Mai come oggi, il manufacturing italiano ha l’occasione di fare un salto di qualità. In un Paese a forte vocazione industriale come il nostro, la fase di discontinuità che il mercato sta attraversando agisce da acceleratore dei processi delle imprese, che adottano il digitale per competere nel contesto mutato. Uno scenario nel quale il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta per le aziende lo strumento chiave per una vera svolta in ottica di efficientamento dei processi verso la digital factory, per migliorare i sistemi di produzione in tutte le loro fasi, supportare il business e crearne di nuovo.
La Missione 1 del Pnrr “Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura” stanzia infatti oltre 49 miliardi di euro a sostegno dell’ammodernamento tecnologico del sistema produttivo italiano. Obiettivo che va a comporre le sei missioni definite dal Mef, sviluppate lungo i tre pillar strategici condivisi a livello europeo e per molteplici aspetti sovrapponibili: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale.
In linea con il nuovo contesto, anche il Mise coglie l’evoluzione in atto e rinomina il piano, che passa da Industria 4.0 a Impresa 4.0, sottolineando la centralità dei paradigmi tecnologici più innovativi, strumenti all’avanguardia che fanno da abilitatori di una manifattura sempre più automatizzata e performante, in grado di rispondere alle esigenze emergenti.
Per tutte le realtà produttive che vogliano cogliere le opportunità legate alla quarta rivoluzione industriale, questa è dunque un’occasione irripetibile: nel nuovo piano, gli investimenti industriali sono infatti supportati da misure agevolative, si amplia la platea dei beneficiari così come l’elenco dei beni ammissibili, vengono potenziate e indirizzate tutte le misure rilevatesi ad oggi efficaci e se ne aggiungono di nuove e di più puntuali, si dà ulteriore valore ai paradigmi industriali più innovativi.
Nuove misure spingono la fabbrica digitale
Il Piano Nazionale Impresa 4.0 prevede un mix di misure organiche e complementari messe a punto per spingere gli investimenti in innovazione e cercare di colmare il gap che vede soprattutto il mercato delle micro, piccole e medie imprese italiane ancora un passo indietro sul fronte della digitalizzazione.
Entrando nel merito delle varie iniziative in campo per dare maggiore propulsione al settore manifatturiero, l’iper e il superammortamento puntano a incentivare le imprese che investono in beni strumentali nuovi, in software e sistemi IT, funzionali alla trasformazione tecnologica dei processi produttivi. Nella prima categoria, si parla di una supervalutazione del 250% degli investimenti in beni materiali, dispositivi e tecnologie abilitanti; nella seconda, la supervalutazione è del 130% e riguarda beni strumentali. Le agevolazioni valgono sia per i nuovi acquisti che per il leasing e le aziende possono accedervi in modo automatico in fase di redazione di bilancio e tramite autocertificazione.
La Nuova Sabatini sostiene gli investimenti delle micro imprese e delle Pmi che richiedono finanziamenti bancari per acquisire beni strumentali a uso produttivo, attraverso contribuiti parziali di copertura, accessi prioritari ai fondi, piani di ammortamento e fondi di garanzia agevolati. Per stimolare la spesa privata in R&S, il credito d’imposta si incrementa inoltre del 50%. Attraverso lo strumento del patent box si riducono le aliquote Ires e Irap fino al 50% al fine di rendere maggiormente attrattivi gli investimenti, sia di capitali italiani che esteri, inserendo una tassazione agevolata sui redditi derivanti dall’utilizzo della proprietà intellettuale. Si punta poi ad incentivare la collocazione sul nostro territorio di beni immateriali detenuti all’estero così come il mantenimento dei beni immateriali in Italia.
Potenzialmente in grado di contribuire al salto digitale del Paese, il mondo delle startup e dell’imprenditoria innovativa è oggetto di particolare attenzione, sostenuto e affiancato in tutte le fasi di sviluppo del business, per diffondere una nuova cultura imprenditoriale votata alla collaborazione, all’innovazione e all’internazionalizzazione. Ciò avviene, per esempio, attraverso una nuova modalità di costituzione digitale e gratuita, esoneri, piani di incentivi ed equity crowdfunding per la raccolta di nuovi capitali di rischio. Il Fondo di Garanzia punta a favorire l’accesso al credito bancario, con concessione di una garanzia pubblica, fino a un massimo dell’80% del finanziamento, sia per far fronte a esigenze di liquidità che per realizzare investimenti. Una dotazione di 850 milioni di euro è destinata ai contratti di sviluppo per sostenere gli investimenti di grandi dimensioni nel settore industriale, turistico e di tutela ambientale. Alle imprese italiane che esercitano attività industriali, agroindustriali, artigiane o di servizi all’industria sono invece destinati accordi per l’innovazione che spingano la realizzazione di nuovi prodotti, processi e servizi, in linea con lo sviluppo di nuove tecnologie nell’ambito di “Orizzonte 2020”, il programma quadro della Ue. Si parla nello specifico di tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Tic), nanotecnologie, materiali avanzati, biotecnologie, spazio.
