Consentire alle aziende di evolvere per innovarsi e supportare così la crescita del business, in modo sostenibile, sfruttando non solo le tecnologie di calcolo (server) e per lo storage ma anche i servizi. E’ questa la traccia chiave entro cui Hpe propone le novità sia a livello di prodotto sia relative allo sviluppo della piattaforma edge to cloud Hpe Greenlake, con i servizi al centro.
Lo fa entro uno scenario che coglie le aziende, anche quelle del nostro Paese, sempre più sensibili al tema della valorizzazione del dato. “Tra il 2022 ed il 2026 il volume dei dati sfruttato dalle aziende è destinato crescere di più del doppio (fonte: Idc) – esordisce Paolo Delgrosso, Channel Alliance Oem & SP Sales director manager, Hpe Italia – si tratta di utilizzarli (e conservarli) facendo leva su ecosistemi Api driven e basati sull’intelligenza artificiale, perché esprimano valore. Serve però anche compiere un vero e proprio ‘journey’, in modo intelligente ed acquisire quindi la data maturity necessaria un passaggio che richiede alle aziende di strutturarsi in modo consapevole”.

Valorizzare i dati, a che punto siamo

Hpe ha condotto in proposito una specifica survey che ha evidenziato come anche in Italia, le aziende sotto i 250 dipendenti “devono compiere ancora tantissima strada in questo senso”. L’indagine, condotta da YouGov per conto di Hpe su oltre 8.600 decision maker di tutti i settori privati e pubblici in 19 paesi, rivela che il livello medio di data maturity delle organizzazioni, ovvero la loro capacità di creare valore dai dati, è di 2,6 su una scala da 1 a 5, con solo il 3% che raggiunge il livello di maturità più elevato. L’Italia è sostanzialmente “allineata con il resto del mondo”.

Data Maturity Level Global Average
Data Maturity Level Global Average (fonte: Hpe)

Si parla quindi della capacità di condividere i modelli di dati e centralizzare la business intelligence, ma si è ancora decisamente lontani dall’ideale che “vede l’approdo verso la piena data economy – quando le decisioni sono prese grazie alla disponibilità real-time di insights – attraverso un percorso che passa necessariamente anche dalla capacità di “orchestrare i dati”.

Paolo Delgrosso Channel Alliance OEM & SP Sales Director Manager
Paolo Delgrosso, Channel Alliance Oem & SP Sales director manager

“Consumare dati – riprende Delgrossosignifica però anche consumare risorse preziose, proprio quelle che sono da salvaguardare. Per questo il tema della sostenibilità del dato Hpe ritiene che sia centrale e chiave nello studio di nuovi sistemi di calcolo e di storage. In azienda una filiera è focalizzata proprio su questo tema in particolare su quattro punti. Già oggi “il 50% dell’energia elettrica consumata da Hpe proviene da energie rinnovabili” (entro il 2030 sarà il 100%, 1). Dal 2000, Hpe ha sviluppato oltre 6mila brevetti di cui gran parte convergono sul tema della sostenibilità (2). L’85% dei prodotti che rientrano in azienda viene “rilavorato per essere reintrodotto sul mercato (circular economy, 3)“. Internamente, “la divisione che si occupa di sostenibilità opera per fare in modo di verificare che i fornitori lungo la supply chain rispettino le guide line minime, (4)“. Un’attività che comprende anche internamente “lo sforzo per capire come l’attività lavorativa di tutti i giorni impatti realmente sull’ambiente”.

La proposizione tecnologica per il calcolo

La proposizione tecnologica è stata sviluppata con particolare attenzione proprio su questi temi. “Per la parte di computing – si aggancia Paola RigoldiCompute Solutions BU & Sales managerè facile comprendere come estrarre valore dai dati richieda quindi efficienza di calcolo ma anche nei consumi, dal punto di vista energetico”. Hpe annuncia quindi la nuova generazione di server progettata per potenziare gli ambienti ibridi e supportare la trasformazione digitale: Hpe Proliant Gen11. Nasce per offrire risorse di calcolo affidabili e ottimizzate per i diversi carichi di lavoro (virtualizzazione, AI, data analytics, applicazioni cloud native, applicazioni grafiche, machine learning e Vdi) e per il mondo ibrido. “L’azienda ha lavorato quindi per offrire più core e performance nello stesso numero di Cpu, proprio in relazione al tema delle efficienze energetiche”. Si parla di performance superiori fino al 99%, con efficienza migliorata anche del 45% rispetto a quella delle generazioni precedenti.

