Ci aspettavamo una chiusura negativa del mercato digitale in Italia in questo difficile 2020,  attorno al -2%, pur migliore dell’andamento dell’intera economia. Ma è andata meglio del previsto.

Il mercato digitale 2020 ha chiuso con un -0,6%, con un andamento quasi flat rispetto al 2019, e già nell’ultimo trimestre dell’anno ha fatto intravedere segnali di una ripresa progressiva attesa dal 2021 che continuerà anche negli anni a seguire.
Un andamento che dovrebbe essere confermato da diversi fattori: i progetti delle aziende da una fase emergenziale dovrebbero diventare strutturali (1), gli aiuti previsti dal Recovery Plan, o Pnrr che si voglia da poco approvato dal parlamento e portato a Bruxelles, dovrebbero spingere aziende e PA a rivedere progetti per accelerare la penetrazione e l’adozione delle tecnologie digitali tenendo conto che sul piatto ci sono investimenti per 50 miliardi di euro in digitale (2), la consapevolezza che il salto in avanti fatto dall’adozione della tecnologia in pochi mesi (e non in anni)  segna uno spartiacque, per non tornare indietro.“Le riforme previste sono importanti per fare ripartire il Paese e diventare più competitivi – precisa Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform -. Il digitale deve diventare la nostra normalità, tecnologica ma anche culturale. La sfida è complessa ma possibile”.

Quel -0,6%, ricavato dall’analisi condotta in collaborazione con NetConsulting cube, conferma le evidenze emerse anche dal confronto continuo con gli operatori del settore. Guardiamo ai dati, suddivisi per comparto, con una fotografia puntuale scattata ad aprile 2021.

Come ha chiuso il 2020

Digitale per Crescere - Il Mercato Digitale in Italia nel 2018-2020
Anitec-Assinform – La fotografia del mercato digitale in Italia a fine 2020, Aprile 2021

Il mercato digitale italiano nel 2020 è valso 71,5 miliardi di euro (-0,6% rispetto ai 71.504 milioni del 2019) e il suo andamento conservativo rispetto all’anno precedente ha arrestato la crescita che caratterizzava il comparto negli ultimi anni (+2,1% nel 2019) penalizzato soprattutto dalle pressioni sulle tariffe dei servizi di rete. E ha subìto una rallentamento pesante il mondo del software e soluzioni Ict  (7.517 milioni, -2,3% contro +7,8% del 2019), legato a doppio filo a logiche di breve periodo e ai rinnovi annuali delle licenze (cosa che non è successa al comparto dei servizi IT che viene regolamentato spesso da contratti pluriennali).

Infatti, seppur nel -0,6% complessivo del mercato, la progressione positiva è continuata (anche se a ritmi inferiori) nel mondo dei servizi Ict (12.702 milioni, +3,3% contro +5,8% del 2019), dei dispositivi e sistemi (19.368 milioni, +1,3% contro +1,7% del 2019), dei contenuti digitali e digital advertising (12.623 milioni, +4,4% contro +8,4% del 2019) quest’ultimi spinti in modo significativo dai mesi di lockdown che hanno accelerato gli investimenti sulle piattaforme di comunicazione digitale per andare a intercettare nuove esigenze e stringere nuove relazione con in clienti (l’attenzione alla customer experience passa dal digitale più che mai).

Quali le tecnologie IT più abilitanti per la crescita? Premiate in tutti i comparti le tecnologie più innovative, definite digital enabler, che pesano il 21% dell’intero mercato digitale (pesavano il 19,5% nel 2019) con una crescita sostenuta.
Complessivamente infatti i digital enabler crescono del 7,1%, con dinamiche interessanti in mobile business (4.326 milioni,+4,4%), cloud (3.408 milioni, +20,4%), cybersecurity (1.238 milioni,+9%), big data (1.152 milioni,+8,7%), wearable (700 milioni,+8,9%), piattaforme per la gestione Web (527 milioni,+10%), intelligenza artificiale e cognitive computing (250 milioni,+16,3%) e tecnologie blockchain (26 milioni,+18,2%). Unica a rallentare la componente IoT, con una pensante frenata del -3,1% (per un valore di mercato da 3.393 milioni), un rallentamento dovuto al congelamento dei progetti e degli investimenti tecnologici nel mondo dell’industria.  

