E’ la prima edizione della Cio Survey PA quella presentata in settimana a Roma presso la sede di Palazzo Wedekind, realizzata dal team di ricerca di NetConsulting cube, che ha fatto tesoro dell’esperienza maturata in 19 edizioni della Cio Survey “classica” (focalizzata sul mondo delle grandi aziende private) per fotografare il ruolo dei Cio e dei direttori generali nei principali enti della pubblica amministrazione. Un ruolo che negli anni ha cambiato attitudine e profilo, non solo spinto dalla necessità di modernizzare e innovare la macchina pubblica dello stato ma anche dall’avvento di nuove tecnologie che possono “facilitarne” il compito.

Apre così Giancarlo Capitani, presidente onorario di NetConsulting cube, la ricerca realizzata su un panel di 70 responsabili Ict, distribuiti dalla PA centrale a quella locale – in regioni, società di servizi Ict in-house e comuni capoluogo con almeno 100.000 abitanti – sollecitati su tematiche chiave, definite in accordo con un advisory board composto da rappresentati autorevoli di PA e governo.

Giancarlo Capitani, presidente NetConsulting cube
Giancarlo Capitani, presidente onorario di NetConsulting cube

Con l’intento di fare della ricerca un punto di partenza per nuovi cantieri, “una raccolta delle sfide più significative da compiere” a valle di una analisi che rileva il livello di digitalizzazione raggiunto dalla PA, i fattori che facilitano o ostacolano la trasformazione, le nuove progettualità, le risorse e le tecnologie digitali adottate per migliorare processi e relazioni con cittadini e imprese. “Vogliamo che questa ricerca sia lo spunto per creare momenti di aggregazione, per dar vita a una community stabile di innovatori della PA. I Cio della pubblica amministrazione sono una categoria meno visibile rispetto ai colleghi del privato, per questo crediamo di indirizzare una esigenza forte, perché la parte istituzionale impatta in modo significativo sulle politiche digitali del Paese”. Una call to action per dare vita a incontri ravvicinati per accelerare confronti e innovazione (spinta sposata appieno anche da Mario  Nobile, direttore generale di Agid, nel suo intervento). 

Le buone notizie

Partiamo con una buona notizia, di sintesi: “I dati raccolti – precisa Capitani – mostrano, con chiarezza, il buon livello di avanzamento della transizione digitale nelle pubbliche amministrazioni in linea con le previsioni temporali dettate dal Pnrr e dal Piano triennale di Agid. Inoltre, è sempre più chiara la netta centralità di Cio e responsabili trasformazione digitale nel guidare e indirizzare a livello strategico le scelte e a traguardare i processi e le attività, nonostante il perdurare di alcune criticità che riguardano prevalentemente gli ostacoli dovuti alla mancanza di competenze adeguate e alla lentezza generata da pratiche burocratiche complesse”.

Il punto di partenza dell’analisi è l’andamento della spesa Ict nella PA, perché la spesa rimane da sempre il primo indice per capire se un mercato, un comparto, e in questo caso la PA si muove.

CIO Survey PA - Rossella Macinante, BU Leader, NetConsulting cube
Rossella Macinante, BU Leader, NetConsulting cube

Anche qui una buona notizia: la spesa pubblica Ict nel 2023 è in crescita del 9,5% rispetto al 2022, più di quanto sia cresciuta nel settore privato, raggiungendo un valore di 5.658,4 milioni di euro, e portando avanti i progetti di digitalizzazione avviati nell’ultimo triennio. Un trend che continuerà anche nei prossimi anni. “Per il 2024, le stime indicano un ulteriore aumento della spesa Ict pubblica – commenta Rossella Macinante, BU leader di NetConsulting cube -. I fondi Pnrr rappresentano per molti enti una fonte di finanziamento importante, il cui peso è destinato a crescere nel prossimo biennio”.
A maggior spesa corrisponde anche un avanzamento di progettualità, anche se non in tutte le PA (“metà hanno un buon livello di avanzamento ma l’altra meta è ancora lontana”). Maturità buona nella governance delle trasformazioni e nel potenziamento dei servizi digitali offerti ai cittadini e alle imprese (con progetti interessanti), mentre ci sono ancora gap da colmare sul fronte della citizen experience, difficile da misurare con Kpi ancora poco strutturati.

