Qualche dato sulla nostra economia, l’avvio di un progetto atteso, qualche rumor su acquisizioni e consolidamenti nel mercato. Quattro fatti di questa settimana  che hanno destato la nostra attenzione.
In ordine sparso, partiamo dai dati rilasciati nel weekend da Confindustria sullo stato di salute della nostro Pil, per passare al varo della fase operativa del Polo Strategico nazionale (dalle parole del neo amministratore delegato), fino alle indiscrezioni sull’acquisizione del global system integrator Dxc Technology e all’affaire Elon Musk-Twitter in dirittura d’arrivo. Entro il 28 ottobre si arriverà al dunque? Partiamo.

1 – “La crisi energetica abbatte le prospettive di crescita italiana”. Lo ha dichiarato il Centro Studi di Confindustria, che vede il Pil 2022 in crescita del 3,4%, ma osserva “un 2023 a crescita zero”. Una revisione al ribasso che porta a prevedere uno scenario di stagnazione economica. L’inflazione, che scenderà gradualmente nel 2023, quest’anno registrerà il record del +7,5%, un balzo enorme rispetto a +1,9% nel 2021. 
Lo argomenta il Rapporto di previsione presentato sabato 8 ottobre da Alessandro Fontana, direttore Centro Studi di Confindustria (Economia italiana ancora resiliente a incertezza e shock?”) che prende in considerazione tutti i settori dell’economia italiana, letti alla luce di fattori globali come il rallentamento economico mondiale.
Un andamento a crescita zero nel 2023 del Pil italiano che si deve ai costi shock dell’energia per imprese e famiglie, ad una inflazione record, a tassi di interesse al rialzo, deprezzamento dell’euro, incoerenza tra politiche monetarie, politiche fiscali, ripresa dell’emergenza Covid e relative restrizione. Altra variabile, che inciderà, lo stato di avanzamento del Pnrr, fino ad oggi in linea con i traguardi previsti, ma pesano già il rinvio degli investimenti e la carenza di materie prime. ”Nel 2022 saranno spesi 15 miliardi e non i 29,4 previsti – illustra Fontana – e nel 2023 saranno spesi 40,9 miliardi, una cifra inferiore di 2,9 miliardi rispetto all’impegno preso. Il rischio di non rispettare i tempi previsti è reale e porterebbe alla sospensione dei finanziamenti concordati”.

La via d’uscita per il centro studi è attenuare i rincari con interventi compensativi anche limitati nel tempo e interventi regolatori comunitari che prevendano il tetto europeo al prezzo del gas, riforme del mercato elettrico da disaccoppiare a quello del gas, la decisione di destinare parte delle energie rinnovabili e della produzione nazionale di gas a imprese con un prezzo calmierato e l’impegno a ridurre la dipendenza energetica italiana da altri paesi spingendo il tema delle rinnovabili, oltre che la riduzione dei consumi nazionali.
La tabella parla chiaro anche in termini di occupazione reale e tasso di disoccupazione, in crescita.

Le previsioni del CSC - Fonte: elaborazioni e stime Centro Studi Confindustria su dati ISTAT, Banca d'Italia.
Le previsioni del CSC – Fonte: elaborazioni e stime Centro Studi Confindustria su dati ISTAT, Banca d’Italia

2 – Secondo elemento di attenzione della settimana il varo del Polo Strategico Nazionale, voluto dal Pnrr di cui sopra (se rallentano gli investimenti complessivi quale ricaduta ci sarà sulla trasformazione digitale del Paese?). Il progetto del Cloud Nazionale, promosso dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale, entra così nella fase esecutiva secondo il neo amministratore delegato della società nata dal quartetto Tim, Leonardo, Cassa Depositi e Prestiti e Sogei (che si era aggiudicato a metà agosto la partita, firmando la convezione per l’erogazione dei servizi per i prossimi 13 anni).
Emanuele Iannetti annuncia l’avvio della fase operativa su Linkedin e in una intervista al Sole24ore (6 ottobre) che definirà l’infrastruttura entro dicembre 2022 e che lavorerà per sottoscrivere i contratti con le singole pubbliche amministrazioni nei prossimi tre anni. “Siamo pronti ad accompagnare le pubbliche amministrazioni, con una squadra di professionisti esperti, nei percorsi di adozione del cloud, assicurando un futuro digitale e sostenibile al nostro Paese – scrive sul social –. Oggi è un giorno importante, lanciamo infatti il Polo Strategico Nazionale. Sono orgoglioso di guidare una missione così cruciale per la trasformazione digitale della pubblica amministrazione italiana” che darà vita a un’infrastruttura sicura, efficiente e affidabile per ospitare i dati e i servizi critici e strategici delle PA centrali e locali e della aziende sanitarie.