Paola Rigoldi_Compute Solutions BU & Sales Manager
Paola Rigoldi, Compute Solutions BU & Sales manager

Tutti i server rispondono ai requisiti specificati dal Pnrr, in particolare affinché nell’implementazione dei progetti non vengano provocati danni all’ambiente. Ma i tre principi cardine su cui si basa lo sviluppo dei Proliant riguardano la sicurezza, l’intuitività nella gestione e le possibilità di ottimizzazione“. Per quanto riguarda l’intuitività i nuovi server “assicurano un’esperienza di gestione cloud based”, attraverso il sistema di gestione Hpe Greenlake for Compute Ops Management (Com), che di fatto attraverso una console cloud-native incrementa l’efficienza operativa, automatizza in modo sicuro il processo installazione, consente di monitorare e gestire i server, da remoto e indipendentemente da dove risiede l’ambiente di elaborazione, “ma anche di monitorare in modo puntuale gli effettivi consumi energetici e di CO2 dei server”. Oltre che sulla nuova generazione di Proliant Com è disponibile, in modalità As a Service tramite sottoscrizione, per tutti i server Hpe Proliant Gen9 e Gen10. “E’ possibile inoltre aggiornare rapidamente i firmware da un unico punto su server distribuiti riducendo il tempo dedicato alla gestione delle infrastrutture IT”. 

La sicurezza, che caratterizza il Com, permea il Dna di tutta la nuova generazione, “dal silicio al software”. L’approccio zero trust a livello hardware è espresso da Hpe attraverso Silicon Root of Trust che protegge il firmware da malware e ransomware attraverso un’impronta digitale univoca per il server. Per impedire le alterazioni dell’accesso all’identità univoca del server sono incluse certificazioni crittografate della piattaforma come Secure Device Identity (iDevID) di default (per impedire violazioni ancora prima dell’installazione). Inoltre Hpe Integrated Lights-Out è installato su tutti i server di Hpe Proliant, e il software Hpe Ilo abilita la gestione da remoto consentendo di configurare, monitorare e aggiornare in modo sicuro e senza interruzioni i server. L’ultima versione presenta una “nuova modalità di autenticazione di tutti i componenti mediante il protocollo Spdm (Security Protocol and Data Model) e nuove funzionalità di monitoraggio e controllo che unisce la sicurezza ad un approccio basato su standard aperti”.
Hpe ha voluto indirizzare però il tema della sicurezza anche riguardo la supply chain in produzione con Hpe Trusted Supply Chain e l’azienda ha quindi esteso le opzioni per i server certificati dalle fabbriche con sede negli Stati Uniti alla produzione e distribuzione in tutto il mondo.

Solo per entrare un minimo di più nel dettaglio della proposizione, per quanto riguarda le efficienze possiamo aggiungere che rispetto alla generazione precedente, i nuovi server Hpe Proliant Gen11 dispongono del 50% in più di core per il consolidamento dei carichi di lavoro (rispetto alla generazione precedente), il doppio della larghezza di banda I/O e il 33% in più di densità Gpu per applicazioni di intelligenza artificiale o graphic-intensive. Per esempio, per i carichi di lavoro cloud-native che richiedono elaborazione dedicata per fornire capacità agili ed estensibili, Hpe è in grado di offrire elaborazione con HW cloud-native ottimizzato, utilizzando i processori cloud-native Ampere Altra e Ampere Altra Max, nel nuovo server Hpe Proliant RL300 Gen11. Oltre ovviamente all’estesa proposizione con Cpu Intel e Amd.
Ultimo ma non meno importante “Hpe continua a formulare una proposta open, standardizzata ed interoperabile nell’ottica dell’ideale per un data center as a code”.
Anche tutta la nuova proposizione Hpe Proliant Gen11 è disponibile ovviamente attraverso l’acquisto tradizionale dell’infrastruttura, ma anche As a Service, così come tramite un modello con pagamento in base al consumo con Hpe Greenlake che fornisce oltre 70 servizi cloud che possono essere eseguiti on-premise, all’edge, in una struttura di co-location o nel cloud pubblico. Mentre con gli Hpe Financial Services i clienti possono convertire le risorse tecnologiche esistenti in capitale per acquistare nuova tecnologia.