CIO Survey PA (Fonte: NetConsulting cube)
Cio Survey PA (Fonte: NetConsulting cube)

Commenta l’impegno pubblico sul Pnrr Alessandro Musumeci, capo della segreteria tecnica del sottosegretario all’Innovazione, con qualche riflessione. “Stiamo lavorando con una struttura capillare sul territorio che ogni giorno monitora gli avanzamenti degli obiettivi del Pnrr in materia digitale, ma serve lavorare anche ‘di fino’ con la burocrazia in modo che tutte le novità che si realizzano possano portare benefici ai cittadini in breve tempo. Un punto su cui abbiamo insistito è la migrazione al cloud delle pubbliche amministrazioni, che il Psn sta portando avanti per rendere le PA più sicure e resilienti, anche grazie alla creazione della piattaforma di interoperabilità dati (Pdnd) alla quale hanno già aderito 5mila amministrazioni, alla base dello sviluppo del portfolio digitale”. Grazie al lavoro fatto su PagoPA e alle competenze acquisite con Spid e AppIo si andrà a sviluppare un portfolio digitale integrato dove il cittadino avrà a disposizione i documenti, dalla patente alla carta nazionale dei servizi, alla carta di identità, “il tutto in un unico wallet”.
Ma rimane strategico il tema della connettività.
Obiettivo importante è la rete perché scontiamo ritardi dal passato. Ci siamo impegnati entro il 2026 a rafforzare i collegamenti in fibra ottica a partire dalla aree bianche per raggiungere scuole, cittadini, sanità. Fibra ottica e 5G sono essenziali, tutti progetti finanziati con il Pnrr che credo – come Cio, cittadino, appartenente al mondo del governo e dell’università – essere uno strumento per fare squadra e in questo momento un punto importante dal quale partire. Molte leggi sono state scritte quando banda larga e AI non c’erano, oggi abbiamo nuovi strumenti per trasformare la PA ma serve uno sforzo comune, attento, per innovare la macchina burocratica e amministrativa dello stato. Questo è lo scoglio più grande da superare”.

CIO Survey PA - 16 maggio 2024
Cio Survey PA – 16 maggio 2024 – Alessandro Musumeci, capo della segreteria tecnica del sottosegretario all’innovazione con Mario  Nobile (direttore generale di Agid), Nunzia Ciardi (vice direttore generale Acn) e Giancarlo Capitani (presidente onorario di NetConsulting cube)

Progetti e tecnologie

Secondo la Cio Survey PA, complessivamente sono stati rafforzati gli strumenti di cybersecurity, soprattutto nelle PA centrali, mentre in ambito locale e comunale la postura di sicurezza deve ancora recuperare i ritardi di questi anni. Precisa sul tema Nunzia Ciardi, vice direttore generale Acn:Il livello di consapevolezza sulla cybersicurezza è un aumentato ma non possiamo fermarci. La cybersicurezza è come un orizzonte, mentre camminiamo si allontana, perché le minacce evolvono a una velocità tale che dobbiamo continuare ad aumentare i livelli di sicurezza per ridurre il rischio. Anche la struttura più protetta è potenzialmente bucabile, per cui lo sforzo deve essere comune, in PA, grandi e piccole aziende. E lo si può fare stimolando le competenze, anche interne ad Acn. Ma nonostante il mio esordio ottimistico, quest’anno la relazione annuale di Acn vede attacchi aumentati del 144 per cento, sia perché diminuisce la quota di sommerso grazie alle norme che impongono di rendere noti gli attacchi, sia perché gli attacchi sono più aggressivi e sofisticati. E’ un mondo insidioso in cui l’apparenza delle minacce, vedi il phishing, inganna per cui la consapevolezza deve esser capillare a tutti i livelli, dalle scuole alla PA”. Scontando un ritardo formativo.

