E’ il cambio di prospettiva di tutte le convention IT di questo ottobre folle – in temini di quantità di eventi e di appuntamenti – che ci fa dire finalmente!
Può sembrare una riflessione leggera ma non lo è: nasce dal confronto con amici giornalisti, amministratori delegati, uffici stampa, Cio, responsabili di tecnologie e prodotti, partner…
Mai come in questi ultimi mesi le aziende IT hanno svoltato il loro racconto sull’innovazione. Rendendolo più svincolato dalla tecnologia. Hanno rimescolato le carte della narrazione, le presentazioni, le agende, pur sapendo che nel mazzo gli assi sono digitali. 

Per anni l’agenda principale dei keynote girava attorno alle tecnologie: hybrid cloud, cybersecurity, mobile, Iot, fino all’AI, l’ultima nuova carta. Sì sì l’AI, quella che ora tutti raccontano nelle sue anime, evolvendo dall’AI generativa all’agentica fino alla futura robotica. Certo l’AI si impone e predomina – anche nei nomi degli eventi Sap Now AI Tour, Oracle AI World, Microsoft AI Tour per citarne alcuni – ma non è la prima carta giocata sul tavolo.

Finalmente.

Per anni l’esperto di tecnologia, il guru, il Cio, il capo della ricerca e sviluppo, l’innovatore erano le star attese nei keynote. Oggi sul palco confermano la loro importanza ma trovano come sparring partner economisti, startupper, Ceo di grandi aziende, professori, sportivi in grado di raccogliere stand ovation dal pubblico (come Federica Pellegrini e Julio Velasco alla convention Zing! la scorsa settimana). Ed è qui il rimescolamento di carte.

E se questi “ospiti” per chi segue molti eventi sono ricorrenti (testimoniando contenuti simili in convention diverse) non lo sono per il pubblico di aziende e partner, che di mestiere non fa il giornalista o l’analista, ma mette le mani nel business e nella tecnologia delle aziende.
Interessante considerare il loro punto di vista: si tocca con mano che apprezzano ascoltare scenari non tecnologici e la condivisione di dati reali. Apprezzano sapere che il 95% dei progetti di GenAI non va in porto (per gli stessi loro dubbi), che 1 miliardo di euro dedicato allo sviluppo delle Pmi italiane è poca cosa, che il timore delle aziende nell’adottare la tecnologia è spesso legato al non sapere come “avvicinarsi” all’AI, quali passi fare.

Tutti interventi pertinenti (ispirazionali per i più entusiasti) ma potrei dire che si raccordano tutti attorno a un unico concetto. In un momento di incertezza economica – dove le nuove tecnologie richiedono consapevolezza, sperimentazione a piccoli passi, pulizia nei dati e nelle applicazioni, revisione profonda dei processi di business – il messaggio principale sta nella necessità di fare squadra anche con i competitor e di adottare una nuova postura riassumibile nell’essere pazienti. Perché la trasformazione richiede più tempo del previsto. 

Riporto alcune frasi che trovo esplicative, prese dagli eventi delle ultime settimane.

“Siamo in una fase in cui la tecnologia corre più veloce delle capacità organizzative di assorbirla: ecco perché l’adozione resta bassa. Bisogna partire con piccoli progetti ad alto potenziale di valore, misurarli con criteri concreti, imparare velocemente e poi scalare con rigore organizzativo. E soprattutto avere pazienza: non tutto diventerà subito evidente in termini di Roi monetario; però l’adattamento continuo e la costruzione di competenze sono investimenti strategici”, Francesca Moriani, Ceo di Var Group, a Zing!

“La tecnologia non è più un punto di discussione ma di comprensione del business model aziendale, perché capire la direzione da prendere è l’aspetto fondamentale più che decidere quale tecnologia utilizzare”, Gianfranco D’Amico, Ceo di Nutkao, al Sap Now AI Tour.

“L’IT non è più solo tecnologia (data center performanti, infrastrutture, soluzioni end to end) ma è anche processi. Per questo è fondamentale collaborare con i partner che hanno quella capillarità per arrivare nelle aziende e integrare la tecnologia nel business anche con competenze verticali di settore. Essere partner della macchina operativa è un processo molto lungo”, Marco Fanizzi, Ceo di Dell Technologies, alla convention di Milano.

“Non è coraggioso chi non ha paura. Ma chi avendo paura fa le cose lo stesso. Concentrandosi sulla palla successiva”, Julio Velasco, allenatore della nazionale italiana di pallavolo femminile, a Zing!

Trovo che sia una narrazione con i piedi per terra senza né ottimismo né catastrofismo – più sana per le aziende, che la preferiscono stando a quanto raccontano. E’ passato di moda dire “siamo i leader del nostro mercato”. I partner non ci credono più, ed è il mazzo che vince non la singola carta.

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