L’arrivo di Satya Nadella, presidente e Ceo di Microsoft, a Roma per incontrare clienti ed ecosistema dei partner, ribadisce presente e futuro della strategia di Microsoft in un momento in cui tutti i vendor scendono nell’arena dell’AI generativa a supporto del business.
E lo fa parlando essenzialmente di due aspetti.
Il primo puramente tecnologico (nello stile Nadella) con la presentazione delle novità legate al mondo Copilot e alle nuove funzionalità della soluzione di AI generativa di Microsoft come supporto allo sviluppo del business dei settori strategici. Manifatturiero, sanità, finanza e pubblica amministrazione, fino alle piccole e medie aziende. Il made in Italy. “Vogliamo continuare a sviluppare nuove possibilità di AI”.
Il secondo puramente economico ricordando l’investimento annunciato a inizio ottobre da Microsoft sul mercato italiano: un investimento da 4,3 miliardi di euro nei prossimi due anni, il più grande in Italia fino ad oggi, per espandere l’infrastruttura di data center hyperscale cloud e di intelligenza artificiale, con l’impegno di un piano di formazione in ambito AI che coinvolgerà 1 milione di italiani entro la fine del 2025. Un investimento che porterà la cloud region italiana ad essere una delle più grandi regioni data center in Europa, con un ruolo di hub anche per l’area del Mediterraneo e del Nord Africa. “Il nostro focus è sul valore di business generato dall’AI”.
I due temi sono strettamente correlati, perché l’investimento rimane a supporto della domanda delle aziende di una maggiore capacità produttiva, in particolare scatenata dall’AI generativa nell’ultimo anno, una AI che ha potenzialmente “forza trasformativa” ma che le aziende devono ancora ben capire come utilizzare. “Parliamo del potere trasformativo dell’intelligenza artificiale e della crescita che l’AI porterà al mercato italiano – esordisce Nadella davanti alla platea raccolta all’Eur -. L’AI sta contribuendo a promuovere l’economia digitale e a migliorare la vita delle persone in Italia e gli investimenti annunciati nell’infrastruttura cloud e AI aiuteranno a garantire un ampio accesso alla tecnologia, necessario perché gli italiani e l’economia italiana prosperino in questa fase”.
L’interesse per il mercato legato allo sviluppo dell’intelligenza artificiale è confermato anche da alcune ricerche. “Considerando che la crescita complessiva della produttività registrata dall’Italia negli ultimi vent’anni è pari al +1,6%, quasi nulla, le aspettative legate all’AI sono molte: già oggi il 47% delle aziende che utilizza soluzioni di intelligenza artificiale segnala un aumento della produttività di oltre il 5%, mentre il 74% ha registrato un aumento di oltre l’1%”, precisa Vincenzo Esposito, amministratore delegato di Microsoft Italia. Evidenze che emergono dallo studio Microsoft e The European House Ambrosetti, presentato di recente a Cernobbio, che stima l’impatto dell’AI nel medio lungo periodo: l’adozione pervasiva dell’AI generativa potrebbe aumentare il Pil annuo dell’Italia fino a 312 miliardi di euro nei prossimi 15 anni, pari al 18,2%. Ne beneficeranno anche le pmi (122 miliardi di euro di valore aggiunto).
Le novità in campo
Se questo è lo scenario, partiamo dalle novità di Copilot, dall’anima tecnologica di Nadella. “Siamo in una fase di accelerazione unica. Dal 2010 i flop necessari richiesti per addestrare sistemi di machine learning sono incrementati di 4 volte all’anno, per arrivare oggi a rispondere alle esigenze di deep learning. Se guardiamo ai decenni precedenti, dal 1950 al 2010 la crescita dei flop aveva un incremento annuo dell’1,4%. Questo significa che negli ultimi 15 anni il tasso di accelerazione dell’innovazione è stato significativo e dobbiamo dare alle aziende strumenti e competenze per affrontare le nuove sfide”.
Sono tre le dimensioni che arricchiscono la AI: l’interfaccia universale che permette di fare interrogazioni, la capacità di memorizzare e gestire i dati, infine, la capacità di mettere insieme tutti i dati per ragionare e pianificare azioni di business. ”Rispondiamo a queste tre dimensioni dando vita a una piattaforma di Agenti AI, che possono essere personalizzati, con l’intento di migliorare le aziende nei loro processi organizzativi e di business e aiutare i team cross funzionali a fare meglio. In tutti gli ambiti, dall’education alla sostenibilità. Quello di cui dobbiamo parlare è però come farlo”, spiega Nadella.
L’annuncio tecnologico riguarda nuovi agenti autonomi (app che lavorano in autonomia svolgendo compiti e funzioni aziendali, automatizzando e orchestrando processi semplici dell’azienda) oltre alla possibilità di crearne di nuovi con Copilot Studio, disponibile in anteprima pubblica dal prossimo mese, ora in fase di test. Il rilascio di dieci nuovi agenti all’interno di Microsoft Dynamics 365 aiuteranno in particolar modo ad accelerare la produttività di team di lavoro in ambito sales, assistenza, finance e supply chain.