Ritardi che si confermano anche sul tema dell’evoluzione delle piattaforme dati per garantire una maggiore interoperabilità tra le pubbliche amministrazioni.
Una strada tracciata anche dalla strategia Cloud Italia e dall’operatività del Polo strategico nazionale, verso il quale le PA dovranno migrare i propri dati entro il 2026 come richiesto. Un tema di migrazione che ha visto Cio di molte amministrazioni impegnati in modo importante – come Musumeci ha confermato – con le percentuali di workload in cloud in crescita, un trend avviato da alcune amministrazioni anche in anticipo rispetto alla creazione del Psn, la cui strategia coinvolge in misura maggiore la Pac e le Regioni.
Minori le attività di migrazione da parte di in-house e comuni che adottano in prevalenza il modello di private cloud presso le proprie in-house a livello regionale. Il mondo dei comuni, sul tema cloud, si è invece molto spinto dal punto di vista applicativo (Saas), dal momento che un’alta percentuale di comuni utilizza software in cloud.

Ultima l’attenzione sul tema intelligenza artificiale, che rimane a detta dei Cio “uno dei fattori strategici per realizzare la digitalizzazione della PA” perché sostenuta da una strategia nazionale dedicata all’AI e dal Piano triennale di Agid.
In questo scenario, la propensione all’adozione dell’AI si ribalta rispetto alla scenario precedente cloud: ad oggi, più attive nell’esplorazione e nell’adozione di AI sono le in-house accanto alla pubblica amministrazione centrale, cauti regioni e comuni (anche se alcuni use case interessanti sono stati realizzati). Una PA che adotta l’AI per chatbot e assistenti virtuali, soprattutto per dare supporto ai cittadini o per gestire help desk interni agli enti.

CIO Survey PA (Fonte: NetConsulting cube)
Cio Survey PA (Fonte: NetConsulting cube)

La vita non facile dei Cio

Gli ostacoli permangono. Comune a tutte le PA la carenza di profili professionali per gestire tecnologie e progetti, dal momento che la Cio Survey PA pur confermano la centralità di Cio e di responsabili della trasformazione digitale nel guidare gli enti nella scelta delle tecnologie e nei processi trasformativi, lamentano la carenza di competenze, sia da un punto di vista qualitativo (non specializzate e aggiornate) sia quantitativo (poche persone) fondamentali per portare avanti la trasformazione anche culturale in enti dove permane ancora spesso la presenza di culture organizzative non sempre capaci di favorire l’innovazione digitale. “Le complessità burocratiche in aggiunta non snelliscono le procedure e il reskill, rendendo anche faticoso il coordinamento di altri attori esterni – precisa Macinante -. La mancanza di risorse economiche, lamentata da Pac e Pal, rimane ostacolo alla trasformazione digitale ma non è al primo posto delle lamentele, rimarcando come il problema delle competenze e delle resistenze interne al cambiamento sia quello principale da risolvere”.

CIO Survey PA (Fonte: NetConsulting cube)
CIO Survey PA (Fonte: NetConsulting cube)

Certo, il tema sostenibilità economica dei progetti entra in gioco in modo importante quando si parla di Pnrr, perché i Cio rimarcano una forte preoccupazione sulla sostenibilità economica “oltre il 2026” di quanto realizzato con il Pnrr. “Il percorso intrapreso con il Pnrr richiederà una programmazione di lungo periodo e l’evoluzione digitale per essere efficace e mantenere le promesse di efficienza non potrà interrompersi con la scadenza del Piano – conclude Rossella MacinanteAcquisire una visione strategica di lungo termine e definire i prossimi passi è non solo urgente, ma rappresenta un’esigenza per capitalizzare quanto realizzato finora”.

La ricerca di NetConsulting cube – supportata da Almaviva, Contentsquare, Deda Next, Google Cloud, Jakala Civitas, Salesforce, Sas, ServiceNow, Tim Enterprise – diventerà un appuntamento fisso per la pubblica amministrazione, in modo da tenere traccia dell’evoluzione digitale del nostro settore pubblico, strategico per fare avanzare l’Italia nelle economie mondiali. Con una certa “velocita“.

CIO Survey PA (Fonte: NetConsulting cube)
Cio Survey PA (Fonte: NetConsulting cube)

Leggi tutti gli approfondimenti dello Speciale Cio Survey PA 2024

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