Le divisioni IT e la produzione sono gli ambiti aziendali in cui nel 2020 si è registrato il maggior ricorso ai servizi di consulenza, dal momento che l’incremento del tasso di digitalizzazione richiede competenze IT spesso non presenti all’interno delle aziende e, per questo, delegate a figure esterne.
E’ una delle evidenze che emerge dalla chiacchierata con Marco Valerio Morelli, presidente di Assoconsult, alla luce del “2° Rapporto Assoconsult, la domanda di consulenza in Italia”, realizzato da NetConsulting cube. Perché come è cambiato il mercato in questi due anni di pandemia, così è maturata la richiesta delle aziende di supporto esterno per obiettivi diversi, dal garantire la continuità operativa all’impostare progetti trasformativi e di innovazione. 

Sempre più forte l’importanza delle tecnologie digitali a sostegno della trasformazione delle aziende. Guardiamo le sfide della consulenza aziendale oggi.  “Negli ultimi anni il management consulting ha dimostrato di essere un settore di eccellenza, in controtendenza con le dinamiche produttive del nostro Paese e nell’anno della pandemia le società di consulenza sono state da subito pronte a fronteggiare le numerose emergenze, sia interne alle loro strutture sia delle aziende clienti – argomenta Morelli -. Con la recessione quasi a doppia cifra le aziende hanno infatti lanciato profondi piani di ristrutturazione a partire dal 2021, che serviranno da un lato a sopravvivere e dall’altro a ripensare il business. In questo contesto non siamo spaventati, siamo a servizio di tutta l’industria e di tutto il tessuto economico nazionale nelle azioni necessarie per la ripartenza e per l’implementazione del “new normal”, e nella definizione di programmi di digitalizzazione dei processi e di innovazione di prodotti/servizi. I benefici della consulenza sono trasversali per tutta l’azienda e la percezione del ritorno dell’investimento è positiva e spesso va oltre le aspettative dei clienti”.

Per il prossimo futuro le imprese chiedono di essere aiutate nell’implementazione dell’innovazione in tutte le aree aziendali, soprattutto digitalizzando la fabbrica. “L’innovazione si caratterizzerà nella sua componente digitale ed avrà impatti sia nell’area stessa delle tecnologie – chiamate ad innovarsi per poter fornire supporto più efficace – sia negli ambiti di produzione, dove si concentreranno le esigenze evolutive delle aziende. Inoltre, i budget dedicati alla consulenza sono in crescita e i principali destinatari sono i systems integrator – precisa Morelli -. Noi siamo pronti a sostenere i clienti e dare il nostro contributo soprattutto in merito alla business continuity: le aziende hanno la necessità di cambiare alcuni modelli di servizio e di gestione con clienti, fornitori e con il personale, soprattutto attraverso la digitalizzazione dei processi. Occorre per questo un ripensamento del proprio modo di fare business, rivedendo i piani per il futuro secondo nuovi modelli di comportamento e competenze.
E’ una sfida complicata, forse la più impegnativa di sempre per le generazioni di professionisti coinvolte, ma nulla è già definito e le opportunità di crescita sono e saranno numerose”.

La scelta delle tecnologie

Importante individuare quali sono le tecnologie digitali che impattano sui progetti delle aziende, e quali le più ricorrenti. ” “L’area di intervento della consulenza più sviluppata, e che cresce più della media del mercato, è senz’altro l’IT argomenta Morelli -. Cybersecurity e cloud sono ormai aspetti pervasivi e consolidati nelle imprese soprattutto di medie dimensioni, la prossima ondata di digitalizzazione si focalizzerà su Internet of Things, robotic process automation (Rpa) e intelligenza artificiale”.

Morelli presidente Assoconsult
Marco Valerio Morelli, presidente di Assoconsult

Stando ai dati la digital transformation è una linea di business rilevante per il 94% delle grandi imprese, per queste aziende il digital pesa più del 40%. I progetti più diffusi riguardano la digital strategy, l’AI e il digital marketing. E anche le medie imprese si stanno avvicinando a questa attività, mentre le piccole ancora lontane ricoprono solo il 10%.