Emanuele Iannetti, AD del Polo Strategico Nazionale
Emanuele Iannetti, amministratore delegato del Polo Strategico Nazionale

“I tre anni successivi saranno dedicati alle sottoscrizioni dei contratti con le stesse PA – afferma Iannetti sul Sole24ore -. E la prima meta è avere almeno 280 amministrazioni migrate nel Psn entro il terzo trimestre del 2026, in linea con il target fissato dal Pnrr. E anche altre PA locali, fuori dal conteggio delle 280, potrebbero migrare. In effetti, l’obiettivo del progetto, che si snoda insieme ad altre iniziative previste nel Pnrr, è di portare il 75% delle amministrazioni italiane ad utilizzare i servizi cloud entro il 2026”. Tim garantirà l’infrastruttura, Leonardo la sicurezza, Sogei la gestione e servizi cloud, Cdp gli investimenti necessari.
I progetti di migrazione saranno fatti a quattro mani con le PA, precisa Iannetti, ma credo che questo rimarrà uno scoglio duro da superare nei prossimi anni, perché porterà alla razionalizzazione/smantellamento dei data center che le in-house delle regioni e della PA locale hanno costruito negli anni, per migrare i dati all’interno dei quattro data center nazionali ridondati tra Lombardia e Lazio. Facile immaginare resistenze.

3 – E arriviamo a due acquisizioni, che danno la misura del consolidamento in atto nel mercato digitale, anche se su fronti diversi.
Le prime indiscrezioni riguardano Dxc Technology, il system integrator nato nel 2017 dalla fusione dalla costola dei servizi enterprise di Hpe e Csc, oggetto da settimane di rumor per essere all’attenzione di fondi di private equity (Bloomberg).
Dopo la proposta nel 2021 da parte di Atos per una acquisizione da 10 miliardi di dollari (mai avvalorata da Dxc), i colloqui con il fondo Baring Private Equity Asia della scorsa settimana sono stati confermati da Dxc il 4 ottobre, dando adito all’ipotesi che Dxc sia oggi alla ricerca di un potenziale acquirente finanziario. Un atteggiamento molto diverso da quello di un anno fa, che riaccende l’attenzione su azioni di merge & acquisition nel settore dei servizi IT, molto attivo in questa fase in cui le aziende si affidano a partner per gestire la propria trasformazione digitale, in ottica hybrid cloud e multicloud. 

4 – La seconda acquisizioni riguarda l’affaire Elon Musk e Twitter. Siamo entrati nel mese decisivo della sorte di Twitter: entro il 28 ottobre, secondo il tribunale del Delaware che gestisce la causa Twitter contro Elon Musk, il miliardario americano dovrà chiudere la transazione per l’acquisto del social network.

Elon Musk
Elon Musk, Ceo di Tesla

Da una parte gli avvocati del padron di Tesla confermano che è tutto pronto per completare l’operazione, dall’altra i legali di Twitter sostengono che le banche non hanno ancora ricevuto nessuna comunicazione ufficiale in merito. Si osserva da mesi la difficoltà di Musk nel raccogliere finanziamenti dalle banche (ad oggi 12,5 miliardi di dollari, pari al 28% del deal da 44 miliardi) e la conseguente vendita di azioni Tesla per finanziare l’acquisto (già cedute azioni per un valore di 15,4 miliardi di dollari) ma nelle prossime settimane sarà interessante osservare l’esito della trattativa (la causa slitterà all’infinito?).
Di fondo nelle cause si parteggia sempre per una delle due parti, convinti della bontà del proprio punto di vista (che rimane un punto di vista). Ma la storia dei miliardari americani che governano testate, social network, algoritmi rimane, seppure un dato di fatto, un punto dolente. Buon autunno.

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