare occupazione giovanile – sottolinea Calenda -. La proposta che abbiamo fatto è quella di rafforzare questo canale, deve diventare uno dei driver fondamentali del prossimo governo“.
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