In un contributo dedicato abbiamo considerato i trend che hanno caratterizzato il mondo delle blockchain nel corso dell’anno appena concluso. Blockchain da tempo ha superato i confini dei progetti fintech, indirizza bene alcune delle problematiche di supply chain, di certificazione della filiera (soprattutto al servizio dell’industria alimentare), e oggi vede le organizzazioni lavorare in sinergia per trasformare il valore potenziale della blockchain in risultati di business tangibili, anche se è indispensabile riconoscere che da fare c’è ancora molto, ed effettivamente siamo solo agli inizi. Ibm ha attivato la rete dei suoi esperti per lavorare a stretto contatto con clienti di ogni settore e dall’esperienza sul campo individua ora cinque trend chiave a breve termine, cioè destinati a realizzarsi già nel corso dell’anno iniziato.
Blockchain e governance
La governance di blockchain è già oggi un punto chiave ampiamente non risolto ed individuare un modello di governance su cui tutti i partecipanti concordano rappresenta una sfida. Il 68% di Cto e Cio attende un modello di governance scalabile che indirizzi l’interazione tra le reti di blockchain. Sono i rilievi che emergono da Blockchain Economy Study del 2019 condotto su 1001 intervistati da dall’Institute of Business Value (Ibm).
E il 41% delle organizzazioni segnala proprio la mancanza di standard di governance uniformi tra le organizzazioni partner come sfida più significativa per far progredire la propria blockchain.
Proprio nel 2020, si dovrebbe poter assistere all’adozione di nuovi modelli che consentono ad associazioni eterogenee per dimensione e natura di approcciare i processi decisionali, i sistemi di autorizzazione e persino i pagamenti in modo più efficiente.
Serve in pratica standardizzare le informazioni da diverse fonti e a raccogliere nuovi e più robusti set di dati. Anche blockchain, per progredire ha bisogno di cooperazione e collaborazione tra tutti gli attori.
Blockchain interconnesse
Il tema della collaborazione non è solamente un tema “politico”, ma concreto e tecnico. E’ evidente che una blockchain, con i suoi nodi, non potrà mai trovare tutti gli operatori d’accordo sull’utilizzo del medesimo ambiente, così come non è possibile l’adozione di uno specifico sistema esclusivamente per l’applicazione blockchain. Blockchain è effettivamente abilitatore digitale nel momento in cui mantiene le sue caratteristiche di interoperabilità e interconnettività.
Si tratta di qualità “a tendere”, oggi non presenti. Nonostante se ne riconoscano i tratti fondamentali con percentuali bulgare. L’83% delle imprese crede che la garanzia di governance e standard che consentono l’interconnessione e l’interoperabilità tra reti blockchain rappresenti un fattore cruciale – essenziale però per il 20% degli intervistati – per entrare a far parte di un network blockchain che coinvolge un intero settore di business. La ricerca di linee guida comuni sull’integrazione tra protocolli diversi diventerà mandatoria.
Blockchain integrate
Interoperabilità ed interconnessione, quindi. Il terzo trend quasi “inevitabilmente” riguarda il bisogno di integrazione con le tecnologie complementari. Le tecnologie blockchain, intrinsecamente sono grandi “collettrici” di dati, ai dati si legano possibilità di analisi, e quindi valore. IoT, edge computing, AI e 5G renderanno possibile la generazione di servizi a valore.
Soprattutto, AI rappresenterà un importante acceleratore. Dei 1001 global executives partecipanti alla ricerca di Ibm, il 67% indica proprio l’intelligenza artificiale e IoT come acceleratori naturali. Non solo, l’affidabilità dei dati consentirà di ottenere algoritmi sottostanti più robusti. La stessa blockchain permette di proteggere le informazioni e controllare ogni fase del processo decisionale; questo naturalmente offre informazioni più sicure, e come tali idonee ad indirizzare in modo corretto i processi decisionali.
Validare per isolare le fonti dati fraudolente
La garanzia di standard per lo scambio dei dati da e per le reti blockchain, è vista quasi da 9 executive su 10 come fattore importante per abbracciare un network di riferimento, il suggello all’idea che fiducia e trasparenza rappresentano su blockchain un valore dato come condizione minima essenziale perché la tecnologia possa prosperare. Da questo punto di vista blockchain ha “pretese” di affidabilità ancora più elevate rispetto all’idea di cybersecurity. E’ vero che dove i dati vengono raccolti e trasferiti velocemente, è inevitabile che si creino incongruenze, sia per errore umano ma anche per raggiungere secondi fini. Le soluzioni blockchain non possono fare a meno di utilizzare strumenti di validazione e cripto-ancoraggi affidabili. Per esempio, come indica il report, beacon e IoT, sistemi cioè che ancorano le risorse digitali al mondo fisico incorporando dati da fonti esterne nelle reti.
Valute digitali e token
Attorno a token, valute digitali e central bank-backed digital currencies (Cbdc) si è concentrato l’interesse per blockchain negli anni scorsi. Sulle valute in verità l’attenzione ha avuto hype e cali, alcuni progetti non sono decollati. Il 58% delle organizzazioni intervistate concorda sul fatto che nuove fonti di entrate possano essere ottenute tokenizzando gli asset scambiati in un mercato abilitato dalla blockchain.
Sono arrivati anche nuovi regolamenti che facilitano la creazione, gestione, negoziazione e il raggiungimento di un accordo su tali token e valute digitali. Al momento su Cbdc sono interessanti le iniziative in Asia, in Medio Oriente e ai Caraibi. L’espansione nella vendita di Cbdc porterà a generare un mercato dell’ingrosso, e poi a quello in dettaglio. Inoltre, la tokenizzazione e la digitalizzazione di altri tipi di attività e titoli come le obbligazioni centrali per i buoni del tesoro, desteranno sempre più interesse. Si parla comunque di un mercato influenzato da dinamiche sempre nuove che potrebbero sfidare le tendenze, generando scenari differenti da quelli ad oggi ipotizzabili.
© RIPRODUZIONE RISERVATA