Stanno arrivando bandi, gare e scadenze da qui a marzo per il Pnrr. Tre cifre e una newco riassumono bene i fatti della settimana. E i soldi sul piatto.

1 – La prima: 3,8 miliardi di euro. Nel bel mezzo dei movimenti delle nostre Tlc – con Tim alle prese con la definizione del nuovo piano strategico a valle della nomina del neo amministratore delegato, con Iliad pronta a scendere in campo anche nella telefonia fissa – la conferma che i progetti legati allo sviluppo dell’infrastruttura di rete stiano guardando nella giusta direzione arriva dalla Commissione Europea che ha approvato per l’Italia (ai sensi delle norme dell’Ue in materia di aiuti di Stato) un regime di aiuti di 3,8 miliardi di euro erogati attraverso il Pnrr, per sostenere la diffusione della banda ultralarga nelle zone dello stivale più disagiate. Con due evidenze: il riscontro positivo da parte della Ue al piano di ripresa e resilienza presentato a Bruxelles e la strategicità della connettività a banda larga per la crescita e l’innovazione in tutti i comparti dell’economia, oltre che per la coesione sociale e territoriale.
“Questo regime da 3,8 miliardi di euro dello Stato italiano sosterrà lo sviluppo di reti ad alte prestazioni in zone che sono attualmente scarsamente servite in Italia
– ha precisato Margrethe Vestager, executive VP europea, responsabile della politica di concorrenza -. Esso consentirà ai consumatori e alle imprese di accedere a servizi Internet di alta qualità, contribuendo alla crescita economica del Paese e garantendo nel contempo che la concorrenza non sia indebitamente falsata”.
L’aiuto riguarderà le reti fisse nelle aree mappate, attraverso sovvenzioni dirette, e rimarrà in vigore fino al 30 giugno del 2026. Finanzierà la diffusione di reti che permettono velocità di download di 1 gigabit al secondo (Gbps) e di 200 megabit al secondo (Mbps) in zone in cui non esistono reti in grado di fornire velocità di download di almeno 300 Mbps. Garantirà il rispetto della neutralità tecnologica, non favorendo alcuna tecnologia particolare rispetto alle altre, individuerà i beneficiari mediante una procedura di gara aperta, trasparente e non discriminatoria e incoraggerà il riutilizzo delle infrastrutture esistenti.

2 – La seconda: 723 milioni di euro. E’ stato pubblicato il bando da parte del Mitd per la realizzazione del Polo Strategico Nazionale (Psn) attraverso, come noto, un partenariato pubblico-privato dettagliato nella missione 1 del Pnrr e nel Piano Cloud Italia. E gli è stato attribuito un valore pari a 723 milioni di euro, tanto vale la proposta presentata congiuntamente da Tim, Cdp, Leonardo e Sogei, che sostanzialmente rappresenta l’investimento richiesto all’aggiudicatario per realizzare e gestire l’attesa infrastruttura cloud ad alta affidabilità, localizzata sul territorio nazionale e idonea ad ospitare dati e servizi pubblici critici o strategici, garantendo massima sicurezza, continuità e affidabilità.
Si dà cosi il via alla prima fase del progetto che mira a portare il 75% delle amministrazioni italiane ad utilizzare servizi in cloud entro il 2026 e che non taglierà fuori dai giochi partner tecnologici internazionali dal momento che la stessa cordata Tim, Cdp, Leonardo e Sogei, ha specificato nella propria offerta che si avvarrà anche della tecnologia di Google Cloud, Microsoft Azure e Oracle Cloud.  La scadenza per la presentazione delle offerte per partecipare alla gara rimane il 16 marzo 2022, senza la possibilità di suddivisioni in lotti.

3 – La terza: 350 milioni di euro. E’ stato firmato un protocollo di intesa per la nascita del Fondo per la Repubblica Digitale, tra i ministri della innovazione tecnologica e transizione digitale (Colao), dell’economia e delle finanze (Franco) e il presidente di Acri, l’Associazione di fondazioni e di casse di risparmio  (Profumo). Il fondo elargirà 350 milioni di euro attraverso fondazioni di origine bancaria, che verranno erogati nell’arco di 5 anni con l’obiettivo di accrescere le competenze digitali degli italiani, per finanziare progetti di accompagnamento della transizione digitale e colmare i gap di conoscenza (questa settimana bene evidenziato dalla ricerca presentata da Anitec-Assinform).
Il Fondo selezionerà progetti da finanziare tramite bandi a cui potranno partecipare soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e soggetti del terzo settore, da soli o in partnership nel periodo 2022-2026, con una governance definita da un comitato di indirizzo strategico, affiancato da un comitato scientifico indipendente, a cui è affidato il compito di monitorare e valutare l’efficacia ex post degli interventi finanziati.

Entro sei mesi verrà individuato il soggetto attuatore del Fondo, che si occuperà di tutte le attività operative, come la redazione dei bandi, l’istruttoria ex ante delle proposte di progetto, la loro selezione e approvazione, le attività di comunicazione. “Gli obiettivi di digitalizzazione inseriti nel Pnrr sono molto ambiziosi e puntiamo ad essere uno dei paesi di testa in Unione Europea già nel 2026 – ha dichiarato Colao -. Per fare questo il Pnrr investe risorse importanti in infrastrutture digitali, come la connettività e il cloud. Ma nessuna trasformazione può avvenire equamente se non si investe anche sulle persone. Con il Fondo Repubblica Digitale parte oggi un’altra iniziativa chiave del Pnrr costruita per accompagnare le persone e le famiglie che hanno maggiori difficoltà nell’accedere al digitale”.

4 – Infine, la newco, stando a quanto riportato stamane dal Sole24ore: è prossima la costituzione di una nuova azienda composta da tre soci – Inps, Inail e Istat – che si concentrerebbe sulla razionalizzazione dei dati pubblici e dei data center dei tre soci. Una newco voluta da presidenza del consiglio, dipartimento transizione digitale, ministeri della PA e del lavoro, che si dovrebbe concentrare più sullo sviluppo applicativo.

Quattro segnali di concretezza che, seppure con intenti diversi, spingono a rimboccarsi le maniche per partecipare a gare, intercettare fondi, muoversi con disinvoltura tra bandi e scadenze. Non facile. Ma sulla carta non sembrano segnali deboli.

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