In questo modo ogni azienda potrà avere una ampia gamma di agenti (dai semplici prompt ai più complessi) in grado di gestire tutti i processi, dall’elaborazione degli ordini all’automazione della supply chain. Alcuni esempi: gli agenti in ambito sales possono alzare il fatturato del 9,4% e portare alla chiusura del 20% in più di deal. Nel mondo HR l’accuratezza nel rispondere alle domande degli dipendenti aumenta del 42%. Nel mondo della sicurezza, riduce dell’83% gli sforzi per portare a termine i task, cosi come rende i dipendenti più produttivi (lo sostiene il 74%). “Riusciamo ad incidere perché Microsoft ha più di 60 Azure Region al mondo con più di 300 data center a livello mondiale, questo permette di garantire performance migliori per l’AI a un costo più basso” precisa.
Oltre ai ritorni sul business, Nadella tocca anche il tema dell’uso responsabile e sicuro dell’AI. “La cosa più importante rimane però il principio di fiducia nella nostra AI (trustworthy AI), i progressi che facciamo in termini di governance dell’AI e di privacy garantendo data encryption e confidential computing, e l’attenzione posta al tema della sicurezza”.
Non da meno il ruolo che l’AI esercita su immaginazione e creatività che risponde indirettamente anche alla esigenza di gestire criticità importanti nel lavoro. Incalza Alysa Taylot, commercial cloud e AI di Microsoft: “L’innovazione – passata dalle ere di Internet, mobile, cloud – oggi con l’AI può dare vita a illimitati scenari di produttività e creatività e permette di cambiare la prospettiva del business, ridisegnare i processi legacy, reinventare l’ingaggio dei clienti, la produttività e il benessere lavorativo”. Un tema di estrema attualità se si pensa al tasso crescente di burnout in molti lavori e al dato che il 60% dei dipendenti si dice schiacciato dal volume di lavoro da svolgere. Il caso Volvo che ha introdotto soluzioni di gestione intelligente dei documenti impattando sull’intera organizzazione dimostra come la capacità di dare risposte più veloci ai clienti, con conseguente risparmio di tempo e incremento di produttività, ha cambiato l’approccio dei dipendenti ai clienti, dando loro più tempo a disposizione. Lo stesso caso Asos dimostra come l’uso di Copilot garantisce risposte più mirate alle richieste di commerce, indirizzando un malessere: il 90% dei clienti europei vuole esperienze omnichannel e il 50% dei consumatori europei si aspetta la personalizzazione dell’esperienza di acquisto. Cercando una esperienza tra fisico e digitale.
Strategia calata in Italia, da Nadella a Esposito
L’investimento dei 4,3 miliardi di euro nei prossimi due anni va portato avanti con metodo, in tre passaggi secondo Esposito: sperimentare la tecnologia, preparare le organizzazioni ad adottarla e coinvolgere le persone. “Sono appassionato della ricaduta economica dell’AI perché l’Italia ha caratteristiche uniche da prendere in considerazione. La prima è la curva demografica non favorevole: siamo un Paese che invecchia e deve trovare modi per generare maggior produttività. Fare di più con meno ma farlo in maniera più intelligente e ingegnosa. La seconda è la produttività, che non brilla in Europa a livello pro capite, ma soprattutto in Italia è ferma da decenni. Oggi abbiamo l’opportunità di mettere insieme la capacità delle nostre manifatture con le potenzialità della tecnologia che sta cambiando il mondo. Noi come Microsoft Italia vogliamo scaricare a terra questa innovazione. Ma dobbiamo chiederci quali sono le best practice per le aziende. È fondamentale sporcarsi le mani, non solo parlare della tecnologia ma utilizzarla. Ma è strategico preparare l’organizzazione, un processo continuo perché non si formano i dipendenti in un pomeriggio, per questo è fondamentale che le persone inizino a usare questa tecnologia e accelerare questo processo di formazione”.
Rientra nell’investimento anche il potenziamento delle infrastrutture. E’ di questi giorni il via libera dall’amministrazione di Peschiera Borromeo al progetto di riqualificazione e realizzazione entro il 2025 del nuovo datacenter milanese nell’area dell’ex Postalmarket, acquistata in passato da Microsoft. Portando così su due siti i datacenter di Microsoft nella zona di Milano.
Le aziende testano…
Toccare con mano la tecnologia è anche raccontare i casi di utilizzo reali che alcune aziende italiane stanno portando avanti (“Oggi vogliamo condividere un percorso per mostrare come passare dalla teoria alla pratica” precisa Matteo Mille, chief Sales Enablement & Operations di Microsoft Italia) alcune focalizzate sull’utilizzo di Copilot altre di Azure OpenAI. Ne emergono stimoli e preoccupazioni comuni, come la necessità di misurare l’adozione dell’AI.
