Sovranità digitale e trusted cloud, sostenibilità e sicurezza. Sono i temi chiave che hanno animato EcoEx 2022 a Parigi, nel teatro Olympia. La vision di OvhCloud per la prossima generazione del cloud sovrano, aperto e affidabile si riverbera anche negli altri Paesi europei ed in particolare in Italia. Per questo incontriamo John Gazal, VP Sud Europa e BrasileAlessandro Di Felice, Key Account Manager, che ripercorrono i momenti salienti dell’evento di Parigi con particolare riferimento al mercato italiano e alle prospettive di OvhCloud nel nostro Paese, per il quale viene presentata la strategia locale. 

“La strategia di OvhCloud per il 2023 anche in Italia è una strategia di continua crescita – esordisce Gazal ed ancorata su quanto è stato fatto nel 2022. OvhCloud si è confermato l’unico cloud provider europeo capace di competere con gli hyperscaler americani e cinesi. La value proposition di un cloud aperto, trasparente e con la migliore price performance ration poggia su quattro punti principali: accelerazione, innovazione, impegno sugli aspetti relativi a sicurezza e sostenibilità, ed infine quello sull’ecosistema italiano.

OvhCloud in accelerazione

Circa un anno fa OvhCloud è diventata una public company, quotata alla borsa di Parigi e qualche giorno fa sono stati resi disponibili i risultati dell’azienda. Nell’anno fiscale 2022 l’azienda ha maturato ricavi per 788 milioni di euro (adj Ebitda del 39%) e nel 2023 vuole raggiungere una crescita organica del +14/16%. “Possibile – prosegue Gazal – grazie all’intenzione ed all’impegno negli investimenti, per cui entro la fine del 2024 è stata confermata l’apertura di 15 nuovi data center a livello globale (10 in Europa). Il data center in Italia è nella roadmap ma non c’è una data confermata, per quanto la sensibilità verso il Paese sia molto elevata anche in relazione all’estrema attenzione dell’Italia sui temi della sovranità dei dati, maggiore anche di altri Paesi europei”.

John Gazal
John Gazal, VP Sud Europa e Brasile

Quattro di questi sono “mini data center di nuova generazione” il cui beta testing è già iniziato con partner e clienti. Prevedono l’utilizzo del nastro magnetico, come tecnologia per le copie di sicurezza in partnership con Ibm. La regione di Parigi sarà la prima a disporre di DC con tripla copia dei dati e sono previsti 30 milioni di euro di investimenti per il piano di iper-resilienza annunciato già nel 2021.

Per quanto riguarda il tema dell’innovazione, tre sono i punti chiave. A settembre OvhCloud ha inaugurato un nuovo data center a Strasburgo (1) che è anche il primo di nuova generazione per l’iper-resilienza (i più alti standard di sicurezza, che saranno ereditati dai nuovi 15 DC), ma è anche un DC iper-sostenibile, in termini di Pue (Pue tra 1.1 e 1.2). “Per quanto riguarda la strategia Move To PaaS (2), anch’essa declinata un anno fa, oggi OvhCloud conta già 30 soluzioni PaaS disponibili anche per i clienti italiani e l’obiettivo è arrivare a 60 soluzioni PaaS entro fine 2023″. Per esempio Nutanix in cloud, Kubernetes, DBaaS, AI e high performance object storage (tutti resi disponibili quest’anno). OvhCloud è inoltre impegnata negli investimenti in ricerca e sviluppo sul quantum computing (3) e due settimane fa a Parigi ha annunciato di essere entrata a far parte della Quantum Foundation e ha cominciato a lavorare ad un ecosistema di aziende e startup specializzate su questo abilitatore con un appello anche alle realtà italiane che desiderano collaborare per lo sviluppo europeo del quantum computing.

Sicurezza e sostenibilità

La sostenibilità non è una moda. Da anni sosteniamo che il cloud non deve essere una prigione e deve essere sostenibile by design, senza lock-in. Per questo pensiamo i data center sfruttando i principi dell’economia circolare e del water-cooling per il raffreddamento”. Temi nel Dna da sempre ed entriamo nel dettaglio, sempre con Gazal. “Quest’anno proponiamo una nuova “label” denominata Open Trusted Cloud, disponibile per partner e clienti, soprattutto PaaS e SaaS, che utilizzano il cloud OvhCloud e garantisce sicurezza del cloud e dei dati”.

Su un punto in particolare si sofferma Gazal: “Per La sovranità dei dati ricordo che è più importante la nazionalità del cloud provider della mera localizzazione del data center, perché vi sono leggi extraterritoriali cui l’hyperscaler extraeuropeo può essere tenuto ad adeguarsi, mentre Open Trusted Cloud garantisce ai clienti di lavorare con un cloud provider effettivamente ‘sovrano’. OvhCloud è certificata Agid in Italia e detiene le certificazioni equivalenti in Spagna, Germania, e in Francia la certificazione SecNumCloud, considerata la più stringente in Europa e candidata a diventare lo standard a livello europeo.

