Quest’anno a Davos alla quarantottesima edizione del World Economic Forum, accanto alle co-presidenti Christine Lagarde, direttore del Fondo Monetario Internazionale, e Erna Soldberg, primo ministro della Norvegia, siede Ginni Rometty, Ceo di Ibm.
Un terzetto tutto al femminile (mai visto prima) che oltre a porre l’accento sulla diversity (mai prima in agenda) testimonia con la scelta di Rometty quanto le “tecnologie emergenti” debbano essere all’ordine del giorno e cambino i modelli di produttività delle economie. Se ne è dibattuto, discutendo sopra il cielo dell’umanità che vede la distribuzione della ricchezza sempre in mano a pochi: si conferma anche quest’anno che l’1% della popolazione possiede più della metà della ricchezza mondiale, mentre l’8,6% ne detiene l’85%. (Non vanno distanti i sei big dell’high tech Google, Amazon, Facebook, Apple, le cinesi Alibaba e Tencent, che insieme pesano come tutte le società quotate dell’area euro con i loro 4.000 miliardi di dollari, come ricorda al forum Martin Sorrell, fondatore di Wpp, il maggior gruppo mondiale di pubblicità).
Tema dell’evento “creare un futuro condiviso in un mondo frammentato” con un riconoscimento massimo del ruolo delle tecnologie nell’abilitare la quarta rivoluzione industriale, in grado di permette alle persone di trarre vantaggio dalla tecnologia e di combattere le minacce digitali sempre più diffuse.
E’ qui a Davos che il World Economic Forum annuncia la realizzazione di un centro globale per la sicurezza informatica, con sede in Svizzera, a disposizione di governi e aziende, con esperti in grado di far fronte a tutte le minacce online. Nascerà il Global Centre of Cybersecurity, sotto la direzione di Alois Zwinggi (direttore generale del World Economic Forum) contro la criminalità organizzata online, appoggiandosi ai presupposti di collaborazione, condivisione delle informazioni, stesura delle buone pratiche da seguire. “Il nuovo centro nasce come piattaforma per affrontare i cyber rischi in modo davvero globale” precisa Zwingii, aprendo alla collaborazione con le aziende e le istituzioni (Interpol e BT già in lista) con focus sui nuovi punti di ingresso delle minacce, che sfruttano IoT, Robotica, dando risposte con l’impiego dell’Intelligenza Artificiale per proteggere settori sensibili, dal finance alle telecomunicazioni, dalla sanità alla pubblica amministrazione.
Secondo il Global Risk Report 2018, presentato a Davos, sono proprio i cyber attacchi nelle economie avanzate a rappresentare la maggiore preoccupazione dei manager delle aziende con un costo della criminalità digitale pari a 500 miliardi di dollari all’anno a livello mondo. E’ emerso che bisognerà rendere sicuri i processi e la condivisone delle informazioni, integrare tecnologie realizzate da un ecosistema allargato, creare una coscienza collettiva e formare persone con competenze dedicate al tema della sicurezza.
Anche Papa Francesco, ricordando ai potenti che devono operare perché l’uomo torni al centro dell’economia (“perché solo così possiamo sperare di ridare una nuova direzione al destino del mondo”), cita Robotica, Intelligenza Artificiale, innovazioni tecnologiche come strumenti che debbano essere utilizzati al servizio dell’umanità.
Le basi a Davos per abilitare le tecnologie abilitanti sono state discusse. Ora vedremo.
Post Scriptum: Il collettivo di Davos annovera quest’anno sette donne, tra cui Jennifer Morgan, direttore esecutivo di Greenpeace International e l’italiana Fabiola Gianotti, direttrice del Cern, ma il forum rimane un evento in cui la presenza femminile si ferma a poco più del 20%.
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