Pronta la Relazione Annuale per il 2023 che ha come oggetto le politiche a sostegno di startup e Pmi. Nel 2022 si è celebrato il decennale della nascita dello Startup-act italiano, la relazione rappresenta ora il resoconto di quell’anno durante il quale le startup innovative si sono assestate stabilmente oltre le 14 mila unità, (+1,4% rispetto al 2021) e le Pmi innovative hanno raggiunto le 2.459 unità (il miglior risultato di sempre +12,3% rispetto al 2021).
Ancora più importante, sono disponibili nella relazione anche gli aggiornamenti dei dati riferiti all’ecosistema innovazione fino al 2 ottobre 2023.  
La vitalità delle startup e delle Pmi innovative,lo ricordiamo, è uno degli indici che possono rappresentare e dare indicazioni importanti a lungo termine sullo stato di salute dell’economia, perché il contributo delle stesse si rispecchia nei risultati finanziari delle singole imprese, ma ancora di più nell’impulso che le stesse conferiscono a un tessuto industriale che è all’avanguardia quando è anche in continua evoluzione.

Startup innovative, in sintesi

Partiamo nell’analisi dei numeri proprio dagli ultimi spunti sui mesi del 2023 che vede registrare una una leggera e fisiologica flessione delle startup innovative (-3,6% rispetto al 2022). Flessione peraltro che non riguarda le Pmi innovative, che al primo ottobre 2023, erano 2.658, con un incremento di 199 unità (+8,1%, rispetto al 31 dicembre 2022).

I numeri al 31 dicembre 2022, definitivi, oltre ai principali rilievi comunicati in apertura, raccontano che, per quanto riguarda la provenienza geografica nel 2022, il 35% delle startup innovative risiede nell’Italia Nord-occidentale, ed è sempre la Lombardia quella che dà vita al maggior numero di startup (27,6% sul totale nazionale), ma è significativa la presenza di startup nel Mezzogiorno. Più di un’impresa su quattro, infatti, opera al Sud, in particolare la Campania conta più di 1.400 startup. Alti i numeri del Nord-est, anche se in calo: si contano più di 2.500 imprese (con il Veneto capofila). Nell’Italia centrale (più di 3.000 imprese) il Lazio guida con quasi il 13% del totale nazionale.

Lanalisi ‘anagrafica’ invece evidenzia che la categoria delle startup innovative giovanili incide per una percentuale pari al 17,6% (discreta, ma non ottima). In aumento poi, nel 2022, è la quota di startup con prevalenza femminile (13,2%), mentre rimane esigua la porzione di startup con prevalenza straniera (3,5%). Tutte percentuali queste ultime che offrono anche indicazioni sul persistere di caratteristiche ataviche nel comparto e non sempre benefiche.

Meglio i dati relativi all’occupazione. il numero di lavoratori occupati nelle startup innovative ha superato le 23.800 unità, dato in aumento del 10,8% rispetto al 2021. È interessante notare anche l’incremento generalizzato, intervenuto nello stesso periodo, del numero di startup per classe di addetti, particolarmente significativo nella categoria con 50 o più dipendenti (+84,6%). Supera i 2 miliardi di euro (da bilanci 2021) il valore della produzione. Un incremento notevole rispetto al precedente rapporto tanto da smarcare un valore medio che passa da 152.142 euro a 254.472 euro per ciascuna impresa.

Andamento Startup innovative su cinque anni (fonte: Infocamere)
Andamento Startup innovative su cinque anni (fonte: Infocamere)

Pmi innovative, in sintesi

Per quanto riguarda invece le Pmi innovative, con riferimento alla presenza geografica, il 40% delle Pmi innovative si trova nel Nord-Ovest, in particolare la Lombardia è la regione italiana con il maggior numero di imprese (770, pari al 31,3% del totale nazionale). Il 22,5% delle Pmi innovative risiede nel Centro Italia (nel Lazio il 12,4% del totale nazionale), nel Mezzogiorno il 20% del totale (Campania e Puglia in testa). Cresce il numero degli occupati (51mila addetti circa) perché erano 43.400 unità nel 2021. 

