E’ recente l’inaugurazione a Ponte San Pietro (BG), a 30 km da Milano, del Global Cloud Data Center di Aruba. Con una superficie complessiva di 200.000 m² di cui 90.000 m² destinati a data center, è il più grande data center campus d’Italia, concepito per andare incontro alle esigenze di colocation e gestione d’infrastrutture IT di aziende italiane, straniere, pubblica ammnistrazione e per rappresentare uno dei principali hub mondiali in ambito cloud.
Realizzato con massimi standard di sicurezza ed elevate prestazioni, il Global Cloud Data Center garantisce il massimo livello possibile di efficienza energetica, riduce l’impatto sull’ambiente e assicura qualità e convenienza dei servizi. Utilizza un impianto di raffreddamento geotermico ad alta efficienza ed è alimentato da energia proveniente da fonti rinnovabili a cui si aggiungono una centrale elettrica ed impianti fotovoltaici di proprietà, situati all’interno del campus stesso.
Nello specifico, il nuovo data center gestisce fino a 90 MW di potenza, con produzione autonoma di energia idroelettrica e fotovoltaica; doppio power center multi-modulare con UPS a ridondanza 2N + 1; potenza personalizzabile fino a 40 kW per rack; generatori di emergenza ridondati con autonomia a pieno carico di 48 ore senza rifornimento; data hall composta integralmente di muri tagliafuoco e tetto con doppia copertura isolante.
Stefano Cecconi, Amministratore Delegato di Aruba «Solitamente con l’inaugurazione si dichiara la fine dei lavori e il completamento di un’opera, e questo è vero anche per noi – ha dichiarato nel suo discorso di apertura Stefano Cecconi, Amministratore Delegato di Aruba – ma al tempo stesso questa inaugurazione è la posa della prima pietra di un progetto ancora più grande, l’apertura di un’area già attrezzata di 40.000 mq a fronte dei 200.000 mq di superficie totale del campus».
Il Global Cloud Data Center assume quindi per Aruba un’importanza strategica e diventa a tutti gli effetti la nuova “casa” della società. L’entità dell’impegno economico non è stato dichiarato, ma si tratta “si tratta di un investimento di lungo respiro, destinato a rientrare nei prossimi vent’anni”, dichiarano i vertici dell’azienda.
Cecconi ha ricordato come questa avventura abbia avuto inizio un anno e mezzo fa, il 22 agosto 2016, momento in cui è partita effettivamente la riqualificazione dell’intera area. E dalla pre-apertura del data center avvenuta a giugno ad oggi circa il 60% della struttura è stato già occupato o prenotato.
Il nuovo Global Cloud Data Center ha per Aruba un valore fondamentale, non solo per la grandezza dell’impegno e dell’investimento, ma anche perchè porta l’azienda aretina ad aver un data center al Nord Italia.
Questa struttura si aggiunge infatti in Italia alle due già presenti ad Arezzo (da dove tutto è partito, nel lontano 1994). «Creando il nostro terzo data center in Italia – ha spiegato Cecconi – abbiamo risposto sia all’esigenza dei nostri clienti enterprise, che ci chiedevano una struttura nel nord Italia che fosse grande tanto da dare spazio alla loro crescita futura, sia alla nostra esigenza di crescita in ambito cloud, che ha assunto dimensioni molto importanti».
In previsione, il campus di Ponte San Pietro avrà anche al suo interno anche un’area dedicata al coworking e allo sviluppo di nuove startup tech, con l’obiettivo di farle diventare delle vere e proprie società da trasformare in nuovi clienti. Nel nuovo data center, una volta a regime, lavoreranno circa 100 persone.
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