La tecnologia rimane la vera protagonista di questo Vmware Explore 2023 che ha chiamato a raccolta a Barcellona 9.000 partecipanti da tutta l’Europa. Ma, di fondo, la questione che aleggia nell’aria già in apertura dei keynote è cosa accadrà a Vmware una volta conclusa l’acquisizione da parte di Broadcom, annunciata 18 mesi fa per un valore di 61 miliardi di dollari e che sta ancora passando al vaglio delle ultime approvazioni attese per fine mese (la cifra sul piatto fa di questo affaire la seconda più grande acquisizione nel mondo digital, dopo quella di Microsoft su Activision per 68,7 miliardi di dollari, un “dettaglio” tutt’altro che trascurabile del valore della posta in gioco).

Ma, per placare subito i rumor, il palleggio tra Raghu Raghuram, Ceo di Vmware, e Hock Tan, presidente e Ceo di Broadcom, definisce gli ambiti di manovra a valle dell’acquisizione, con alcune promesse.

“Siamo molti eccitati dalle potenzialità di questa partnership” dichiara Raghuram prima di passare la parola a Tan a cui spetta riassumere i tre pillar della strategia a valle del closing. “Siamo molto contenti di unire le due aziende, dopo un lungo viaggio di 18 mesi in cui ho incontrato clienti, partner, dipendenti. Sono tre gli impegni che vogliamo mantenere per i clienti: il primo è continuare a innovare e accelerare la ricerca e lo sviluppo di Vmware, il secondo è continuare ad investire nell’ecosistema di partner composto da distributori, Oem, service provider e global system integrator con la finalità di aiutare i clienti. Infine, mantenere alto il focus sulle operations per semplificare l’esperienza dei clienti con l’azienda e con i prodotti”. Solo il tempo ne darà conferma.

Hock Tan, ceo di Broadcom

La direzione del multicloud 

E’ Raghuram a rimarcare il focus tecnologico dell’evento, legato da una parte alla generative AI (“tremenda opportunità per creare soluzioni a vantaggio della community, dei clienti, dei partner”) e dall’altra all’evoluzione del multicloud, che da anni nella strategia di Vmware si declina nell’ approccio “cloud smart”, che garantisce maggiore flessibilità nella definizione di una strategia cloud.

Partiamo dal focus sul multicloud, un viaggio iniziato oltre quattro anni fa da Vmware, con un approccio cloud first evolutosi nel tempo. “Oggi le aziende utilizzano public e private cloud spingendosi fino all’edge cloud. Questo comportamento ci ha portato ad adottare un approccio architetturale smart che fa sì che le applicazioni dettino il valore dello sviluppo: per molte applicazioni il private cloud è la scelta migliore, per altre invece è preferibile il public cloud, per altre ancora è meglio lavorare con un mix di cloud. Il nostro approccio è quello di orchestrare tutte le esigenze. Negli ultimi due anni abbiamo investito nel portfolio soluzioni della nostra Vmware Cloud Foundation e, anche oggi in occasione di Explore, gli annunci rimarcano la direzione”.

Raghu Raghuram, ceo di Vmware

Nella logica di Vmware l’approccio “cloud smart” è molto ampio e permette di accelerare lo sviluppo delle app, modernizzare l’infrastruttura cloud, rilasciare workspace sempre più automatizzati, facilitare lo sviluppo software nell’edge (software defined edge) fino ad adottare la Private AI. E gli annunci di questi giorni ruotano attorno a questi cinque ambiti, che complessivamente hanno spinto l’adozione delle soluzioni di Vmware. “L’adozione del nostro cloud è cresciuto del 31% anno su anno e con Vmware Cloud Foundation oggi le aziende possono avere il 171% di ritorno sugli investimenti, e possono risparmiare il 66% dei costi in gestione della rete e in operazioni di sicurezza. Capacità computazionale, di storage, networking e management sono alla base di Vmware Cloud Foundation” precisa Purnima Padmanabhan, general manager e senior VP modern application & management business group.
Gli annunci cloud – che ripercorrono le novità presentate a Las Vegas  – riguardano innovazioni in termini di AI data service, security, ransomware, disaster recovery e application platform – e  sottolineano anche l’importanza della sovranità del cloud, a cui risponde Vmware Sovereign Cloud, con nuovi servizi per gli sviluppatori, per consentire la distribuzione delle applicazioni e il controllo del flusso dei dati in sicurezza. “Oggi, contiamo 57 partner nell’ecosistema dei cloud service provider che veicolano Vmware Sovereign Cloud in 33 paesi al mondo – più del doppio rispetto allo scorso anno – e questo ci permette di gestire le richieste di protezione dei dati dei clienti in conformità con le normative delle aziende e dei vari paesi” precisa Padmanabhan.