Andamento delle Pmi innovative su cinque anni (fonte: Infocamere)
Andamento delle Pmi innovative su cinque anni (fonte: Infocamere)

L’analisi per settori delle Pmi innovative evidenzia l’attività nei servizi di informazione e comunicazione. A trainare il comparto sono produzione di software, consulenza informatica e attività connesse che raccolgono 786 imprese (32% delle Pmi innovative). Altra sezione particolarmente dinamica è quella composta dalle attività professionali, scientifiche e tecniche, con in testa la ricerca scientifica e lo sviluppo, e la direzione aziendale. Comparto significativo il manifatturiero, che riunisce 484 Pmi innovative, contribuendo per il 19,7% a livello nazionale.
Gli ultimi aggiornamenti di Infocamere per il 2023, lo ricordiamo, danno conto di 2.658 Pmi innovative , con un incremento di 199 unità – pari al +8,1% – rispetto al 31 dicembre 2022 e di 469 unità (+21,4%) se confrontate con il dato registrato a fine 2021.

Pmi Innovative distinte per classi di addetti
Pmi Innovative distinte per classi di addetti (fonte: Infocamere)

L’utilizzo delle agevolazioni per crescere

Alcune note sugli strumenti messi a disposizione ed il loro utilizzo. La relazione rende conto che nel corso del 2022 sono state ricevute 491 domande per la misura Smart&Start, per un totale di 132,2 milioni di euro  di finanziamenti agevolati.
Mentre la misura Smart Money – strumento di finanza agevolata gestito anch’esso da Invitalia – nelle sue due linee di intervento ha visto, per la prima, la stipula di 485 provvedimenti di ammissione, a cui hanno fatto seguito 233 erogazioni. Per la seconda, con l’apertura in data 8 settembre 2022 in riferimento a Capo III dello 8 Relazione Annuale 2023 sportello afferente, ha visto al 31 dicembre 2022 la presentazione di 6 domande, la totalità delle quali con tipologia di investimento in equity. A sua volta, il Fondo di Garanzia dal 2013 al quarto trimestre 2022 ha gestito complessivamente 16.610 operazioni. Le operazioni autorizzate dal Fondo verso le startup innovative ed effettivamente tradottesi nella concessione di un finanziamento sono state in tutto 14.480, per più di 2,5 miliardi di euro erogati e più di 2 miliardi di euro garantiti.

E ancora, l’incentivo fiscale al 50% per investimenti nel capitale di startup e Pmi innovative (in regime “de minimis”) è stato reso operativo il 1 marzo 2021 ed al 6 dicembre 2023, il totale delle operazioni di investimento si conta in 19.313 unità, a fronte di un ammontare complessivo di investimenti di oltre 290 milioni di euro e agevolazioni fiscali concesse per oltre 146 milioni di euro.

Rilievi disponibili anche per quanto riguarda il Fondo Nazionale Innovazione gestito da Cassa Depositi e Prestiti Venture Capital Sgr. Al 31 dicembre 2022 ha gestito 2,0 mld di risorse, tramite 10 fondi di investimento già operativi.
Quattro le direttrici principali: investimenti diretti in fondi venture capital, investimenti rete in fase pre-seed e seed, coinvestimenti in logica di matching, investimenti diretti Early stage e Growth stage.
La relazione evidenzia anche che i destinatari di investimenti diretti, nel 2022, hanno coinvolto principalmente i seguenti settori: digital transition (30%), green transition (19%), space techindustry (15%) robotics (12%). Circa la distribuzione geografica, gli investimenti sono così distribuiti: Nord (74%), Sud e isole (10%), Centro (9%) Estero (7%).

Lasciamo alla relazione gli ulteriori dettagli relativi alla disponibilità di risorse di Equity Crowfunding ed all’internazionalizzazione di startup e Pmi innovative con Agenzia Ice che hanno compreso la partecipazione delle startup nelle principali manifestazioni fieristiche nazionali e non. Ultimo, ma non ultimo con Sperimentazione Italia – progetto incluso tra le azioni di Italia 2025 per diffondere l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione del Paese – proseguono le attività per consentire alle startup innovative, alle imprese, alle università ed ai centri di ricerca di poter sperimentare un proprio progetto innovativo, per un periodo limitato di tempo, attraverso una deroga temporanea alle norme vigenti. Qualora l’esito della sperimentazione risulti positivo, quindi, è possibile richiedere una modifica al fine di rimuovere l’impedimento normativo.  

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