Nel racconto di Rina – società di consulenza ingegneristica e di certificazione, con un fatturato di 900 milioni di euro e 2mila utenze di Copilot per un terzo dei dipendenti – il vantaggio sta nella creatività, produttività personale e qualità della delivery. “Ma è evidente che l’adozione misurata è l’unico fattore che ci permette di condizionare i comportamenti e mantenerli nel tempo” precisa Claudia Filippone, chief HR officer dell’azienda.
Lo stesso per UnipolSai, che sta accrescendo le competenze necessarie al suo interno per avere un impatto dell’AI sulla attività lavorativa verificando che le skill si consolidino nelle abitudini a lungo termine. “Preparare l’organizzazione e coinvolgere le persone per noi è un punto importante – spiega Matteo Fiocchi, group director talent & reward di UnipolSai –. Negli ultimi venti anni l’inserimento delle tecnologie è sempre stato superiore alla capacità delle persone di adottarle appieno. Bisogna valutare bene i rischi se non si preparano le persone a interagire nel modo corretto con la tecnologia. Abbiamo avviato un processo di change management per motivare le ragioni del cambiamento ma soprattutto monitorando l’adoption degli strumenti, e capendo come i comportamenti migliorano nel tempo. Questo approccio ci permette di darci degli obiettivi e lo stiamo facendo anche con Copilot. Siamo in una fase sperimentale, dove le persone hanno già inserito Copilot nelle propri routine quotidiane ma dobbiamo portarlo all’intera popolazione lavorativa, misurare l’impatto sulla produttività e sulla filiera organizzativa, cercando di capire la differenza di produttività tra chi lo usa e chi no”.
“Le testimonianze confermano che l’Italia è in linea con la media europea in termini di adozione di Copilot e della GenAI. Ci sono delle eccellenze italiane ma quello che osserviamo è che Francia e UK stanno uscendo più velocemente dalla fase di testing, con una massa critica di adozione più significativa” precisa Luba Manolova, modern work director Western Europe Microsoft –. Siamo a un punto di svolta a tutti gli effetti, perché cominciamo a vedere che si trasforma il modo di lavorare dei team dopo anni di investimento sull’AI, nelle aziende di tutte le dimensioni”.
Lo confermano anche i dati degli analisti: ci sarà un ricavo di 3,5 dollari on-top a ogni dollaro investito sull’intelligenza generativa nell’arco di 14 mesi (Idc) così come globalmente verranno generati 4,4 trilioni di dollari all’anno grazie alla GenAI (McKinsey). “In Italia – conclude Manolova – secondo Ambrosetti la totalità degli imprenditori sta adottando o ha in piano di adottare la GenAI, un dato importante se si pensa che solo un anno fa questa percentuale era al 75%. Ma mancano expertise necessarie nelle aziende (secondo il 64% dei manager italiani) e il rischio che i dipendenti portino in azienda strumenti di AI che utilizzano nella vita privata mette a rischio la protezione dei dati aziendali”, tenendo conto che oggi il 78% dei dipendenti che utilizza l’AI per scopi privati porta al lavoro il proprio strumento.
“Abbiamo contribuito alla democratizzazione dell’accesso alla GenAI con Copilot conforme alle normative e alla privacy e stiamo vedendo benefici quando Copilot, connettendosi a database aziendali o di terze parti, viene utilizzato a supporto del business”.
… come le pubbliche amministrazioni
Nel settore pubblico Massimiliano D’Angelo, direttore centrale tecnologia informatica e innovazione di Inps (“responsabile del secondo bilancio dello stato dopo lo stato”) mette l’AI nella “cassetta degli attrezzi della tecnologia”. L’adizione di Copilot all’interno dei processi aziendali ha richiesto all’inizio di creare una cultura sull’AI che non fosse solo per pochi adepti tecnologici ma fosse calata negli utilizzi di tutti i giorni a partire dai vertici, dai responsabili di struttura e declinata sulle attività di front end, di supporto territoriale. “Obiettivo ridurre su tutti i touch point la pressione e dare risposte coerenti ai cittadini e questo richiede integrazione con sistemi di Crm per offrire sevizi a valore aggiunto ma soprattutto standardizzare la conoscenza dell’istituto. Occasione per unificare i nostri touch point e fare in modo che ci sia una conoscenza condivisa a supporto, un’unica data reference su cui costruire i nostri servizi”.
Fra poco più di un mese a Roma aprirà il Giubileo con l’arrivo previsto di 35 milioni di visitatori. Sarà Julia – la guida virtuale di Roma Capitale su Azure OpenAI e Gpt4, realizzata da Microsoft con Ntt Data e Intellera – a rispondere alle domande in linguaggio naturale dei turisti, su patrimonio culturale della città, itinerari, alloggi, ristorazione, mobilità con un modello di business che prevede lo scambio di dati e servizi nel rispetto del Gdpr e della privacy dei visitatori.
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