Per quanto riguarda la sostenibilità, Gazal tiene a sottolineare il controllo “end-to-end di tutta la ‘supply chain’ cloud dell’azienda”. Dalla fabbricazione dei server al loro smaltimento. Dal 2003 OvhCloud sfrutta l’acqua in condutture a circuito chiuso prediligendo questo sistema di raffreddamento ai sistemi ad aria condizionata, del 2006 è la prima sala senza aria condizionata in un DC. Ed oggi OvhCloud vanta un punteggio Wue 0.26 (a Strasburgo addirittura 0.2) con lo standard di mercato a 1.8 (è premiante il punteggio più basso). Il 77% dell’energia utilizzata nei DC proviene da  fonti rinnovabili e nei primi mesi del 2023 OvhCloud proporrà online un tool per consentire ai clienti di calcolare il proprio carbon footprint nell’utilizzo del cloud OvhCloud.

L’ecosistema italiano 

Alessandro Di Felice segue il mercato corporate con background ed esperienza consolidati nel mercato Spazio ed entra nei dettagli per quanto riguarda l’ecosistema italiano: “In Italia, come nel resto d’Europa oggi non ci sono vere alternative all’offerta degli hyperscaler americani e cinesi. Unire le eccellenze di cui disponiamo in Italia, come in Europa è quindi ‘la’ vera alternativa. L’unione si basa sul collante comune dei principi che ci distinguono: sovranità dei dati, sostenibilità ambientale, apertura e trasparenza”.

Alessandro Di Felice
Alessandro Di Felice, key account manager, OvhCloud

La crescita dell’ecosistema italiano si sviluppa quindi oggi su tre pilastri principali. Il primo punto è il programma di partnership. “Oggi i partner italiani sono 60, con un’evidente accelerazione rispetto allo scorso anno (+35%). Vi rientrano realtà del mondo corporate ed enterprise come partner locali e piccole cloud company. Abilitiamo questi ultimi anche a sviluppare servizi sulle nostre tecnologie”.
Il secondo punto è il programma specifico per le startup. “Ne abbiamo accompagnate dal 2015 ad oggi circa un centinaio e 35 di esse sono quelle oggi in grado di camminare sulle proprie gambe” – prosegue Di Felice. Un risultato considerevole pensando alla mortalità delle startup. Alcune promettenti operano proprio nel verticale Spazio per il quale il Move To PaaS è un elemento di valore. “Ed infine, sosteniamo il Business Incubation Center”. Il terzo punto riguarda i Tech Lab: “Una nuova formula per evangelizzare l’ecosistema riguardo Move To Pass e l’innovazione OvhCloud proposta, attraverso incontri mirati e quindi un’occasione importante anche per fare networking”.
Sollecitato sulle performance di OvhCloud nel nostro Paese, Di Felice aggiunge: “L’Italia cresce del tutto in linea con il trend del resto del mondo. Il Paese evidenzia opportunità di crescita in particolare in relazione ai temi della trasformazione digitale e della PA. Proprio il mercato Spazio è in Italia per noi molto importante e traina il mercato corporate”. Chiude Gazal: “Per il 2023 la crescita in Italia si baserà sull’espansione del team locale, puntando all’innovazione con Move To Pass e con la call to action per il quantum computing e migliorare ancora sui temi sicurezza e sostenibilità”.

Il contributo di Banca Europea per gli Investimenti

Per l’espansione del Gruppo, OvhCloud potrà contare ora anche sul prestito di 200 milioni di dollari per gli investimenti europei grazie all’impegno della Banca Europea per gli investimenti, il cui ruolo è proprio fornire finanziamenti per progetti che contribuiscono a realizzare gli obiettivi dell’UE, sia all’interno che al di fuori dell’Unione. E’ il primo prestito di questo tipo con un “pure player” del mercato cloud proprio in linea con le priorità dell’UE di rafforzare l’autonomia strategica dell’Europa nelle nuove infrastrutture tecnologiche, in un mercato – quello cloud- che potrebbe superare quello delle telecomunicazioni già entro il 2027.

Con Michel Paulin, Ceo di OvhCloud che così commenta: “Questa capacità finanziaria aggiuntiva fornita dalla Bei contribuisce alla tabella di marcia strategica del nostro Gruppo e ci consentirà di promuovere un cloud che rispetti i nostri valori europei più velocemente ]…[“. La disponibilità di queste risorse sarà convogliata da OvhCloud in particolare sullo sviluppo di soluzioni ad alta densità, implementazione di nuove generazioni di server rack e modernizzazione delle aree di produzione, nell’ampliamento del portafoglio prodotti – a partire dall’offerta di storage, soluzioni di sicurezza e integrazione di nuovi building block tecnologici – e per sostenere la politica dei brevetti. OvhCloud ne detiene già 137, in molti campi diversi e punta ad accelerare questa dinamica per consolidare la sua posizione di player innovativo. Parte del finanziamento servirà a migliorare e innovare le tecnologie di raffreddamento, in particolare i sistemi adiabatici e i nuovi meccanismi in linea con le sue innovazioni industriali. Gli obiettivi Global Net-Zero per ambiti 1 e 2 entro il 2025 che rappresentano quasi il 40% dell’impronta di carbonio di OvhCloud sono nel mirino; così come il contributo a Global Net-Zero per tutti gli ambiti entro il 2030.

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