C’è un nuovo imperativo in Italia che si chiama e-skill. E’ quanto emerge dall’analisi che NetConsulting cube ha realizzato per conto di AICA, Anitec-Assinform, Assintel, Assinter nell’Osservatorio delle Competenze Digitali 2018.

E-skill significa che le competenze di tipo matematico, digitale, in tecnologie 4.0 non possono più essere di dominio esclusivo del Cio o della sua struttura, o relegate in qualche funzione specifica nelle Lob, ma devono essere un patrimonio di tutte le funzioni e i ruoli aziendali, perché non può più esistere strategia di business e digital transformation che non sia supportata da queste conoscenze.

A partire dal Ceo, toccando top e middle management, fino ad arrivare alla maggior parte delle figure professionali, sta crescendo il ruolo e l’importanza degli e-skill per la comprensione dei fenomeni in corso nel settore di riferimento e per l’interpretazione corretta del business.
Dal marketing al controllo di gestione, dall’R&D al controllo qualità, dalle operation alla direzione generale le competenze digitali, scientifiche, su tecnologie 4.0 diventano sempre più strategiche a causa dell’incremento della pervasività del digitale lungo tutta la value chain delle aziende.
Solo qualche esempio: un addetto alla contabilità industriale che riceve in real time i dati di demand e production planning non può non avere buone competenze matematiche e di tecnologia, così come un data scientist addetto all’analisi dei dati di produzione non può non avere competenze di industria4.0 o un marketing manager che utilizza piattaforme di sentiment analysis non può non avere competenze digitali.

L’analisi condotta da NetConsulting cube per l’Osservatorio delle Competenze Digitali si è concentrata sui settori della Meccanica, della Moda e della Pubblica Amministrazione i quali si trovano in fasi diverse del digital journey ma evidenziano tutti una fame di competenze digitali e di soft skill.

Meccanica

La Meccanica è sicuramente, tra quelli analizzati, il settore più avanzato nel percorso di trasformazione digitale e manifesta anche una certa dinamicità occupazionale con circa 140 mila nuovi addetti nel settore, come certificano i dati Excelsior di Unioncamere ANPAL. Il Digital Skill Rate medio del settore Meccanica, che misura la pervasività della componente digitale sugli skill complessivi, è del 26%, dato elevato se comparato con la media del settore Industria (13%) tuttavia non sufficiente se posto in relazione con il percorso di evoluzione digitale che ancora attende le aziende.

Le e-skill necessarie nel settore Meccanica
Le e-skill necessarie nel settore Meccanica

Le aziende intervistate hanno subito evidenziato come le competenze digitali non siano adeguate. Il tema riguarda sia le figure tecniche, specialistiche e amministrative, sia quelle manageriali: anche la e-leadership, la capacità di indicare modelli strategici, strutturare e seguire una roadmap digitale è una competenza ad oggi molto carente nelle aziende. Le competenze matematiche stanno diventando cruciali in diversi ambiti, se correlate ai big data e alla necessità di analisi dei dati in logica anche predittiva. Sono sempre più importanti competenze matematiche in ambito R&D, operation e fabbrica ma anche marketing (analisi dei comportamenti dei clienti).

Le competenze in tecnologie 4.0 sono caratterizzate innanzitutto da una mancanza di figure tecniche e ingegneristiche adeguate (specialisti e ingegneri meccatronici in primis) impiegate in tutta la supply chain e poi da basse competenze: in questo ambito le aziende prevedono un gap in crescita nei prossimi anni

Aumenta l’importanza dei soft skill che evidenziano una correlazione positiva con le competenze digitali e assumono sempre più importanza con l’integrazione dei processi: i dipendenti devono essere in grado di operare con maggiore flessibilità, devono sapere applicare diverse discipline, sapere lavorare in gruppo e essere problem solving.

Moda

Il sistema Moda italiano non evidenzia una situazione migliore, anzi manifesta una decisa difficoltà in tema di utilizzo e attrazione delle competenze digitali che va superata rapidamente.

L’analisi delle web vacancies registrate nel 2017 fa emergere che complessivamente il settore si trova sotto la media della manifattura industriale: 12% il DSR complessivo nella moda contro il 13% medio nel settore. Quindi la rilevanza e la domanda delle skill digitali nel settore è ancora molto bassa.

E’ dunque importante porsi delle domande sulla capacità di evolvere digitalmente del settore, ma ancora prima sulla capacità di sposare logiche di gestione manageriale di ampio respiro che premino non tanto le professionalità specialistiche, quanto la capacità di cogliere i segnali di un cambiamento che viene da lontano ma che segnerà in modo profondo anche le aziende di questo settore.

Occorre superare la situazione attuale fatta di e-skill disponibili limitate, competenze digitali di base non completamente diffuse, soft skill scarse e che non rappresentano una conditio sine qua non per l’assunzione, di un approccio al digitale spesso limitato a sostituire la vetrina online con uno store di e-commerce che resta un processo isolato all’interno dell’azienda e non un’occasione per una revisione in chiave digitale dei processi.

Pubblica amministrazione

Infine la Pubblica Amministrazione: il digitale sta interessando tutto il comparto pubblico già da qualche anno e il percorso evolutivo di trasformazione è in atto.

Dall’analisi effettuata mediante focus group emerge che i maggiori investimenti in ottica digitale, tra il 2017 ed il 2018, stiano interessando i processi che presiedono alla formulazione e gestione dei servizi ai cittadini. Ad oggi, sono le competenze digitali, di natura tecnologica tout court e la leadership manageriale, ad essere maggiormente necessarie agli Enti della PA e alle relative società in house: non è, quindi, sufficiente conoscere le caratteristiche e gli ambiti di adozione delle nuove tecnologie digitali ma occorre anche essere in grado di gestirne l’applicazione a supporto dei processi interni e della loro evoluzione.

In quest’ottica, appaiono fondamentali anche le cosiddette soft skill, ovvero competenze non tecniche riconducibili alla capacità delle risorse di lavorare in gruppo, di prendere decisioni, di rispondere alle richieste dei clienti, che in molti casi determinano il successo dei progetti anche tecnologici.

Qual è la ricetta per accelerare il processo di rafforzamento delle competenze digitali presso le aziende e la pubblica amministrazione e superare le criticità attuali che spesso si traducono in difficoltà di messa a fuoco e avvio dei piani di digital transformation?
Si tratta di un mix di ingredienti che parte da un ripensamento del sistema di istruzione e di orientamento e preveda una maggiore collaborazione tra istituti, università e tessuto industriale; passa dalla revisione delle modalità di attrazione dei giovani e dei talenti e dell’immagine dell’azienda, anche grazie a percorsi di carriera che rispecchino i valori delle nuove generazioni; stimoli lo sviluppo di piani di formazione continua e reskill favorendo l’aggregazione delle aziende del territorio e la creazione di Academy per il digitale.

Aumenta l’importanza delle soft skill che evidenziano una correlazione positiva con le competenze digitali e con l’integrazione dei processi

Leggi tutti gli approfondimenti dello Speciale Osservatorio Competenze Digitali 2018

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