I vantaggi di Hpe Greenlake
I vantaggi di Hpe Greenlake

Storage e dati, tecnologie e servizi

Antonio Neri, Ceo Hpe, da tempo ha indirizzato la strategia aziendale in modo che Hpe diventi una realtà service-based e per questo oggi parlare di storage significa parlare anche e soprattutto di servizi”, così Fabio Tognon, Data Services director Hpe, introduce la proposizione della nuova generazione di storage Hpe Alletra e l’evoluzione degli Hpe Greenlake Cloud Services. “Per questo oggi Hpe annuncia di fatto servizi che sono abilitati dalle tecnologie storage coerenti in questo senso sulla base di quella che, solo nel 2019, era la Composable Infrastructure Hpe per un data center effettivamente ‘fluido’ che indirizzi le esigenze per specifici carichi di lavoro con i dati”. Oggi chi raccoglie e riesce a valorizzare i dati si colloca in una posizione più favorevole rispetto ai concorrenti, ma deve anche prepararsi ad affrontare gli eventuali incident.

Fabio Tognon Data Services Manager
Fabio Tognon Data Services Manager

Ed in questa direzione si colloca l’evoluzione della proposizione storage, affrontando in primis il problema dei silo determinati dalle scelte infrastrutturali date dalla difficoltà di concertare i sistemi storage a oggetti, per i file e a blocchi. Hpe vuole “rompere questi muri” in primis proprio con la proposizione di due nuovi servizi storage e due servizi per la protezione ed il recupero dei dati. Il primo Hpe Greenlake for File Storage offre un servizio scale-out per accelerare l’elaborazione di carichi di lavoro ad alta intensità di dati attraverso prestazioni enterprise su vasta scala, con un throughput di centinaia di gigabyte al secondo. Il nuovo servizio di archiviazione file riunisce l’esperienza cloud di Hpe Greenlake e il software Vast Data per creare un servizio di file altamente resiliente progettato per la scalabilità di exabyte.

Hpe Greenlake for Block Storage evolve invece per garantire la disponibilità, le prestazioni e la scalabilità dello storage mission-critical a un prezzo accessibile. L’evoluzione riguarda la proposizione di storage a blocchi disaggregato e scale-out con una garanzia di disponibilità dei dati del 100%. Hpe Greenlake for Block Storage migliora inoltra nel rapporto prezzo-prestazioni, garantendo la stessa architettura di piena disponibilità progettata per aiutare i clienti a soddisfare gli Sla per le applicazioni mission-critical e i carichi di lavoro misti. Punto di forza della proposizione è che “entrambi i servizi sono erogati dalla medesima infrastruttura ed il motore è quindi unico, Hpe Alletra Storage Multi Protocol. Hpe Alletra Storage MP supporta un’infrastruttura disaggregata con più protocolli di storage sullo stesso hardware scalabile indipendentemente per prestazioni e capacità, significa poter beneficiare di un’unica piattaforma cloud unificata per distribuire, gestire e orchestrare i dati e i servizi di storage, indipendentemente dal carico di lavoro e dal protocollo di storage.

