Nei tempi stabiliti per evitare il blocco di TikTok negli Stati Uniti, è stato approvato l’accordo tra Oracle, ByteDance e Walmart per la gestione di TikTok sul suolo americano, con la benedizione “di massima” anche da parte della Casa Bianca.
Sulla finish line del 20 settembre (data in cui TikTok non avrebbe più potuto essere utilizzato e scaricato oltreoceano) si sono definiti i contorni della nuova azienda americana TikTok Global che gestirà le attività del social network in Usa, dove oggi TikTok conta 100milioni di utenti americani.
Un’azienda nella quale Oracle, come partner tecnologico, conserverà in sicurezza i dati sul proprio public cloud negli Usa; Walmart, come partner commerciale, spingerà l’utilizzo della piattaforma negli Usa per accrescere utenti; ma ByteDance, azienda proprietaria di TikTok, manterrà salda la presa sull’algoritmo legato alla gestione dei video (come aveva anticipato la scorsa settimana, uscita di scena Microsoft dal deal).
Ma se l’accordo preliminare soddisfa appieno Oracle (che diventa così partner di riferimento per l’amministrazione Usa) non completamente la Casa Bianca che nei suoi desiderata avrebbe auspicato l’uscita di scena completa del controllo cinese, per mettere la nuova azienda TikTok Global totalmente nelle mani di Walmart e Oracle. Per questo, nonostante la benedizione di massima, il Dipartimento del Commercio Usa ha preso un attimo di tempo, facendo slittare di una settimana (al 27 settembre) eventuali nuovi restrizione americane su TikTok.
Questione di sicurezza
La nuova TikTok Global avrà sede in Texas, vedrà Oracle con una partecipazione del 12,5% e Walmart del 7,5%, facendo di Oracle a tutti gli effetti il “partner di tecnologia cloud” per il TikTok americano, a tutela del nocciolo vero della questione che ha portato all’alzata di scudi governativi contro l’app video: la privacy e la riservatezza dei dati degli utenti americani, al sicuro sul cloud pubblico di casa Oracle, gestito dentro i confini.
Affidabilità e sicurezza alla base della scelta (oltre che performance) ribadite anche nella dichiarazione di Larry Ellison, fondatore e Cto di Oracle: “TikTok ha scelto la nuova infrastruttura cloud di Oracle di seconda generazione perché è molto più veloce, più affidabile e più sicura della tecnologia di prima generazione, attualmente offerta da tutti gli altri principali fornitori di cloud. Nella recente ricerca di Idc, Industry CloudPath 2020, in cui sono stati intervistati 935 clienti di Infrastructure as a Service (IaaS) sulla loro soddisfazione nei confronti dei principali fornitori cloud IaaS, tra cui Oracle, Amazon Web Services, Microsoft, Ibm e Google Cloud ecc., lo IaaS di Oracle ha ricevuto il punteggio più alto di soddisfazione”. Una decisione “tecnica” che secondo Oracle è stata fortemente influenzata anche dalla recente strategia di Zoom di trasferire gran parte delle proprie attività di video conferencing sul public cloud di Oracle.
Rafforza il commento di Safra Catz, Ceo di Oracle: “Come parte di questo accordo, TikTok utilizzerà il cloud di Oracle e Oracle diventerà un investitore di minoranza in TikTok Global. Oracle implementerà, gestirà e farà scalare rapidamente i sistemi TikTok nel cloud di Oracle. Siamo sicuri al cento per cento della nostra capacità di fornire un ambiente altamente sicuro a TikTok e di garantire la privacy dei dati agli utenti americani di TikTok, cosi come anche agli utenti di tutto il mondo. Questa sicurezza notevolmente migliorata, insieme alle garanzie di privacy, permetteranno la crescita rapida e continua della comunità di utenti TikTok, a beneficio di tutti gli interessati”. Ribadendo come l’infrastruttura cloud di seconda generazione isoli completamente le applicazioni in esecuzione e risponda in modo autonomo alle minacce di cybersecurity. “Oracle unirà alla sua tecnologia cloud sicura anche la revisione continua del codice, il monitoraggio e l’auditing per dare una garanzia senza precedenti che i dati degli utenti TikTok degli Stati Uniti siano privati e sicuri” puntualizza l’azienda.
La garanzia che i dati di TikTok saranno conservati in Usa è certamente di grande responsabilità per Larry Ellison. Un patto di ferro con Trump, una garanzia alla quale Oracle non può venire meno che tocca il tema della piena sovranità dei dati degli utenti statunitensi. Il rinvio di una settimana al 27 settembre ha fatto però si che la Cina tornasse ad accusare gli Stati Uniti di “bullismo“ annunciando eventuali contromisure, tra le quali imposizione di limiti all’attività delle società straniere che “minano la sovranità nazionale della Cina e i suoi interessi di sicurezza e sviluppo”. Non finisce qui.
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