Convincere i potenziali investitori che Uber non rappresenta solo un semplice servizio di trasporti ma una piattaforma più ampia e trasversale.
E’ questo l’obiettivo del gruppo californiano in vista del prossimo sbarco in Borsa previsto per la prima metà del prossimo anno, a cui la società di San Francisco potrebbe arrivare con una valutazione record di 120 miliardi di dollari, secondo le stime di alcuni analisti.
La nuova strategia è basata sul modello di business “on demand” che Dara Khosrowshahi, ex numero uno di Expedia, da oltre un anno alla guida della società, ha già sperimentato per esempio con il recente lancio di Uber Eats per le consegne di cibo su ordinazione dalla rete di ristoranti ai possessori di un account, e che oggi viene ribadita con Uber Works.
Dalle indiscrezioni del Financial Times, il nuovo servizio, già testato a Los Angeles per essere poi messo in campo inizialmente a Chicago, è indirizzato a chi cerca lavoratori “occasionali” in situazioni di emergenza o periodi di scarsa reperibilità, come di sera, di notte, nei weekend e nei giorni festivi, al di fuori cioè della richiesta dell’ora di punta. Il personale può andare dalla guardia giurata, al cameriere, dal cuoco, al fabbro; alla base, la velocità di risposta, secondo il modello già utilizzato nei trasporti.
Uber Works sarà guidata da Rachel Holt, in Uber dal 2011, che affiancherà questa mansione alla responsabilità in qualità di VP and Head of New Mobility, la divisione che ha il compito di inglobare e incrementare i nuovi servizi di mobilità come biciclette, scooter, noleggio auto prevedendo anche l’integrazione del trasporto pubblico.
Servizio business-to-business
Uber non ha presentato ufficialmente il progetto, che sta esplorando e posizionando come un vero e proprio servizio business-to-business. Uber Works è ad oggi una delle iniziative in fase di test, ma che potrebbe diventare una linea di business in futuro, dicono le indiscrezioni.
”La nostra attività si basa sulla fornitura di un’offerta flessibile e on-demand: è fondamentale disporre di una gestione degli account intuitiva e reattiva per supportare i nostri partner commerciali (ovvero i driver di Uber), rispondendo prontamente alle loro esigenze “, dichiarano dalla società.
La nuova impresa sarà gestita come una “start-up interna”: sarebbe previsto lo sviluppo di un organico di oltre mille appaltatori indipendenti per eventi e ruoli aziendali. La società ha già un grande gruppo di conducenti a Chicago che potrebbero diventare potenziali appaltatori di lavori; l’attuale programma pilota non prevede però al momento driver Uber attivi.
Progetti allo studio
A confermare la spinta alla diversificazione del business, Uber ha messo in campo una serie di altre nuove iniziative in diversi ambiti.
Tra queste, il lancio della sua nuova piattaforma che permetterà di spedire la merce, prenotando uno spazio con pochi click. La nuova piattaforma si integrerà con l’applicazione Uber Freight, con l’obiettivo di fornire a tutte le tipologie di caricatore una connessione diretta con il vasto network di autisti.
Inoltre, la divisione Powerloop affitterà i rimorchi per trattori a vettori di piccole e medie dimensioni che utilizzano Uber Freight. Con quest’obiettivo, Uber ha sottoscritto una serie di accordi con grandi spedizionieri, tra cui Budweiser brewer AB InBev, per utilizzare il servizio.
Altre indiscrezioni dicono che Uber stia valutando se scorporare le sue attività legate alla guida autonoma cedendone quote di minoranza ai partner che così potrebbero condividerne gli ingenti costi. E nell’ultimo mese, azionati i primi scooter elettrici a Santa Monica, in California.
© RIPRODUZIONE RISERVATA