“Le grandi società di consulenza presentano un’offerta molto corposa di servizi a supporto della trasformazione digitale, una linea di attività che è stata molto richiesta dai clienti nel periodo della pandemia – si riaggancia Morelli -. Molte società di consulenza di minori dimensioni sono invece più focalizzate su attività di consulenza più tradizionali e meno legate alle nuove tecnologie. Nel corso del 2021, questo divario è possibile che si sia ridotto ma rimane comunque un divario strutturale che può essere affrontato solo con iniziative ad hoc, innovative e verso le quali la stessa Assoconsult può giocare un ruolo fondamentale. È importante per tutto il settore che anche le imprese di minori dimensioni abbiano la possibilità di svilupparsi sulle tematiche digital e green promosse dal Pnrr”.

Come si muove la domanda di consulenza

Per il miglioramento di quali processi la figura del consulente è chiamata in causa dalle aziende? Come impatta sulle società di consulenza la “nuovadomanda di servizi?
Precisa Morelli: “La consulenza ha i suoi punti di forza nella capacità di innovarsi e adeguarsi ai cambiamenti prima degli altri, per questo la figura del consulente gioca un ruolo fondamentale per le nostre aziende e per la pubblica amministrazione. Le divisioni IT (50% delle citazioni) e di produzione (39%) sono gli ambiti aziendali in cui nel 2020 si è registrato il maggior ricorso a servizi di consulenza. L’incremento del tasso di digitalizzazione richiede infatti competenze IT che spesso non sono presenti all’interno dell’azienda e che quindi vengono ricercate all’esterno”. Il consulente può consigliare ed indirizzare nell’implementazione di soluzioni IT innovative a supporto di tutti i processi business, con un focus particolarmente rilevante sui processi produttivi e molto meno spinto sulle attività svolte dalle funzioni di staff.

Seguono tra le principali, le divisioni HR e amministrazione e finanza, dove le tematiche di gestione delle risorse umane hanno recentemente assunto un’importanza notevole in linea con la crescente affermazione di modelli di lavoro agile e remoto e con la conseguente esigenza, da parte delle aziende, di affrontare aspetti di change management e di valorizzazione del capitale umano. Le funzioni di marketing e comunicazione e il top management sono anche ambiti aziendali appaiono più di altri impegnati a definire nuovi modelli di business e strategie di mercato e a comunicarli adeguatamente al mercato. Dal 2020, a causa del Covid, le divisioni in ambito amministrativo e finanziario si sono invece trovate a dover gestire con particolare attenzione gli impatti del calo della domanda su flussi di cassa, capitale circolante e, più in generale, sulla solidità finanziaria delle imprese. L’innovazione gioca quindi un ruolo fondamentale nei piani di ripresa e sviluppo aziendale. La consulenza rappresenta un elemento per la concretizzazione dei trend di sviluppo innovativo che caratterizzano gli ambiti di business”.

Capacità interlocutoria

Con quali figure in azienda il consulente si interfaccia? “Il consulente occupa un ruolo interlocutorio in azienda e questo significa che, se l’azienda non ha raggiunto al suo interno un livello di convincimento sufficiente, probabilmente è molto difficile che il consulente, per quanto accreditato, possa riuscire a far cambiare idea sulle politiche da mettere in atto. Ragione per cui i benefici della consulenza sono trasversali per tutta l’azienda”, una trasversalità che va ad impattare su tutte le aree aziendali, a supporto di ambiti strategici, che possono essere così sintetizzati:

  • Fabbrica – Schedulazione produzione e Industria 4.0
  • Sales & Marketing – Campagne marketing e sales force automation
  • Logistica – Automazione dei magazzini
  • R&D – Nuove competenze di frontiera e loro diffusione in azienda
  • Risorse Umane – E-learning
  • Acquisti – Gestione ordini
  • Admin & Finance – Miglioramento della reportistica
  • Top Management – Avvio della digital transformation e ridisegno dei processi