Purnima Padmanabhan, GM e senior VP modern application & management business group Vmware

E’ il momento delle alleanze per la GenAI

Guardiamo ora all’AI generativa, che spinge verso la proposta di Private AI. 
Se all’evento estivo di Las Vegas Vmware aveva annunciato le prime soluzioni in ambito Private AI e la partnership molto forte con Nvidia, in questo scenario europeo annuncia nuove forme di collaborazione con Intel e con Ibm. Una mossa che facilita l’integrazione di Vmware Cloud Foundation con altre tecnologie cloud, in modo che venga garantito lo sviluppo di una AI con forte capacità computazionale, attenta alla privacy dei dati e alla protezione della proprietà intellettuale, fino all’ultimo miglio. Quello privato.

L’accordo con Intel (che dà vita a Vmware Private AI with Intel) abbina il cloud di Vmware a software, processori e acceleratori hardware per data center di Intel. Mentre la collaborazione con Ibm permetterà ai clienti di combinare Vmware Private AI con Red Hat Openshift per definire modelli di intelligenza artificiale generativa in modo trasparente e veloce, per portare Ibm Watsonx negli ambienti on-premise.

Chris Wolf
Chris Wolf, VP, Vmware AI Labs

“Le partnership annunciate oggi dimostrano l’impegno intrapreso sulla Private AI per dare alle aziende la possibilità di sfruttare l’AI in conformità con la privacy e le regole della propria azienda – precisa Chris Wolf, vice president, Vmware AI Labs -. Da quando abbiamo annunciato le nostre novità di Private AI a Las Vegas, abbiamo raccolto molto interesse attorno a questa strategia che offre la flessibilità di utilizzare combinazioni di servizi di intelligenza artificiale, pubblici e privati, anche laddove i dati aziendali vengono creati, elaborati o consumati”.

Nello specifico la collaborazione con Ibm mira a consentire ai clienti di sfruttare ambienti cloud ibridi e on premise per realizzare casi d’uso di intelligenza artificiale generativa. “Questa partnership consentirà alle aziende clienti di Vmware di accedere a Ibm watsonx in ambienti Iaas privati e on premise, nonché al cloud ibrido. I clienti reciproci saranno in grado di utilizzare le funzionalità AI di Ibm watsonx per la gestione dei dati” precisa Wolf.

Apertura al mondo cloud ibrido anche con la partnership stretta con Google Cloud, che rende il database AlloyDB Omni integrato nativamente con Vmware Cloud Foundation.

Per chiudere, completano gli annunci tecnologici nuove soluzioni per semplificare, proteggere e modernizzare gli ambienti edge (per quanto riguarda la sfera Vmware Tanzu) e per migliorare il lavoro ibrido con funzionalità di automazione avanzate integrate nella piattaforma Anywhere Workspace.

Appuntamento a fine mese

Rileggeremo, in un prossimo articolo, gli annunci di Explore 2023 in ottica italiana (con Raffaele Gigantino, country manager Vmware Italy, Claudia Angelelli, senior manager solution engineering Emea, e Rodolfo Rotondo, business solution strategy director Emea) per tratteggiare la strategia in Italia.
Ma lasciamo Barcellona con l’incertezza sul futuro. Senza voler pensare al modus operandi di Braodcom a valle delle acquisizioni di Symantec e CA Technologies (concentrata sulla ottimizzazione delle operations e dei clienti, e non su investimenti in ricerca e sviluppo per nuove soluzioni o sulle sviluppo dell’ecosistema di canale) oggi si guarda a fine mese per capire il nuovo corso di Vmware, dopo 25 anni di vita.
Se lo scorso 30 ottobre il closing sembrava in dirittura d’arrivo con il benestare di Usa, Unione Europea, Australia, Brasile, Canada, Giappone, Sud Africa, Corea del Sud, Taiwan e Uk, si aspetta ora di capire come superare gli ultimi ostacoli al deal finale (manca ad oggi l’approvazione della Cina, che frena l’acquisizione nella eterna disputa tra Usa e Cina per esportazioni e supremazia tecnologica). Vedremo cosa succederà, manca poco al verdetto, entro il 26 novembre.

Aggiornamento al 23 novembre: Broadcom completa l’acquisizione di Vmware

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