La formazione, essenziale in ogni ambito, riveste un ruolo centrale anche nel piano Impresa 4.0 del Mise, che valorizza la produttività dei lavoratori e lo sviluppo di competenze adeguate. Si eleva il supporto alla spesa nella formazione del personale dipendente per ridurre il gap di competenze sulle tecnologie attraverso credito d’imposta sui costi dei corsi e altri incentivi alla formazione. Una dotazione di 2,7 miliardi di euro da impiegare fino al 2031 favorisce infine gli obiettivi di politica economica ed industriale, connessi al programma Industria 4.0 per accrescere la competitività e la produttività del sistema economico nazionale nel suo complesso.
Impresa 4.0, driver tecnologici
Le misure implementate nel piano nazionale coinvolgono in modo particolare il settore del manufacturing, già in fase di forte accelerazione negli ultimi anni sul fronte del digitale. Sono sempre più numerose infatti le imprese italiane che puntano sulla fabbrica intelligente per rendere i processi più agili e smart. Si sfruttano soluzioni IT studiate ad hoc per accelerare il business e migliorare i processi aziendali in tutte le loro fasi e orchestrare le varie anime dell’azienda. Si parte dalla digitalizzazione delle linee di produzione, all’uso dei dati per creare interconnessioni efficaci tra i vari reparti, al fine di ottimizzare una serie di attività, che possono andare dalla pianificazione della produzione alla gestione dei magazzini, al monitoraggio della catena produttiva, fino alla reportistica aziendale, solo per citarne alcune.
Il manifatturiero è in Italia la prima area di applicazione dell’IoT e di tecnologie evolute come la mixed reality, l’Industrial IoT e l’artificial intelligence, che fanno da driver per un’industria interconnessa e data driven. Il ricorso agli algoritmi di AI applicati alla fabbrica permettono in particolare di anticipare nel tempo eventi difficilmente prevedibili con il solo intervento dell’uomo; grazie ad appositi sensori è possibile intercettare, ad esempio, ultrasuoni o altri elementi non percepibili dall’essere umano, poi utilizzati nel processo di analisi. Le tecnologie sono al servizio di tutto l’iter di realizzazione del prodotto: dalla progettazione e sviluppo, alla produzione, per arrivare ai prodotti connessi per creare servizi Ict, di vendita e post vendita, anche attraverso assistenza remota.
AI a supporto del business
Le fabbriche smart si affidano dunque sempre più all’intelligenza artificiale per gestire e sfruttare il valore dei dati che quotidianamente vengono generati in tutti i settori di questo mercato. Dalla previsione dell’efficienza delle macchine, alla manutenzione predittiva, i dati permettono di esplorare le potenziali applicazioni dei nuovi strumenti, aumentando l’efficienza delle operazioni. Aggregando dati storici provenienti dal mondo reale, gli algoritmi di machine learning sono in grado di fare previsioni e prendere decisioni di conseguenza, consentendo applicazioni preziose e puntuali, come la previsione delle prestazioni delle macchine e degli operatori, la manutenzione predittiva delle attrezzature, la previsione della domanda di prodotti, l’ispezione della qualità mediante il riconoscimento delle immagini, l’ottimizzazione della programmazione della produzione, la previsione dei consumi energetici, la progettazione e la riduzione dei tempi di risposta al cliente.
L’uso dei dati e dei modelli di AI e ML rappresentano in questo modo una leva che le imprese possono adottare per elevare il livello di qualità della customer care e per ottimizzare la programmazione, calibrando i carichi di lavoro sui macchinari, gestendo in tempo reale le variabili che condizionano i tempi di consegna o la pianificazione anticipata degli arresti macchina per la manutenzione. Per ultimo, ma non meno rilevante il il supporto in termini di monitoraggio e analisi, attraverso la costruzione di modelli produttivi, nella definizione di Kpi e nel controllo qualità.
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