“Gli influencer in azienda sono il Cio e i BU manager che vanno aiutati dai consulenti a fare scelte corrette e a convincere la proprietà ad investire in innovazione. Ogni giorno il consulente deve dimostrare di avere competenze solide sui temi in cui è coinvolto, portando esperienze e costruendo team di lavoro efficaci – precisa Morelli -.nLa direzione IT è la maggior fruitrice di risorse destinate alla consulenza”.
La presenza della area IT come dominante per le previsioni di spesa è da ricondursi alla necessità percepita dalle medie aziende manifatturiere di incrementare il tasso di digitalizzazione dei processi interni e dei servizi offerti alle diverse direzioni di business. In quest’ottica, le competenze digitali sono fondamentali e spesso non sono presenti all’interno dell’azienda stessa che quindi sopperisce a questa mancanza tramite la consulenza.
“La seconda area in termini di quote di budget di consulenza dedicate è quella della Fabbrica, nel cui ambito si percepisce evidentemente un ampio spazio di miglioramento che si ritiene la consulenza permetterà di identificare e di gestire in ottica di incremento di performance produttive attraverso la digital transformation”.

Queste due aree sono di gran lunga quelle che assorbiranno la maggior parte delle risorse ma non è casuale che fra le prime tre appaia anche l’area vendite/marketing/comunicazione, dal momento che fra le esigenze che le aziende sottolineano per il futuro vi sono alcuni ambiti che correlano la necessità di incrementare la visibilità digitale, con l’opportunità di aumento i ricavi beneficiando dell’auspicato volano dato dal Pnrr.

Competenze in management consulting

In questa logica di condivisione tre le diverse divisioni dell’azienda, centrali sono le competenze dei consulenti e la loro volontà di tenersi aggiornati sulle nuove tecnologie e metodologie. “E’ sempre più evidente il bisogno di nuove competenze trasversali, per questo la formazione continua è fondamentale. Le nostre società di consulenza diventano vivaio di talenti per le aziende, e a loro volta debbono accelerare il recruiting per avere nuove leve da far crescere. Il management consulting genera capitale umano e c’è una correlazione positiva tra questo e la competitività economica di un Paese, ecco perché per noi il capitale umano è l’asset principale. In un contesto difficile come l’attuale non si può prescindere dalle persone, a livello di azienda e di sistema Paese. Upskilling reskilling sono perciò un ripensamento importante delle competenze tecniche richieste alle persone, qui la consulenza può dare un grande contributo”.

Continua l’attenzione all’innovazione e al redesign dei processi organizzativi, ed emergono nuove sfide rispetto all’engagement delle persone. “Una delle tendenze che guidano la trasformazione delle organizzazioni sarà far crescere le competenze in ogni campo delle persone attraverso la leva del reskilling, aumentare le possibilità offerte dall’intelligenza artificiale, arricchite dagli skill tipicamente umani e ispirare, energizzare, ingaggiare le persone: l’employee experience – precisa Morelli -. Nonostante la pandemia e il difficile contesto economico-sociale che ci troviamo ad affrontare, la consulenza è riuscita comunque a mantenere alto il livello di occupazione al suo interno è un dato di cui andare fieri, ma si spiega facilmente con la necessità di non perdere competenze distintive fondamentali ad un’attività di retention che in questo momento ci permetterà di affrontare il rimbalzo atteso del mercato”.

Pnrr e impatto sulla consulenza

Si stima che l’arrivo del Pnrr e dei progetti destinati a far ripartire l’economia vedranno il settore del management consulting coinvolto. “E’ un’opportunità irripetibile di rilancio per il Paese – sostiene Morelli – e per coglierla appieno ci mettiamo a disposizione del governo, aiutando nella semplificazione dei passaggi che porteranno all’utilizzo dei fondi per realizzare i progetti. E’ una grande occasione per la nostra pubblica amministrazione. Il settore della consulenza sa bene che il ruolo che ricopre oggi può essere determinante in questa fase, trasferendo valore e competenze che da anni sono la cifra distintiva del mercato dei servizi professionali, che insieme alla velocità di esecuzione possono contribuire alla realizzazione dei programmi del Recovery Plan. La figura del consulente quindi rimarrà determinante, poiché nella crescita e nello sviluppo del capitale umano vengono accolte le risposte per generare il valore utile ad uscire da qualsiasi tipo di crisi”.

Per saperne di più scarica il 2° Rapporto Assoconsult, la domanda di consulenza in Italia

Leggi tutti gli approfondimenti dello Speciale Management Consulting 2022

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