Nasce il Fondo Nazionale Innovazione, presentato oggi dal Ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro a Torino, con una dotazione finanziaria iniziale di circa 1 miliardo di euro, prevista dalla Legge di Bilancio 2019.
Il fondo (Fni) verrà gestito dalla Cassa Depositi e Prestiti (una sorta di cabina di regia) con l’obiettivo di coordinare le risorse pubbliche e private dedicate al tema strategico dell’innovazione e sarà uno strumento rivolto alle micro imprese e alle Pmi, consentendo loro accesso a risorse finanziarie dedicate, attraverso interventi che prevedono la compartecipazione di risorse pubbliche in operazioni progettate, co-finanziate e gestite da intermediari finanziari, società di gestione del risparmio e banche.
Sarà di fatto un oggetto multifondo, operativo da giugno con durata triennale, e nei prossimi tre mesi si definirà chi lo guiderà.

La motivazioni della costituzione – “difendere l’interesse nazionale contrastando la costante cessione e dispersione di talenti, la proprietà intellettuale e altri asset” spiega il Ministero – riconosce la centralità dell’innovazione tecnologica a supporto di tutta la filiera delle imprese innovative per generare nuove opportunità di lavoro ma anche creare e distribuire ricchezza. “Senza questi elementi nessun Paese può crescere in modo stabile, sostenibile e duraturo – commenta il ministro Luigi Di Maio -. In un settore, come quello dell’innovazione oggi dominato da operatori stranieri, usualmente extraeuropei, largamente supportati da mercati ed investitori, da grandi soggetti pubblici e privati”.

Luigi Di Maio, Ministro dello sviluppo economico, presenta il Fondo Nazionale Innovazione
Luigi Di Maio, Ministro dello sviluppo economico, presenta il Fondo Nazionale Innovazione

Fondo aperto

Lo strumento operativo di intervento del Fondo Nazionale sarà quindi il venture capital e il fondo si avvierà grazie a capitali in mano a Invitalia Ventures, il cui 70% è stato acquisito da Cassa Depositi e Prestiti: si tratta di 400 milioni utilizzabili come base portante di un fondo che resta ovviamente aperto al necessario apporto dei privati e che si pone come strumento di mercato anticiclico, attraverso l’attrazione di capitali privati e internazionali, senza sostituirsi allo sviluppo di un mercato privato dei capitali per l’innovazione.

Non arriverà da solo, perché secondo quanto comunicato dal Ministero è in previsione anche la detassazione degli Eltif (sono i fondi europei a lungo termine di nuova generazione) e il via libera alle Sis, le cosiddette Società ad Investimento Semplice. Queste società possono investire solo in startup non quotate, con il vantaggio fiscale dell’imposizione zero sui redditi di capitale.

Sfida nazionale

Attraverso il Fondo particolare attenzione verrà dedicata ad una serie di ritardi culturali e strutturali dell’ecosistema italiano al fine di: ampliare il mercato degli operatori di venture capital (oggi limitato a 9/10 soggetti verso le decine o centinaia di Francia, Germania, Regno Unito); creare spazio ed opportunità di crescita per un contestuale ricambio generazionale, anche per costituire nuovi fondi in linea con le innovazioni emergenti; riequilibrare il gap di genere, favorendo una maggiore e qualificata presenza femminile; accelerare la nascita e lo sviluppo in Italia del cosiddetto corporate venture capital, offrendo ai principali gruppi italiani una piattaforma di venture capitale efficace; offrire ai territori e alle finanziarie regionali l’opportunità di contribuire ad una grande sfida nazionale.

Un miliardo di euro in partenza

Il valore iniziale del Fondo Nazionale Innovazione sarà pari a un miliardo di euro nei primi 3 anni ma l’obiettivo a 5anni è suscitare investimenti per complessivi 5 miliardi di euro.  Prosegue il Ministero: “Fni si propone come interfaccia privilegiata verso gli investitori istituzionali Eu, come Bei e Fei, in un rapporto non subalterno di collaborazione e pianificazione. Al tempo stesso, Fni intende concretamente operare per attrarre in Italia grandi e qualificati operatori ed investitori europei e internazionali, inclusi Fondi Sovrani, e grandi aziende internazionali. Agendo da catalizzatore e favorendo la crescita dell’innovazione nazionale verso una scala globale”. Oggi l’insieme degli occupati in ambito startup e Pmi innovative è stimato in almeno 50 mila persone.

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