Come andrà il 2021

Ma a quasi metà anno è d’obbligo una previsione per il 2021, con due elementi congiunturali che rafforzano l’ottimismo, pensando a una ripresa più spinta nella seconda parte dell’anno: i decreti attuativi del Piano Pnrr con l’avvio dei finanziamenti e dei progetti (1), e il piano vaccinale (2) che dopo un avvio difficile dà segnali incoraggianti per frenare l’emergenza sanitaria e far ripartire l’economia, restaurando un clima di fiducia. “La ripartenza sarà possibile solo con una politica di ricostruzione fondata sull’investimento in eccellenze produttive e di servizio, capaci di creare valore attraverso il digitale, sia nel settore privato che pubblico – continua Gay -. Ripeto. ‘Avere il digitale’ non basta. Per garantire la ripartenza bisogna anche e soprattutto ‘sapere creare valore attraverso il digitale’  a tutti i livelli: con una migliore qualità di beni e servizi vecchi e nuovi, con la sburocratizzazione dei processi amministrativi, con l’adeguamento o il ripensamento della legislazione (creata per il mondo fisico e non per quello online), aumentando la sostenibilità e garantendo maggiore inclusione sociale. Il digitale non riguarda solo le tecnologie e l’interoperabilità (assolutamente necessarie, ma non sufficienti), ma anche la cultura e le competenze di chi lo fa, di chi lo gestisce e di chi lo usa. Per questo il digitale bisogna saperlo pianificare, scegliere, utilizzare e ottimizzare, facendolo diventare la nostra normalità, non solo tecnologica ma anche culturale, con tutti i suoi limiti e le sue sfide, ma anche con tutti i suoi grandi benefici”.

La crescita prevista per il mercato digitale 2021 è del 3,5% con dinamiche in miglioramento in tutti i comparti, spinti dalle tecnologie innovative, in particolare modo da cloud, intelligenza artificiale, blockchain, big data, cybersecurity, piattaforme per la gestione Web. Una conferma che continueranno a crescere (con tassi a due cifre) le componenti associate a processi di trasformazione digitale e ai progetti di automazione, con la digitalizzazione anche delle filiere, che avevano rallentato la loro crescita nel 2020. Una spinta marcata sarà data anche dai processi collaborativi (dalla scuola alla sanità, ai servizi al cittadino fino all’e-commerce), mentre unica eccezione negativa saranno i servizi di rete, in calo ma in maniera meno sostenuta.

Digitale per Crescere - Il Digitale è la leva prioritaria per recuperare produttività e crescita nel 2021
Anitec-Assinform – Previsioni di crescita del mercato digitale nel 2021, Aprile 2021

“Il Pnrr pone il digitale al centro della vita del Paese, con un piano di riforme e un ammontare di risorse che per entità e obiettivi non abbiamo mai avuto nella nostra storia. Forse qualcosa di simile lo si è avuto con il Piano Marshall, ma il contesto era diverso. Per questo abbiamo non solo l’opportunità ma anche il dovere di essere all’altezza dei tempi, impegnandoci ad avviare quanto prima i progetti, impiegando tempestivamente tutte le risorse che il Pnrr ci metterà a disposizione e a realizzare quelle riforme che ottimizzino i benefici dei progetti stessi”. E conclude Gay: “L’obiettivo è cambiare passo, dare impulso alla digitalizzazione della PA e della sanità, accelerare lo sviluppo delle infrastrutture a banda ultralarga, sostenere le startup innovative e colmare il gap di competenze digitali, anche riconvertendo lavori in phase out. Mai come oggi la sfida è complessa ma possibile”.

Leggi tutti gli approfondimenti dello Speciale Digitale per l’Italia 2020-2021

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