Hpe Alletra Storage MP
Hpe Alletra Storage MP

Si affiancano a questi i servizi, come accennato, quelli per la protezione dei dati con Hpe Greenlake for Disaster Recovery riduce la perdita di dati e i tempi di inattività grazie alla protezione dei dati nella piattaforma SaaS globale e scalabile di Hpe con fatturazione flessibile. La proposta si è sviluppata grazie all’acquisizione delle tecnologie Zerto e Hpe Greenlake for Disaster Recovery serve per il ripristino rapido e flessibile in caso di qualsiasi interruzione, attraverso un’unica esperienza unificata, automatizzata e orchestrata su più virtual machine. Hpe Greenlake for Backup and Recovery invece serve a proteggere i carichi di lavoro on-premise e in cloud con una gestione unificata e un unico catalogo di dati per workload in cloud privato e pubblico. E’ possibile quindi approdare ad una proposta di orchestrazione policy-based, sulla base di un’unica offerta SaaS.

Le novità della proposta, dal punto di vista infrastrutturale, rientrano invece sotto il cappello della famiglia Hpe Alletra 4000, di fatto la prima proposta server-based all’interno del portfolio di soluzioni di infrastruttura dati cloud-native Hpe Alletra. I modelli Hpe Alletra 4000 che incarnano la nuova generazione di data storage server – prima conosciuta come Hpe Apollo 4000 – possono essere gestiti facilmente in autonomia sulla piattaforma edge-to-cloud Greenlake tramite Hpe Greenlake for Compute Ops Management ed è possibile sfruttare le Rest Api per automatizzare operazioni di gestione altrimenti complesse.

Vantaggi e opportunità per l’ecosistema partner

Il focus sui servizi della proposizione per il calcolo e lo storage chiama in gioco i partner che già offrono i loro servizi sulle infrastrutture vendute da Hpe. Ora, on top ai servizi di piattaforma, insieme servizi di assessment presso i clienti (per mettere a fuoco le tecnologie e le “misure” da offrire con i relativi “equilibri tra file e object storage, per esempio), si affianca la possibilità di offrire servizi in relazione alle “modalità di consumption”. Proponendo un servizio storage in modalità a Capex o a subscription il partner si può anche assumere il carico della gestione cloud delle proposte, come intermediario in grado di sfruttare le cloud consolle Greenlake disponibili al posto del cliente, sollevandolo ulteriormente da questa incombenza e disintermediando ulteriormente il carico in una sorta di proposta managed services. Hpe ha di recente acquisito un’azienda, Cloudphisycs, la cui proposta è offerta in forma gratuita a tutti i partner e serve per l’assessment presso i clienti. Un punto di partenza per definire al meglio le soluzioni in relazione non solo a modelli tecnici ma anche a quelli finanziari più vantaggiosi.

La proposizione per il calcolo e lo storage As a Service è sfidante per Hpe. Nel corso dell’anno fiscale 2022 (va da novembre 2021 a ottobre 2022), l’azienda in Italia ha registrato un “cambio” effettivo di atteggiamento dei partner che, prima restii nell’andare ad offrire risorse As a Service, – per motivi finanziari e di compensazione delle risorse interne – ora entrano in quest’ottica anche e proprio per assecondare esigenze diverse dei clienti. Non si parla in questo caso solo di grandi aziende, ma anche di realtà in ambito Smb quindi con un riverbero concreto di vantaggi per i Business Partner Hpe (il primo livello nella struttura di canale Hpe).

Anche per i clienti lo spostamento nella scelta tra l’adozione infrastrutturale on-prem, a sottoscrizione/subscription, in modalità As a Service è comunque un journey ed il partner ha in questo senso un ruolo importante in relazione proprio alle sue capacità di affrontare la fase di assessment nel migliore dei modi. Da leggere come un percorso in fieri, per le aziende, è anche la capacità di modulare le scelte infrastrutturali e di servizio in relazione all’effettiva capacità di valorizzare i dati, alla sensibilità nell’adozione di tecnologie come il machine learning e l’intelligenza artificiale. “In questo – chiude Delgrossoè chiaro che le aziende più piccole sono anche più prudenti. L’offerta tecnologica è matura, ma spesso queste realtà faticano ad investire a fronte di ritorni non semplici da quantificare con certezza o non dispongono internamente delle competenze necessarie per farlo. E’ un ulteriore ambito in cui, invece, le competenze del partner Hpe, possono marcare la differenza nella realizzazione dei progetti“.

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